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I ladri le ronde e la pace sociale

Artena_centro-urbanoIn un clima di tensione sociale crescente, in un paese che sta pagando duramente i colpi di una crisi che ci fa apparire l’altro come ragione dei nostri guai il fuoco dell’intolleranza arde alimentato dalla rabbia crescente. Se in una situazione al limite del collasso si presenta un gruppo di ladri ben organizzato che batte il paese palmo a palmo con sistematica lucidità violando la sacralità della casa, la razionalità si sconquassa e a governare la società rimangono la paura e l’istinto di autotutela.In quest’ottica nascono le ronde spontanee dei cittadini di Artena.
Parlare di ronde evoca immagini di celti beoni che girano con camice verdi e bottiglie di amaro Braulio, sicuri nelle loro inflessioni dialettali spigolose a recitare slogan celoduristi che tanto rassicurano la mitica Casalinga di Voghera..Eppure i ragazzi con cui abbiamo parlato lunedì sera non bevono acqua del pò dall’ampolla, ne girano con corna di bue sull’elmetto.
I ragazzi con cui abbiamo parlato sono gli stessi che vediamo al bar la sera o la mattina alla posta.I rdr (ragazzi delle ronde) bisogna guardarli in faccia per giudicarli. Per capire cosa sta succedendo nel nostro paese occorre analizzare i fatti da un punto di vista libero da pregiudizi e da impostazioni ideologiche preconfezionate.
Da subito abbiamo capito che la discussione tra noi ed i ragazzi delle ronde viaggiava su due piani diversi, entrambi legittimi ma sostanzialmente contrastanti.Se da una parte appariva chiaro che il “monopolio della violenza” appartiene allo stato che solo può tutelare la sicurezza dei cittadini senza incorrere in pericolose derive incotrollate, dall’altra si è considerato che la situazione ad Artena sta assumendo sempre di più le sembianze di un emergenza sociale che va fronteggiata a tutti i costi.La sensazione di abbandono in cui versa il nostro paese è tale da spingere i comuni cittadini ad intraprendere azioni private di controllo del territorio. In alcuni casi i cittadini armati di diverse contrade tengono lo schioppo caldo vicino alla finestra, con il colpo in canna e la ferma intenzione di lasciarlo partire correndo il richio, come già successo purtroppo, che a pagarne le conseguenze può essere un innocente che rimane a terra ed un inconsapevole omicida che con questo rammarico dovrà convivere per tutta la vita.
Un ruolo fondamentale in questa vicenda, manco a dirlo, lo stanno giocando i social network.
Scorrendo le pagine di facebook si ha l’impressione di un assedio costante, uno stato di terrore latente in cui si sommano informazioni false e paure legittime. Una porta lasciata aperta diventa un chiaro segno di effrazione ed un rumore nella vicina boscaglia mette in allerta un intera contrada.
C’è da augurarsi che al più presto la situazione torni alla normalità.I ragazzi che passano la notte al freddo per difendere ciò che amano dovrebbero poter tornare a casa e vivere tranquilli.
Perchè questo succeda, però, è necessario che le istituzioni tornino a giocare un ruolo centrale.Se l’ordine pubblico verrà ristabilito da chi ha equipaggiamento, preparazione, professionalità e capacità (e non ultima una divisa) avremo la sensazione di tornare a vivere in uno stato di diritto in cui regna la legge. Se invece i ragazzi delle ronde non potranno tornare a casa c’è solo da augurarsi che tutto vada sempre per il meglio. C’è da sperare che nessuno perda la testa e che non si verifichino tragici errori. Vogliamo chiedere al sindaco con chiarezza e determinazione di fare molto di più.Gli chiediamo di pretendere un presidio straordinario per tutelare i diritti di una comunità sotto scacco.
E vorremmo che questa sicurezza potesse diventare un abitudine. Non dimentichiamo che ci sono zone del nostro paese (pensiamo ad esempio al centro storico) che in questo stato di incertezza vivono tutto l’anno, tutti gli anni.

La storia
Il tutto ha inizio settimane fa, quando una serie di furti ha incominciato ad allarmare i residenti della contrada Maiotini. Il panico a questo punto si è diffuso tra la gente e al riguardo l’opinione di tutti era e,purtroppo,continua ad essere la seguente: laddove lo Stato manca è la comunità che deve agire perché,di certo,le leggi in merito non sembrano tutelare il cittadino e poco aiuta sapere che ci siano solo due pattuglie notturne dei carabinieri per ben otto comuni. L’unica soluzione a questo punto sembrava essere la costituzione di ronde formate da cittadini volontari per difendere ciò che qualcun altro avrebbe dovuto tutelare. Nasce dunque poche settimane fa un gruppo in contrada Maiotini che,animato dal medesimo obiettivo, si unisce non solo per evitare nuovi furti supervisionando il territorio,ma anche per ridurre il rischio di quei comportamenti,talvolta irrazionali innescati proprio dalla paura e dalla rabbia. Su questi presupposti, le ronde agiscono(o dovrebbero agire ndr) impugnando solo una torcia per illuminare e tranquillizzare le case dei residenti ed un telefono per tenersi in contatto con le forze dell’ordine nel caso di movimenti sospetti. Riguardo l’organizzazione e i requisiti a cui debbano adeguarsi le ronde, è da citare il DM 8 agosto 2009 emanato in materia degli “osservatori volontari”, in attuazione della legge sulla sicurezza 94/2009 (http://www.francocrisafi.it/web_secondario/leggi%20nazionali%202009/decreto%20mininterno%2008%2008%2009.pdf). Oltre ai requisiti minimi previsti, quali il raggiungimento della maggiore età, la costituzione di nuclei di un numero di persone non superiore a tre (di cui almeno una di eta’ pari o superiore a 25 anni), il mancato ausilio di mezzi motorizzati, di animali e, anche se in possesso di porto d’armi, di armi o altri oggetti atti ad offendere, il decreto delinea la modalità con cui legittimare le ronde: il sindaco che intenda avvalersi di simili associazioni emana apposita ordinanza con la quale formalizza la propria volontà, identificando gli ambiti per i quali intenda utilizzarle; una volta ottenuta l’autorizzazione, il passo successivo è la domanda di iscrizione, indirizzata al Prefetto della provincia dove l’associazione intende operare ed ha una sede, poiché in ciascuna Prefettura-Ufficio territoriale del Governo e’ istituito l’elenco provinciale delle associazioni degli “osservatori volontari”.
A quanto sappiamo il gruppo si sta muovendo proprio in questi giorni per ottenere le sopracitate autorizzazioni e, per quello che è possibile apprendere da testate giornalistiche, come http://www.repubblica.it/politica/2010/09/12/news/il_flop_delle_ronde_padane_dopo_un_anno_ce_n_una_sola-6989688/ , non sembrano essere state molte,fino al 2010, le richieste di iscrizione a detta di Francesco Tagliente, questore di Roma.
Al di là di quali possano essere le considerazioni riguardo le ronde, il dato oggettivo è che da ben una settimana i furti nella zona di Maiotini sono ridotti a detta del gruppo ed è proprio da una settimana che questo si è attivato. Un simile risultato,tuttavia,non può omettere un altro dato importante: c è sempre un singolo che,non conforme al gruppo dei volontari e alle sue regole,preso dalla rabbia, si comporti irrazionalmente; questo,di certo,comprometterebbe l’integrità delle attività svolte dalle ronde che,ricordiamolo, devono essere coordinate con i servizi della polizia municipale del comune interessato in modo da garantire un’idonea ricezione delle segnalazioni. Fin qui abbiamo riportato le informazioni a noi giunte soprattutto grazie all’incontro con gli attivisti delle ronde, ma, come è nostro solito fare, non ci siamo fermati qui.
La redazione ha cercato di approfondire il problema guardandolo nelle sue molteplici sfaccettature talvolta offuscate tra il desiderio di vendetta e quello di giustizia. Data per certa l’assenza dello Stato, garante della sicurezza e dell’ordine pubblico, non possiamo non riconoscere a questi cittadini il merito di aver reso più arduo l’agire indisturbato dei ladri e aver colmato, per quanto loro possibile, l’eventuale dilagare di un’anarchica rabbia collettiva. Detto ciò, tuttavia, non possiamo non condurvi verso doverose e importanti riflessioni: “lo stato siamo noi”, sì, ma fino a che punto? Esiste forse un limite oltre il quale il cittadino è tenuto a difendere sé stesso? Probabilmente esiste un limite, quello dell’insoddisfazione e questo, a sentir la gente, è già stato superato da un bel pezzo. Un simile malcontento non dovrebbe tradursi in pura e sterile rassegnazione perché è proprio nel momento in cui il cittadino si abitua alla mancanza di certi diritti che lo Stato incomincia un po’ a morire. Ci si abitua a tutto: al commerciante che non fa lo scontrino, agli scheletri schifosi di infrastrutture mai terminate,a gare d’appalto vinte da quei soliti noti, a scuole che spesso pensano più ai grandi che ai piccoli ed,infine, ci si abitua a cittadini che difendono i cittadini. È in queste situazioni che si ravvisano le possibili cause della mancanza di fondi destinati proprio alla salvaguardia dei nostri diritti. A questo punto la domanda sorge spontanea: è possibile sdegnarsi per un ladro che ti ruba in casa e poi alzare semplicemente le spalle a chi ,invece, ogni giorno decide di vivere sui tuoi risparmi,sulla tua busta paga, sulla tua sicurezza? Sono o non sono anche questi i nostri “gioielli di famiglia”? o sono solo i nostri diritti? E poi, se le ronde rappresentano oggi la più immediata delle soluzioni possibili al problema, domani ci si aspetta, da parte della cittadinanza oggi impaurita, un’azione di sollecito nei confronti dell’amministrazione al fine di veder nuovamente riaperta una caserma chiusa ormai da anni e adeguate le forze dell’ordine qualora sopraggiunga uno stato di emergenza…
Quando si parla di un diritto come quello alla sicurezza, non c’è, o non dovrebbe esserci, taglio di spesa che tenga, nonostante per anni questo sia stato il problema principale del nostro centro storico: sono anni che i residenti si lamentano senza ottenere nulla e a quanto pare il problema è sceso a valle. Nel tempo la cittadinanza si è sentita tutelata dal solo fatto di essere lontana dalla questione ma adesso ciò che prima l’indifferenza occultava la paura ha portato alla luce. Ebbene sì, la paura talvolta unisce. Ci accontenteremo di sopravvivere nel timore o forse un giorno lotteremo per non averne più? Di sicuro l’informazione si prefissa di ridurre quelle incertezze impaurite della gente e noi speriamo di esservi stati d’aiuto.

  • adele la shekkia

    ma se anche in italia come negli usa la proprietà privata fosse considerata sacra ed inviolabile con tutto quello che ne segue, ci sarebbero lo stesso tutti questi furti nelle case?
    un abbraccio circolare

  • Perla Gente

    Speriamo che la paura mista alla rabbia non porti tutti alla deriva, che il degrado e il disagio dei cittadini non sfoci in tensioni e conflittualità pericolose. La cosa più assurda è che malgrado ci siano delle leggi che dovrebbero contrastare i fenomeni di criminalità, queste non vengono applicate a dovere ed i delinquenti si avvalgono di questo lassismo ed è sempre più consueto il fatto che chi commette reato quando venga incarcerato torni libero in poco tempo.

    Le ronde finora sono state la risposte di cittadini alle mancanze dello Stato, per cui anche qui ad Artena questa sta diventando una realtà e credo che l’Amministrazione dovrebbe prenderne atto e dialogare con queste persone visto che sono coloro che spontaneamente stanno dando una risposta immediata al problema. Questo incontro servirebbe a dare a questi ragazzi che anche voi avete ascoltato una certa visibilità e a capire il tipo di servizio che stanno svolgendo. Comunque sono diversi ormai i Comuni italiani che si stando dotando di servizi di vigilanza privata per la sorveglianza notturna e forse occorrerebbe dotare il nostro territorio di queste presenze, investendo qualcosa per la sicurezza di molti.