Considerazioni sull’incontro per la scuola promosso dal Pd artenese
Il 21 Giugno al Palazzaccio ha avuto luogo un incontro promosso dal circolo Pd di Artena per trattare lo spinoso problema della scuola nel nostro paese, problema che sta diventando il centro di un dibattito sempre più accanito tra diverse parti sociali: genitori, amministrazione, politici e anche cittadini coinvolti indirettamente.
Cosa sta succedendo e perché sembra che le redini siano sfuggite di mano?
Oltre ai fatti recenti, ci sono diverse ragioni per le quali ad Artena abbiamo un problema con la scuola, come sottolinea il comunicato stampa diramato dal Pd Artena a seguito dell’incontro e come sostengono più o meno tutti, adducendo proposte innovative che contrasterebbero con un precedente, ma non ben identificato, atteggiamento di noncuranza “di chi c’era prima”.
Leggendo il resoconto dell’incontro sembra che i pidiellini abbiamo deciso di prendere in mano la situazione tramite azioni “propositive”, intervenendo tempestivamente sulle questioni contingenti ma anche programmando una seria politica scolastica rispetto ai prossimi anni.
Come? Qui le proposte interessanti si fanno sfumate.
Innanzitutto si punta al mantenimento di entrambi gli Istituti comprensivi, in modo che un’offerta diversificata possa dare modo ai genitori di scegliere quale percorso sia il più adatto ai propri figli e le stesse scuole sarebbero incentivate a mantenere un alto livello da un meccanismo di competitività.
Questi istituti devono inoltre avere il compito di offrire ai pargoli un retroterra culturale, metterli in relazione con il proprio territorio e la sua storia, attraverso laboratori artistici e progetti creativi.
Tutto il pacchetto delle buone proposte insomma, che il comunicato stampa tralascia di identificare come verrebbero finanziati ed esattamente cosa si intende fare, perché da quello che sappiamo non sono certo i progetti che mancano in scuole dove si fatica ad avere una maestra di sostegno, ma la volontà seria e dirompente di voler puntare sull’istruzione.
Si passa poi all’edilizia scolastica e qui i fondi per rivalutare gli edifici vengono individuati: in primis avremmo i fondi statali e poi si parla di un progetto di “riqualificazione e alienazione dell’attuale struttura della De Gasperi (da cui) potrebbero trovarsi i fondi necessari per la realizzazione di un nuovo istituto”.
Si parla quindi di ristrutturare per poi vendere un edificio scolastico con cui finanziare la costruzione o riqualificazione di un altro istituto scolastico, che però sarà più bello.
Infatti la proposta parla di un ambizioso progetto di un campus scolastico che racchiuda dalla materna agli istituti secondari di secondo grado (tecnici e licei) che possano far fronte alle nuove esigenze sociali, in modo tale che venga potenziata anche l’offerta scolastica.
Leggendo il comunicato stampa del Pd e la Proposta di Dimensionamento del Comune di Artena, sembra che i giovani artenesi siano svantaggiati in materia di istruzione per la mancanza di scuole superiori sul territorio.
La brillante proposta del Pd è di aprire sedi succursali degli istituti maggiormente frequentati dai ragazzi di Artena.
Ora, non è passato poi molto tempo da quando andavo io al liceo, ma mi ricordo distintamente che non erano quegli otto chilometri che dividevano Artena dal Marconi di Colleferro a influenzare il rendimento scolastico (e io di chilometri ne facevo quasi venti), otto chilometri che nessuno dei miei amici aveva problemi a fare per uscire la sera o per andare a trovare la fidanzata.
Senza contare che l’incontro con una realtà più grande di quella artenese negli anni della formazione adolescenziale non può che arricchire il bagaglio di ogni fanciullo, piuttosto che circoscrivere la sua vita all’interno di un paese.
Investire sul futuro degli studenti non significa aprire una scuola superiore.
Ne fare proposte di laboratori quando nelle scuole manca anche la cartai genica.
Investire sul futuro dei giovani in tempi in cui la maggior parte dei genitori stenta ad arrivare a fine mese non è organizzare incontri pubblici su un “tema caldo” per avere visibilità o come fa la nostra amministrazione procrastinare ogni soluzione dopo essersi lasciati coinvolgere in una situazione esplosiva, ma significa prendere quel poco che si ha e renderlo migliore, un’eccellenza.
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