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Storie di multe, ci scrive Mino Massimei.

12 luglio 2011 visto 252 volte 3 Commenti Scritto da Martina

Pubblichiamo la storia di una multa e dei suoi presunti significati politici. La multa è indirizzata a Mino Massimei, segretario locale dell’Arci. Massimei avrebbe mancato di pagare la tassa d’affissione per promuovere la sua attività, e adesso dovrebbe versare la somma di 217, 60 euro alla polizia locale. Ci spiega perché l’accusa non sta in piedi e cosa c’è dietro, secondo lui.
Leggiamo.

Ci sono vicende surreali. Storie surreali. Per anni uno abbiamo ascoltato campagne elettorali in cui la
parola “giovani”, politiche culturali” in generale e per i suddetti venivano usate come degli argomenti
importanti per le tornate elettorali ( per dimenticarle subito dopo).
Il centro storico, i giovani ( magari con due g per non sbagliare) e la “breccia” davanti casa. Poi magari qualcuno con
un po’ più di serietà uno straccio di politica culturale anzi per dirla meglio di “azione culturalmente compiuta” ha cercato di farla per davvero. Magari all’inizio con difficoltà . Poi le cose crescono. Come sempre in tutte le realtà, chi può cerca di strumentalizzare: agli altri magari qualcosa da fastidio. Forse ci sono persone cresciute politicamente negli anni ottanta non riescano ad accettare la vecchiaia, m vi consigliamo la camomilla la sera ( è ottima per conciliare il sonno).
La piccola logica delle denunce, delle telefonate fatte come pressioni… sarebbe anche ora di smetterla. Ognuno si confronti pubblicamente alla luce del sole.
Ad Artena per anni sono state tollerate le peggiori brutture, per cui ci sembra normale che la tolleranza zero la facciano sul pensiero critico. Perché questa è una questione politica.
E non prendiamoci in giro, per favore. Capiamo che sia difficile accettare che c’è una generazione che capisce il conflitto sociale e che vuole farlo. Per cui magari è normale che degli striscioni che invitano a votare ai referendum vengano tolti nel giro di pochissime ore. Mai vista tanta efficienza. Cambiando versione due volte: la prima che c’era un’ offesa al decoro urbano, la seconda che si violava il silenzio elettorale. O la prima o la seconda, amici, o tutte e due insieme: decidetevi.

Quindi veniamo alla questione qui in discussione. Ma che si inserisce in contesto più ampio di mal sopportazione di una generazione (o di una parte di essa). Il 1 luglio c’erano due iniziative in contemporanea. Il direttore del “Manifesto” G. Polo e l’iniziativa del gruppo “ Crescere insieme”.
All’associazione che rappresento non interessava minimamente di intralciare la seconda ( visto che io la mia la convoco prima di sapere che lo stesso giorno c’erano i gran signori al “Palazzaccio”). Perché crediamo nella democrazia.
I “servi sciocchi” dei secondi credo proprio di no. Per quanto riguarda la vicenda in se (anche sciocca) la sentenza della Consulta n.301 del 2000 dice espressamente ” in definitiva, dunque, dal sistema normativo in esame ,
correttamente interpretato, non discende affatto che siano soggette all’imposta le forme di propaganda di contenuto ideologico effettuate senza fini di lucro”[…]. Ora magari nel nostro caso specifico interpretiamo male la sentenza. Ma
quello che importa è per noi il contenuto politico. L’attività dell’associazione che rappresento è mal digerita da un parte della comunità (soprattutto da un certo ceto politicista di “destra” e di “sinistra”) e questo caso qui è solo l’ultimo. Mi dispiace, ma dovrete sopportarci ancora per un bel pezzo.

MINO MASSIMEI
CIRCOLO ARCI ARTENA(RM)

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