Home » Ambiente

La meta balneare preferita dagli artenesi è una pattumiera nucleare

11 giugno 2009 visto 2.428 volte 14 Commenti Scritto da jozmile

nucleare_web1

A volte è curioso l’iter che fa una notizia che ci interessa per giungere fino a noi.

Giornali, radio, televisione e internet sono mezzi di comunicazione che (in teoria) garantiscono che nulla possa passare inosservato. La tecnologia dell’informazione domina gli uomini di questo millennio, la condivisione immediata di notizie e pensieri può garantire una diffusione capillare di quanto succede nel mondo e può aggirare le censure. Sta a noi poi allungare un braccio, tendere un’orecchio, spostare le pupille e cogliere brandelli di questa overdose di informazioni.
A volte però succede che fatti che ci interessano da vicino, curiosamente, non godano del corretto eco mediatico e si perdano nella marea delle cose da raccontare. E può succedere che i principali gli organi di informazione (nel nostro caso locali) non riportino invece cose che ci riguardano da vicino, e che queste cose sono pubblicate su un giornaletto gratuito di una catena di supermercati.

La cosa che ci riguarda da vicino è l’area nucleare di Borgo Sabotino (a 20 metri dal Mar Tirreno, presso il Lido di Latina, conosciuto ai più come Foce Verde) e il giornaletto in questione è della catena Acqua e Sapone. L’articolo, Pianura Pontina Pattumiera d’Italia, è di Francesco Buda ed è riportato per intero.

Ci avevano messo tanta fatica a bonificare quella grande palude a Sud di Roma una settantina di anni fa.
Ora ai nipoti dei pionieri che trasformarono l’acquitrinio nel fertile Agro Pontino, resta sul groppone un’altra bonifica: quella della centrale nucleare di Borgo Sabotino, sul lido di Latina. Insieme alla prima pattumiera nucleare d’Italia, a un’ora dalla Capitale.

Il cimitero atomico arriva dall’alto e in silenzio
Sotto silenzio, a primavera là sono partiti i lavori del cosiddetto deposito temporaneo per i rifiuti radioattivi, accanto alla vecchia centrale, letteralmente imposto da un generale, l’allora Commissario Straordinario per l’emergenza e messa in sicurezza dei siti nucleari Carlo Jean. Bene, forse così hanno risolto finalmente l’enigma di dove sistemare l’eredità dell’avventura nucleare italiana.
Ciò che non riuscì in Basilicata nel novembre 2003 a Scanzano Jonico, vicino Roma fila liscio come un bidone sulla palude. Quale tg o giornale ne ha dato notizia?

Radiazioni sull’Agro già colpito
Quello di Scanzano doveva essere definitivo, qui invece parlano di “temporaneo”. Ma sempre di radioattività si tratta. Il deposito laziale si va così ad aggiungere alle due mega-discariche vicino al fiume Astura già assai inquinato, e ad altre “spontanee”, a fumi e scarichi del secondo polo chimico-farmaceutico italiano sull’asse Pomezia-Aprilia-Latina (varie fabbriche a rischio di incidente rilevante). Oltre a un progetto di inceneritore per bruciare l’immondizia senza nemmeno differenziarla, alle tante leucemie, malattie alla tiroide e tumori, ai depuratori malandati, rotti o addirittura costruiti male.
Una ex palude dove oggi le industrie dismesse non si contano e l’edilizia non fa sconti alla natura. Ma sulla salute della popolazione non si riesce ad avere dati complessivi, approfonditi, di lungo periodo.

Chi può garantire?
Nessuno ha mai smantellato un reattore nucleare in Europa, da noi non c’è un percorso politico-amministrativo democratico per fare questi depositi, che nessuno ha mai gestito in Italia. Quello di Latina lo hanno deciso ed iniziato con la forza. Punto e basta. Quando il generale impose questo “magazzino” a Latina, questa era la situazione in fatto di vigilanza sulle radiazioni presso i siti nucleari italiani: i controlli erano compito dell’Apat; questa faceva capo al Ministero dell’Ambiente; la gestione dei siti nucleari era affidata alla Sogin; Vicepresidente della Sogin era Paolo Togni (ora dirigente dell’Assessorato all’ambiente di Roma); Togni era capo di gabinetto del Ministro dell’Ambiente. Dunque Sogin, la controllata, era vicepresieduta dal braccio destro del Ministro “capo” del controllore (l’Apat).

Radioattività e misteri a catena
La valutazione d’impatto ambientale, la cosiddetta Via, resta un mistero (imposto per legge) per i residenti: non sanno cioè se, come, quanto e per quale periodo subiranno effetti da quel capannone di cemento pieno dei peggiori rifiuti mai creati dalla specie umana. Noi possiamo confermare – documenti alla mano – che è previsto il rilascio di radionuclidi in aria, attraverso il camino della centrale, ed acqua, attraverso canali. Rilascio necessario per lo smantellamento dell’ex centrale, un enorme affare. Intorno ad essa si stanno infatti eseguendo imponenti modifiche idrogeologiche, anche su talune opere dell’accurata bonifica fascista, creando un laghetto e un fiume permanente dove scaricare particelle radioattive. Destinazione Mare Tirreno.
Per ora, nel bilancio Sogin la spesa prevista per smantellare tutti i siti ammonta a 5,2 miliardi di euro. L’appalto per costruire il deposito a Latina è andato ad una intricata cordata di imprese tra Roma, Calabria, Sicilia e Campania.

Sondaggi, atti di forza e silenzi
Altra cosa poco nota è un sondaggio sui depositi di rifiuti radioattivi in Italia. Commissionato proprio dalla Sogin, si è svolto tra settembre 2003 e giugno 2004, sulle popolazioni degli 8 siti nucleari italiani. Risultato: Latina unica città favorevole ad un deposito nazionale per i rifiuti radioattivi nel proprio territorio con il 54% di sì. Altro interessante risposta, alla voce “La partecipazione alle decisioni”: secondo 8 intervistati su 10 la popolazione è stata poco (39,8%) o per niente (39,8%) “informata e resa partecipe del dibattito in atto sul tema della sicurezza del territorio”. Disinformati e contenti? Ecco un altro sondaggio pubblicato a fine maggio dall’Ipsos: il 57% degli italiani è contrario al ritorno al nucleare.

si chiama emergenza, ma è servitù
La prima e finora unica pattumiera nucleare italiana arriva con un atto d’imperio emanato il 4 luglio 2006. Colpo di mano consentito da un decreto del febbraio 2003, che dichiarava l’emergenza nucleare in Italia a causa di probabili attentati terroristici.
Di fatto il sottoscritto, mai stato terrorista, è entrato indisturbato – all’epoca e dopo – nell’area nucleare di Latina, persino in automobile e con fotocamera. Senza violare alcun lucchetto né sigilli, né scavalcando. Tutto documentato e riferito alla Prefettura. Ma in nome dell’emergenza hanno scavalcato ogni potere degli Enti locali ed oltre 20 leggi, anche urbanistiche, ambientali, sugli appalti e persino lo Statuto dei Lavoratori.
Il 4 luglio, giorno in cui gli americani festeggiano l’indipendenza, vicino a un bosco sul mare a un’ora dalla Capitale d’Italia veniva comandata l’ennesima servitù.

A me sono venuti i brividi. In 29 anni di vita sono stato su queste spiagge ogni dannato anno. Se non a Foce Verde, verso sud a Sabaudia o a San Felice, o verso nord a Nettuno. E non capisco come un sito nucleare a 50 metri dal mare possa essere considerato talemente sicuro da permettere la costruzione di un sito di stoccagio di scorie nucleari.

Per Scansano Jonico è stato fatto un putiferio. E per Foce Verde?

Redattori di giornali locali e nazionali, questa non è una notizia interessante?

Articoli con contenuti simili

Tag:, , , , , , , , ,
1 Star2 Stars3 Stars4 Stars5 Stars(3 votes, average: 5,00 out of 5)
Loading ... Loading ...




14 Commenti »

  • n. 1 - Vale ha detto:

    Quando si parla di nucleare rischio di divetare volgare.
    Mi sale il sangue agli occhi.

    Il nucleare è il modo migliore per condannare a morte il mondo, questo non lo dicono.
    Parlano di quarta generazone, se ne riempiono la bocca, ma è solo fumo negli occhi.
    Nel 2006, tre anni fa, l’enel voleva comprare tre reattori del tipo pre-chernobyl per 1,6 milioni di euro.
    più di un milione e mezzo per tre carcasse!

    Forse la gente non si rende conto di quello che stanno facendo.
    Il discorso nucleare era già vecchio negli anni ’50. Inutile star lì a sognare un nucleare pulito, non esiste e non esisterà mai.

    Guarda, Joz, mi viene da piangere.

    • n. 2 - Atomlab ha detto:

      …Carlo Jean (Mondovì, 12 ottobre 1936) è un generale e scrittore italiano…o padano…ma guarda un pò…sto nord ci disprezza così tanto che ci rifila tutte le scorie radioattive…

      • n. 3 - pietrina ha detto:

        Ciao Vale, qui non c’è solo da piangere, leggevo oggi un articoletto sul fiume Sacco dove recentemente una schiuma giallognola e maleodorante è stata notata nei pressi di un ponte chiamato “ponte rotto” dove un tubo di scarico getta rifiuti liquidi nel fiume con una foto dove si notano rifiuti nel fiume, come vedi non solo il mare e le spiagge dove andiamo ogni fine settimana sono inquinati, ma anche qui dove abitiamo non c’è da stare allegri. L’articolo si concludeva con un esposto alla Procura di Velletri,sinceramente
        sono sconcertata e preoccupata perchè se poi va avanti il progetto
        dell’energia alternativa delle biomasse(e se ho capito bene dovrebbe bruciare materiali provenienti dall’area della valle del Sacco)stiamo proprio conciati bene!Speriamo che prevalga il buonsenso, ma nè dubito.

        • n. 4 - jozmile (autore) ha detto:

          Oltre alla gravità del fatto. io mi chiedo piuttosto come una notizia del genere non sia riportata dai giornali, neanche da quelli locali.

          E mi chiedo come mai tutti si riempiano la bocca con l’ambiente, in primis Marrazzo (PD, governatore della nostra regione), in secundis Cusani (PDL, presidente uscente e rieletto della provincia di latina), Zaccheo (PDL, sindaco di Latina) e poi permettono di realizzare un deposito di stoccaggio temporaneo (dove per temporaneo si intende decine di anni, sia ben chiaro!) di scorie nucleari praticamente sul mare e a pochi metri dalle abitazioni, in una nazione che (grazie al famoso referendum) non ha nessun obbligo di costruzione per siti di stoccaggio come questi (fonte: Parlamento Europeo).

          • n. 5 - Vale ha detto:

            Ciao, Pietrina, mi fa piacere che l’ambiente stia a cuore a tante persone.
            Per quanto mi riguarda io cerco di fare informazione, ma ho solo un piccolo bloog, e i pochi che mi leggono o la pensano come me, o comunque sanno di cosa si parla. Il problema, come dice Joz, è la stampa – locale o nazionale che sia.
            Una discarica (temporanea? che ridere!) nucleare nei pressi di Artena non è un problema solo degli Artenesi. A Chernobyl si continua a morire. Anche chi non ci vive più. Sapete che i macchinari che vengono usati per la manutenzione non possono più uscire dall’area, per via della contaminazione? E sì che c’è fior di piombo e cemento ad incamiciare il reattore – che continua a bruciare.
            Con il tipo di politica che abbiamo in Italia, io non credo che riusciremmo anche solo a costruire un tipo di contenitore adatto. Negli Usa le scorie le seppelliscono nelle montagne, in capsule di sale compresso duro come la pietra.
            Quii cosa faranno?

            Bè, per i liquami inquinanti dei fiumi alla fine c’è chi se ne occupa, ma delle radiazioni che da qui a poco inizieranno ad uccidere la gente (bambini e anziani soprattutto) chi se ne occuperà?

            Non sto facendo inutile allarmismo: basta digitare su google immagini “Chernobyl”, per vedere l’effetto che fa.

            Il nucleare sarà la tomba dell’umanità, se non si decidono a smetterla.
            La cosa peggiore è che chi non è d’accordo, anche se fa parte di una maggioranza, non viene ascoltato, e i pochi che possono decidere condanneranno il mondo.

            Ot, lunedì è il giorno del vento: http://www.windday.eu/
            Sull’energia eolica. Naturalmente p una cosa europea, figuriamoci se l’Italia, con tutto il vento che soffia, si degna di iniziare una seria politica energetica di questo tipo (ed è meglio che taccio, altrimenti direi cose da censurare)

            • n. 6 - Vale ha detto:

              Joz, non si può scrivere una lettera a qualche quotidiano nazionale, non so, Repubblica?

              • n. 7 - Gastone ha detto:

                Problema veramente serio.
                Perchè non facciamo una raccolta seria di firme.
                Seria significa tante tante firme senza colore politico.
                Questo sarebbe il primo passo e poi TV, giornali nazionali e locali.
                Diffondere la notizia e cercare di stopparla con i cittadini.
                Faccio anche appello a tutte le forze politiche affinche promuovino questa iniziativa.
                Resto in contatto ed a disposizione

                • n. 8 - curiosità ha detto:

                  Ormai non mi meraviglio più di niente…neanche più al mare tranquilli possiamo andare!! Da quello che ho capito, in pratica a latina si sono ritrovati questa discarica nucleare con la scusa della centrale che è stata dismessa qualche anno fa…quindi visto che dovevano smaltire già delle scorie,hanno pensato bene di portare i rifuiti nucleari da tutta italia… e a quanto pare il comune di latina …se non ho capito male, è stato obbigato ad ospitare questo capannone con rilascio attraverso il camino della centrale di RADIONUCLIDI…questo termine mi giunge nuovo, non si finisce mai di imparare: Comunque la cosa più impressionante è che è stato dato ordine di fare questa cosa violando le leggi di stato…titto sotto silenzio…se non è dittatura questa!!

                  • n. 9 - Vale ha detto:

                    Bè, se qualcuno si decide ad organizzare una raccolta firme, io vengo a firmare, e magari mi fermo anche a spiegare alla gente che razza di veleno sia il nucleare.

                    • n. 10 - jozmile (autore) ha detto:

                      @curiosità: la centrale nucleare non è stata ancora dismessa. E’ in pausa ed è ancora tutto lì dal giorno in cui è stata “sospesa”. Per quelli favorevoli al nucleare anche questa considerazione: in 22 anni ancora non sono riusciti a dismettere questa che è la prima centrale nucleare installata in Italia.

                      @vale: penso che dovremmo prima cercare di contattare qualcuno della zona di borgo Sabotino che magari sta già portando avanti questa iniziativa. Credo sia meglio cercare di aumentare l’intensità di una protesta invece che crearne altre piccole. Proverò col compare Google.