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In ricordo di Nelson Mandela
Sta per terminare un anno particolarmente interessante sotto il punto di vista politico italiano:
il parlamento si è rinnovato con il voto del 24-25 Febbraio il cui esito non ha
definito un nuovo governo a causa dell’attuale sistema elettorale “porcellum”
di cui tanto si parla e che probabilmente verrà sostituito in vista delle prossime elezioni.
Dopo alcune ipotesi,tra tutte il “giro di consultazioni” di Bersani non andata a buon fine,è stato affidato a Enrico Letta l’incarico di formare il governo dal Presidente della Repubblica il 28 Aprile.
Sicuramente è da sottolineare l’insediamento di un nuovo “partito” in parlamento di rilevante importanza,il “Movimento 5 stelle” di Beppe Grillo.
Per non dilungarmi troppo aggiungo solamente l’elezione del “nuovo” Presidente della Repubblica, iniziata il 18 e terminata il 20 di Aprile,con la rielezione per il secondo mandato consecutivo (il primo nella storia della Repubblica) di Giorgio Napolitano.
A livello mondiale il 2013 ci ha riservato novità importanti :
l’11 Febbraio non possiamo dimenticare le dimissioni a “sorpresa”(anche questo gesto unico finora nella storia) del Papa Benedetto XVI, seguite il 13 Marzo dalla conseguente elezione di Papa Francesco I (l’ex cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio).
il 15 Aprile due bombe esplodono durante la maratona di Boston provocando 3 morti e circa 170 feriti. Questo evento lo definisco rilevante in quanto dopo l’attentato dell’11 Settembre 2001 dimostra ancora una volta che gli Stati Uniti non sono “inattaccabili”.
il 3 Luglio “Colpo di stato” in Egitto dove il Presidente Mohamed Morsi viene messo agli arresti domiciliari dai militari della Guardia Repubblicana egiziana e portato in caserma.
il 5 luglio viene nominato presidente “momentaneo” Adli Mansur che decide di sciogliere il parlamento in attesa dinuove elezioni da svolgersi in data da destinarsi. Numerose città sono teatro di scontro. Il conto è 30 morti e 200 feriti.
Il 14 Agosto proseguono gli scontri in Egitto dove la giunta militare sgombera con forza i sit-in pro Morsi dei Fratelli Musulmani nei pressi della moschea di Rabaa al-Adawiya e di Nasr City con un bilancio di almeno 638 morti.
Il 22 Settembre in Germania si svolgono le elezioni federali tedesche con l’elezione per la terza volta del Cancelliere federale Angela Merkel che, non avendo ottenuto la maggioranza assoluta,ha formato un governo di “larghe intese”,in vigore attualmente anche in Italia.
il 9 Novembre il tifone Haiyan si abbatte sulle Filippine causando la morte di oltre 10.000 persone.
Di avvenimenti importanti e interessanti ce ne sarebbero tanti altri di cui discutere e analizzare, sia a livello nazionale che mondiale, ma rischierei di dilungarmi su quel che non mi interessa dirvi con questo articolo.
Vorrei invece parlarvi di un personaggio storico che ci ha lasciato quest’anno e precisamente il 5 Dicembre.
Nelson Mandela, conosciuto come “Madiba“, così chiamato dai membri anziani della sua famiglia,diventato con il passare degli anni sinonimo del suo stesso nome, tanto che anche le più alte personalità politiche mondiali lo hanno spesso chiamato così.È stato il primo presidente eletto democraticamente in Sudafrica a Maggio del 1994.
Per il Sudafrica le prime elezioni in cui gli aventi diritto non erano più i soli “bianchi”.
Un anno prima (1993) ricevette il Premio Nobel per la Pace insieme al suo predecessore De Klerk.
Ma Vediamo come siamo arrivati alla sua elezione come presidente.
Mandela è stato il simbolo della lotta contro l’apartheid (politica di segregazione razziale istituita dal governo di etnia bianca del Sudafrica).
Agli inizi della sua lotta costituì insieme ad altri la Lega Giovanile dell’ ANC (African National Congress),un partito politico fondato durante l’apartheid,di cui divenne pochi anni dopo presidente.
Mandela invitava la gente a rifiutarsi di obbedire alle leggi discriminatorie, organizzando marce di protesta e manifestazioni, tutto ciò in modo non violento.
Con il passare del tempo però,la rabbia della gente cresceva e dopo essere stato arrestato e poi assolto, di fronte alle crescenti repressioni, capì che la lotta armata rimaneva l’unica soluzione.
Nel 1964 Nelson Mandela fu giudicato colpevole di sabotaggio e alto tradimento e fu condannato insieme ai suoi compagni alla punizione suprema: ergastolo a Robben Island, il luogo più duro e spietato del sistema penale dell’apartheid sudafricano.
Durante la prigionia Mandela vinse le sue piccole battaglie riguardo i diritti, non dimenticando la battaglia più importante.
Negli anni 80 la crescente condanna internazionale nei confronti dell’apartheid portò a colloqui segreti tra Mandela e il governo, ottenendo la sua scarcerazione l’11 Febbraio del 1990.
La sua prigionia durò la bellezza di 27 anni, nel quale né sofferenza, né dolore e disperazione presero il sopravvento sulla sua volontà di combattere sempre di più l’apartheid.
Si ritirò ufficialmente dalla vita pubblica nel 1999, non interrompendo del tutto la sua misericordiosa azione umanitaria.
Mandela è stato un simbolo della lotta per la giustizia,l’uguaglianza e la dignità non solo in Sudafrica,ma in tutto il mondo.
Il suo sacrificio era così grande da incitare ovunque le persone a fare tutto ciò che fosse in loro potere per il progresso dell’umanità.
Nel libro “Io, Nelson Mandela” nella sua prefazione l’attuale presidente degli Stati Uniti Barack Obama utilizza questa frase che mi ha molto colpito. “Il suo esempio contribuiva ad aumentare la mia consapevolezza del mondo e del dovere che tutti noi abbiamo di lottare per ciò che è giusto. Con le sue scelte, Mandela dimostrava che non dobbiamo accettare il mondo così com’è,che possiamo fare la nostra parte perchè diventi come dovrebbe essere”.
Poi continua “Nelson Mandela ci ricorda di non essere stato un uomo perfetto. Anche lui,come tutti noi, ha i suoi difetti. Ma sono proprio queste imperfezioni che dovrebbero essere d’ispirazione per ciascuno di noi. Perché, se siamo onesti con noi stessi, sappiamo che affrontiamo battaglie piccole e grandi,personali e politiche,per superare la paura e il dubbio,per continuare a impegnarci anche quando l’esito della lotta è incerto,per perdonare gli altri e sfidare noi stessi.”
Chiudo con una delle citazioni più celebri di Nelson Mandela:
” ho nutrito l’ideale di una società libera e democratica, in cui tutte le persone vivono insieme in armonia..questo è un ideale per cui vivo e che spero di realizzare. Ma se è necessario, è un ideale per il quale sono pronto a morire”.
RIP Madiba