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Dite di no! Appello agli elettori.

voto_di_scambio_NCome ad ogni tornata elettorale, un fantasma si aggira per le vie del nostro Paese: è un’ombra difficile da catturare, è strisciante e il suo slogan é “cosi fan tutti”.

Il suo nome è voto di scambio. Il nostro è un appello a tutti i cittadini chiamati, a dieci giorni da ora, ad esercitare un loro diritto costituzionale. Durante la scorsa tornata elettorale abbiamo assistito ad una vera e propria compravendita di diritti dove sul piatto c’era la promessa di un posto di lavoro in cambio  di una croce su un pezzo di carta. Ma la storia non è cosi semplice, infatti dietro quel gesto simbolico c’è l’accettazione che a vincere è l’offerta migliore. Offerta che poi si è rivelata fumo negli occhi essendosi poi ritrovati i neolavoratori, dopo qualche mese dalle elezioni, senza più quel lavoro per il quale hanno sacrificato la loro integrità e con il quale hanno permesso a coloro che fondano il loro potere sullo svantaggio socioeconomico delle persone di assumere una carica rappresentativa. Come il consumatore nell’atto di acquisto di un bene ne accetta il suo prezzo e tutto quel che c’è dietro, cosi il cittadino nel momento in cui sceglie i suoi rappresentanti vergandone il simbolo, ne accetta non solo le proposte programmatiche ma anche il percorso e le alleanze, determinando un prezzo per l’esercizio del proprio diritto sul mercato del voto: il prezzo del voto di scambio. Poste queste premesse, noi ci chiediamo se ne valga davvero la pena permettere agli “imprenditori” di turno di offrire buoni benzina e favori di vario genere per avere il controllo del bene pubblico largamente inteso. Essi avranno il controllo dello sviluppo urbanistico del territorio, del futuro delle scuole primarie in cui studieranno i vostri figli, dello smaltimento dei vostri rifiuti e della loro gestione magari tramite discariche che apriranno nei pressi delle vostre case e poi non sarà concesso l’approccio NIMBY (Not In My BackYard) perché voi sarete stati complici. Non fatelo. Non cadeteci di nuovo.Vi preghiamo di scegliere, per una volta, secondo la vostra coscienza, pensando a quello che verrà dopo quel minuto passato dentro la cabina elettorale.

Anastasia e Gianmarco

  • jozmile

    Quando penso a questo tema, mi viene in mente un pezzo di Frankie HI NRG, scritto nel lontano 1997, in tempi in cui già era chiaro che la tempesta di tangentopoli si era rivelata un acquazzone capace di far cadere solo qualche frutto marcio più esposto. Parole scritte venti anni fa che rimangono purtroppo attuali.

    “Sono intorno a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi a far promesse senza mantenerle mai se non per calcolo, il fine è solo l’utile, il mezzo ogni possibile, la posta in gioco è massima, l’imperativo è vincere e non far partecipare nessun altro, nella logica del gioco la sola regola è esser scaltro: niente scrupoli o rispetto verso i propri simili perchè gli ultimi saranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibili. Sono tanti arroganti coi più deboli, zerbini coi potenti, sono replicanti, sono tutti identici guardali stanno dietro a machere e non li puoi distinguere. Come lucertole si arrampicano, e se poi perdon la coda la ricomprano. Fanno quel che vogliono si sappia in giro fanno, spendono, spandono e sono quel che hanno.”

  • antoniob

    Rompendo per un momento qui finalizzato – non partecipando dunque alle polemiche eventuali che dovessero seguire – il silenzio che mi sono autoimposto in questo sito web, a causa degli sgarbi e della mancata necessaria sensibilità giornalistica di Luca Mele e di Davide Corsetti, desidero versare talune mie considerazioni e la mia “Dichiarazione di voto”.

    Ad ulteriore dimostrazione di quanto il popolo originario di Artena, che si raddoppia con i nuovi insediati (che non considera e né rispetta), che costruisce ancora più del doppio del doppio di abitazioni (chissà forse per gli sfollati a seguito dell’eruzione del Vesuvio !), sia naturalmente, visceralmente, antropologicamente MAFIOSO, i nomi che compongono gli scrutatori designati, mi pare appartengano quasi tutti al pentolone infame della Lista messa insieme da Felicetto Angelini: ma vaffanculo, manco uno straccio di democrazia nella formazione degli scrutatori !

    Riccitelli fa dei manifesti per attaccare solo De Castris, per dunque manifestare il suo rancore verso Petrichella, che zitto zitto s’è ritagliato, invece di scomparire per la vergogna, un suo spazietto di speranza di affermarsi attraverso De Castris, contro il pentolone infame di Felicetto, che si annuncia probabile vincitore, con le sue opere d’accatto -(qui da me Loris Talone è venuto a spianare dell’erbaccia con un “Bobcat”, stendendo della pietraglia a marchio Fiorentini, promettendo un parco giochi per bambini …che non potrà mai realizzare per problemi di sicurezza, che a risolverli costerebbe troppo)-

    Coglioni ! Io avevo previsto tutto per tempo e s’aveva da andare a queste elezioni con tre Liste, dunque s’aveva da preparare il campo con Impegno Civico e M5s insieme, senza difese di parrocchietta, valutando passo passo se fosse stato più conveniente per Impegno Civico cogliere l’onda montante del M5s, o a questi non presentarsi ad Artena per far più forte Impegno Civico Per Artena.

    Per me l’incapace è colui che ha più sale in zucca per comprendere il miglior da farsi e obbiettivizzare la chance di piena affermazione, piuttosto che l’inesorabile sconfitta e atto di mera presenza.
    Sono qui dunque ad alzare il dito dei colpevoli di questa disfatta annunciata, facendone nome e cognome in Vittorio Frosi e Armando Conti, che a questo punto costringono me a votare Fabrizio De Castris per cercare di non far vincere il pentolone infame di Felicetto Angelini …e la vedo comunque dura, al punto che vedo Artena ulteriormente arretrare, piuttosto di cambiare e progredire, come -per Dio- la maggioranza dispersa vorrebbe in realtà.

    Voterò dunque Fabrizio De Castris; alle Europee voterò M5S, ma quel che va ribadito è il carattere naturalmente e antropologicamente MAFIOSO della gente originaria di Artena, anche presuntuosa e saccente, oltreché irrispettosa dei diritti e degli spazi di azione politica dovuta alla metà della popolazione di nuovi insediati, specie in un contesto di nuova e futura metropolitanità del luogo.
    (Autorizzo la pubblicazione di questo mio testo, ovunque chi legge ritenesse opportuno).