L’imprenditore mascherato e lo strano caso della centrale Biogas fantasma
Da settimane ormai si rincorrono le voci riguardo la creazione di una centrale a biogas sul nostro territorio. Secondo alcune indiscrezioni riportate da “La tribuna dei castelli” un gruppo di privati starebbe valutando l’ipotesi di realizzare un impianto nei pressi della località “La Grazia” al confine tra Artena, Giulianello e Rocca Massima.
Se ancora rimane incerta le modalità di realizzazione, e la fondatezza stessa di questa informazione, è invece concreta la mobilitazione dei cittadini e delle associazioni del territorio.
In tal senso vi riportiamo il comunicato del nascente movimento:
Non ci sono ancora atti ufficiali ma ciò che apprendiamo dai giornali e dalle testimonianze ci preoccupa tanto da voler fare chiarezza sulla questione.
Secondo alcune testate giornalistiche sono in corso trattative tra privati per individuare l’area dove far nascere una centrale a Biogas.
Probabilmente l’area in questione è quella compresa tra le colline adiacenti alla Fassa Bortolo, nel comune di Artena, in prossimità del Monumento Naturale Lago di Giulianello ma, per il momento, non vi sono dati certi.
Non importa quale sia il terreno o la zona dove i privati intendano realizzare la centrale, noi dichiariamo la nostra ferma opposizione ad ogni ipotesi di centrale a biogas.
Le centrali biogas sono anacronistiche in quanto esistono tecnologie che permettono di trattare gli stessi rifiuti con un processo di compostaggio non invasivo.
A farne le spese sono gli agricoltori e gli allevatori del posto e tutti coloro che stanno puntando a realizzare prodotti locali di qualità.
Nell’attesa che le istituzioni preposte facciano chiarezza in merito, invitiamo la popolazione a mantenere vigile il controllo sulla situazione.
FIRMATARI DEL DOCUMENTO:
Associazioni e comitati
Movimento Autonomia Giulianello
Slow Food Cori-Giulianello
Arci – Artena
Unione giovani indipendenti – Artena e Colleferro
La Spinosa – Velletri
Rete dei beni comuni – Velletri
Comitato Carventum – Rocca Massima
Comitato Rifiuti Zero – Genazzano
Associazione R/esistenza – Velletri
Associazione Argonauti – Cori
Partiti e gruppi politici
Rifondazione Comunista Cori-Giulianello
Movimento Cinque Stelle Artena
Esponenti istituzionali
Stefano Pennacchi – consigliere comunale di Velletri
Paolo Trenta – consigliere comunale di Velletri
Armando Conti – consigliere comunale di Artena
Tommaso Conti – sindaco di Cori
Luca Zampi – assessore all’Ambiente del Comune di Cori
Chiara Cochi – assessore alle Politiche Sociali di Cori
Deputazione ASBUC di Giulianello
Questa sera, durante la consueta riunione della redazione di Artenaonline, abbiamo discusso questa questione e abbiamo deciso di aderire anche noi a questo documento.
Queste le ragioni che ci hanno convinti:
- Gli impianti a biogas erano stati pensati inizialmente come un sostegno al fabbisogno energetico delle aziende agricole e zootecniche che,abbattendo l’impatto degli scarti biologici derivanti dall’attività produttiva contestualmente riducevano il proprio bisogno energetico, emancipandosi energeticamente e creando un piccolo indotto grazie all’energia reimmessa nella rete. Si consideri che un imprenditore difenderà sempre il suo investimento. Se un agricoltore realizza un impianto a biogas per soddisfare il fabbisogno energetico della propria azienda manterrà attivo l’impianto tutelando l’ambiente che lo circonda, perché dalla sua salvaguardia dipende la sopravvivenza della sua azienda. Se, facendo un caso limite, l’agricoltore si dovesse trovare a decidere se salvare una mucca malata a causa dell’inquinamento o spegnere l’impianto, di certo opterebbe per la seconda. Ma se un imprenditore investe nella realizzazione di un impianto che produce energia, che è il suo primo sostentamento e fonte di guadagno, tra la famosa mucca malata e lo spegnimento dell’impianto opterà sempre per la soppressione dello sfigato bovino.
- In un paese virtuoso la libera impresa incontra i suoi limiti nella salvaguardia degli interessi della collettività. Le amministrazioni tutelano i cittadini facendosi carico dell’ onere di controllo delle attività private . Nel nostro mondo le amministrazioni di tutti i livelli sono conniventi con chi gestisce gli interessi economici, agevolando l’elusione dei controlli e garantendo l’impunità di chi danneggia la collettività per il proprio tornaconto, se così non fosse non avremo assistito ai camion che, col favore delle tenebre ma soprattutto delle casuali distrazioni di chi avrebbe dovuto controllare, portavano a Colleferro tonnellate di copertoni ed altre sostanze che bruciavano negli inceneritori ed ora alimentano i tumori che flagellano la nostra popolazione come una pandemia che ingrassa le tasche di qualcuno e riempie le casse dei morti della nostra terra.
- In un paese virtuoso prima di ragionare su qualsiasi alternativa si implementa la raccolta differenziata portandola a livelli soddisfacenti, quanto meno che raggiungano la doppia cifra. Si conferisce tutto il materiale differenziato nei centri di riciclo e poi, ma solo poi, ci si interroga su come valorizzare l’umido che rimane al termine del ciclo per trasformarlo in valore aggiunto invece che farlo rimanere una voce di spesa in termini di smaltimento. Non si può realizzare una centrale che, non potendo attingere ad un circuito virtuoso, avrà continuamente bisogno di essere alimentata da materiale di provenienza dubbia ( si veda il punto 2)
Per queste ragioni abbiamo deciso di aderire e sottoscrivere il documento. Quando in una società lo Stato non è in grado di garantire la sicurezza della comunità, i cittadini si fanno carico della salvaguardia dell’interesse collettivo, in primis della salute.
Fin quando le istituzioni non si riapproprieranno del ruolo di garante, i cittadini saranno pronti ad ergere barricate in difesa della propria sicurezza, anche in casi, come questo, in cui la minaccia è solo potenziale.