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Comunicato stampa del Comitato No Biometano Artena sull’assemblea pubblica del 21 Novembre 2015

Il 21/11 si è svolto l’incontro di presentazione delle osservazioni contro l’ impianto di trattamento dei rifiuti con produzione di biometano  che la Green Park srl vorrebbe realizzare in zona Colubro. L’incontro,  è stato aperto dal presidente del “Comitato No Biometano” Michele Bianchi il quale ha ricordato il lavoro fatto sul territorio che ha portato  alla formalizzazione delle osservazioni presso l’ufficio Via della Regione Lazio. Poi  è stato il turno di Alessandro Coltrè ( Unione Giovani indipendenti), che ha aggiornato i presenti sulla riunione del tavolo dei Sindaci in cui si è discusso di gestione dei rifiuti nel nostro territorio. Dopo di che,  è stata la volta di Mino Massimei del Circolo ARCI “ Montefortino 93” che ha parlato dell’ andamento della Commissione Ambiente del Comune di Artena, definendola interlocutoria ma inconcludente. Tre incontri spesi  per lo più,   a discutere di tre delibere da revocare ( Zero Waste, Agroenergetico, e quella sul Polo Scientifico- Tecnologico), di cui una – quella sul Polo Scientifico Tecnologico è risultata però già revocata in passato.  Giancarlo Ceci ( consulente energetico) ed estensore assieme ad Aldo Garofalo ( prof. di Chimica) delle osservazioni ha iniziato l’ esposizione del contenuto di quest’ ultime  partendo dal mostrare il numero delle richieste di impianti di questo tipo fatti  nella Regione Lazio. Ne risultano  così tante, che se venissero approvati tutte, non ci sarebbe abbastanza umido. Sono  77 pagine di osservazioni difficili da sintetizzare in un solo  articolo   per la mole di critiche che questo tipo di  impianti solleva. Per dirne qualcuna:  mancanza- nel progetto in questione- di una seria valutazione del bacino di utenza e delle capacità di trattamento dei rifiuti di altri impianti esistenti e/ o in corso di autorizzazione sul territorio in contrapposizione con il Principio di Prossimità e con il Principio di Autosufficienza espressi nella direttiva europea 2006/12/CE. Secondo punto: la società  usa come analizzatore della qualità dell’aria del Comune di Artena uno studio della provincia che prende in esame il comune di Velletri omettendo invece la situazione di forte inquinamento del comune di Colleferro con tutte le criticità ad essa collegate ( inceneritori, discarica, turbogas, cementificio) e le ricadute sui territori confinanti, compreso quello di Artena. Peraltro tutto certificato nel Rapporto Eras della Regione Lazio. Quindi, un area, la nostra, che è  fortemente critica dal punto di vista ambientale e  che imporrebbe ai Sindaci , quando si presentano progetti di questo tipo, di opporsi secondo il “Principio  di precauzione”( normato per legge) che obbliga le autorità a prendere tutte le misure possibili per evitare rischi potenziali per la salute pubblica. La trattazione è proseguita, poi,   con l’analisi della struttura antropica. Nel progetto dell’azienda si afferma che “ l’impianto è ubicato in un area prevalentemente industriale in cui non sono presenti ricettori abitativi”. Questo risulta falso in quanto ci sono abitazioni ed aziende agricole a  meno di 530 mt. Non esaustivo risulta lo studio  sull’impatto acustico in quanto non contempla la questione dell’usura delle macchine e quindi dell’ aumento dei rumori e calcolando l’errato numero di mezzi in entrata e in uscita previsti dall’azienda ciò non può non porre l’attenzione sul fatto che l’inquinamento acustico risulta un problema di grande rilievo. Così come la questione delle emissioni odorigene che impianti del genere producono inevitabilmente nel corso del processo e che l’azienda invece minimizza come questioni trascurabili.  Ancora poi la questione dell’approvvigionamento idrico dell’impianto che risulta di notevole entità. L’azienda poi fa riferimento al fatto che “ l’ approvvigionamento idrico sarà garantito dal ripristino di un pozzo presente in loco”. Tale opera non risulta presente e non ci sono atti amministrativi che la autorizzano.  Altra nota dolente del progetto è la questione del traffico veicolare. Le strade che portano all’impianto sono inidonee al transito di mezzi pesanti, non sono asfaltate e la loro larghezza non supera i tre metri. Non possono essere percorse da due mezzi in senso opposto e  il tutto peggiora quando  ci sono mezzi pesanti  che vanno a prelevare  i liquidi fognari dal vicino depuratore . Si riscontrano normalmente forti problemi di traffico e, ovviamente,  i confinanti si rifiutano di cedere porzioni di terreno per un progetto privato. Inoltre nel progetto si fa riferimento al fatto che si prevedono un massimo di 8-10 mezzi pesanti e 6-8 autovetture. Tutto ciò che  risulta dalla analisi fatte: falso ed irrealistico. Si stima che ci saranno almeno  il doppio di mezzi in entrata ed uscita. Tutto ciò comporterà un aumento considerevole dell’impatto acustico e delle emissioni inquinanti ( pag. 35- 36 delle osservazioni redatte da Ceci e Garofalo). Non parliamo poi della questione legata al paesaggio. Il progetto si insinua come un elemento estraneo, all’interno di un’area agricola di pregio che verrebbe modificata e deturpata per sempre, e proprio per questo  dovremmo batterci tutti affinché resti così com’è , a favore delle forme di agricoltura e pastorizia presenti.  Più complessa è la trattazione sull’impianto. Dalla emissioni delle due caldaie previste ( anidride carbonica, particolato, ossidi di zolfo ec….) alla perdite “fisiologiche “ nel processo di raffinazione. Ancora più pericolosi sono tutti gli inquinanti gassosi contenuti nel “biogas” come: ammine, ammoniaca, idrogeno solforato ecc… la parte degli inquinanti liquidi,  causati soprattutto dal  percolato ( mortali per il caso dell’impianto Kyklos di Aprilia a causa dell’acido solfidrico formatosi nella vasca di percolazione ); inquinanti microbiologici costituiti da virus e batteri sporigeni ( clostridi, bacilli)  e ultimi, ma non per importanza, gli inquinanti  che emetterà la torcia d’emergenza che si attiverà per molte ore all’anno con il suo carico di idrocarburi volatili,   ossidi e biossidi di Azoto , acido Cloritico e H2S. Molte altre cose scritte nelle osservazioni, andrebbero approfondite,  ma per questioni di spazio ci è difficile trattarle qui.  Ma ciò che risulta più che chiaro a tutti noi e che noi ci sentiamo, in conclusione , di confermare è che questo impianto è : dannoso, antieconomico, puramente speculativo  e da bocciare.

 

Comitato No Biometano Artena