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La scuola delle Macere non era una semplice scuola

AblestockE’ questo l’appello lanciato dalle mamme delle Macere, che si sono trovate una realtà scolastica completamente stravolta alla fine dell’Estate.
Tornando tra i banchi di scuola i bimbi del plesso scolastico si sono ben presto resi conto che molte cose sarebbero cambiate di lì a poco, per inquadrarsi in quelle che sono le direttive ministeriali che hanno trovato quest’anno un’applicazione pedissequa.
Prima di spiegare perché sia bambini che genitori hanno accusato qualche disagio nel tornare a scuola questo Settembre, ci tengo a dire che io che ho frequentato a mia volta quella stessa scuola posso perfettamente capire le loro motivazioni, che probabilmente non saranno chiare a chi invece non ha avuto la grande fortuna di fare le materne e le elementare alle Macere.
Questa scuola non è un semplice istituto scolatico in cui iniziare il proprio percorso di studi, ma un vero e proprio spazio familiare, dove la rigidità che a volte può assumere l’istruzione scolastica era del tutto assente.
Tutti si conoscevano e ancora oggi le stesse maestre hanno avuto tra i propri alunni sia i genitori che i figli, o le sorelle e cugine maggiori, il che ha portato alla creazione di vincoli personali forti e a un rapporto informale tra il corpo insegnanti e i genitori, rendendo molto più semplice e naturale per un bambino il passaggio dalle mura domestica ad un ambiente nuovo con regole diverse, in cui si sperimenta per la prima volta la collettività.
Ad oggi la scuola delle Macere è molto cambiata da quello che è stato riferito da alcuni genitori.
Il primo problema ad essere stato riscontrato è la mancanza di una palestra che permetta ai bambini di svolgere attività fisica.
Negli anni passati questa mancanza è stata contenuta con l’istituzione di corsi di nuoto per i bimbi che si tenevano alla palestra Millennium, a due chilometri dalla scuola, a cui si poteva partecipare previo pagamento di una cifra davvero molto contenuta.
Ci sono state molte polemiche per quello che è stato visto come un privilegio di un unica succursale, non considerando che i bambini degli altri edifici del plesso, perché di una semplice suddivisione territoriale si tratta, potevano usufruire di altri servizi forniti gratuitamente da associazioni di minivolley e minibasket che si svolgono nell’area adibita a palestra mancante alla scuola delle Macere.
Il fatto è che la pratica dello sport e delle attività fisiche dovrebbe essere garantito nelle scuole, non visto come un dono dall’alto ma come un diritto, e che l’offerta diversificata può essere un bene sia per portare ad un livello sempre migliore l’offerta formativa, sia in termini di scelte che il genitore ha al momento di iscrivere i propri figli a scuola.
Il generale degrado della scuola pubblica italiana non dovrebbe farci trovare apatici di fronte alla prospettiva di un servizio del tutto insufficiente a rispondere alle nuove richieste di una società molto cambiata.
Pretendere un’istruzione a tutto campo degna di questo nome, in cui non ci si limita a sedere in una classe a studiare programmi vecchi già trent’anni fa, dovrebbe essere un punto fondamentale della nostra coscienza di cittadini ad ogni livello dello Stato.
Non si tratta di una critica a chi si limita semplicemente a seguire le direttive piovute giù dall’alto (ma di cui sicuramente tutti siamo in parte responsabili), ma una richiesta di preservare ciò che resta di più bello della scuola italiana.
Le regole applicate in modo dottrinario serviranno solo ad alienare ulteriormente bambini che si trovano già stretti in una realtà che al di fuori di quelle mura loro percepiscono molto più grande, grazie soprattutto ai progressi tecnologici a cui le nuove generazioni hanno accesso.
Un modo per conservare quei legami di cui continuano ad aver bisogno anche se non lo sanno, poteva essere il permesso di festeggiare i compleanni in un breve intervallo ritagliato durante le lezioni, come è stato da sempre.
Questo era un modo semplice e gentile per far percepire a chi inizia ad affacciarsi alla realtà scolastica che non è una parentesi nella loro giornata, ma una parte integrante della loro formazione, permettendo inoltre a tutti i bambini in modo egualitario di poter avere un piccolo festeggiamento insieme ai compagni di classe.
Della scuola elementare ho un bellissimo ricordo insieme ai miei amici e coetanei che con me l’hanno frequentata e mi sembra giusto restituirle qualcosa, la piccola speranza che una burocrazia soffocante e sterile non faccia appassire la creatività, la gioia e i profondi legami che facevano parte dell’offerta formativa di questa scuola.