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Barbara Balzerani ad Artena.

1 aprile 2012 visto 439 volte 14 Commenti Scritto da

Il Circolo ARCI “Montefortino 93″ organizza per il 13 Aprile alle ore 21 ad Artena(RM) in via Garibaldi all’ex sede del PCI la presentazione e lettura collettiva dell’ultima opera di Barbara Balzerani ” Cronaca di un’ attesa”, Derive Approdi editore. Siete tutti invitati. Chi vuole porti un dolcetto.

Cronaca di un’attesa è il racconto dell’ultimo anno trascorso dall’autrice in libertà condizionale prima del fine pena. Quando il tempo si può cominciare a contare a mesi, dopo i decenni passati tra clandestinità e galera, cambia lo sguardo e la prospettiva. Come vivere un tempo sospeso di una vigilia sullo stipite di una soglia che dà su un paesaggio sconosciuto, invitante e sfuggente. I giorni passano con estenuante lentezza, come se tutto si fosse fermato, come se la vita immaginata nei lunghi anni alle spalle mostrasse il conto delle sue illusorie promesse. L’alibi della costrizione sta per abbandonarla e deve imparare a vivere la libertà, in un mondo che le appare sfigurato, triste, infelice, senza bellezza. La cronaca offre spaccati di vita sociale e lei cerca di interpretare i nuovi linguaggi usando la memoria del suo universo emotivo che la porta lontano, alla sua infanzia, all’infanzia di tutto. Ha imparato a diffidare del sovrapporsi di voci e ascoltare il silenzio. A cercare le ragioni di un insostenibile presente mettendo distanza, tornando indietro, fin dove è ancora possibile vedere e sentire. Una memoria visionaria la guida per ritrovare parole di senso per descrivere l’inimmaginabile di un fine corsa senza più fiato e attese. Forse ha sognato, forse non è successo nulla e tutto, nel migliore dei mondi possibili, scorre come dovrebbe. Ma la memoria è là a raccontarle che c’è sempre possibilità di scelta e che il tempo presente è solo l’ultimo, non l’unico.

http://www.deriveapprodi.org/wp-content/uploads/2011/07/2011.06.26_cronaca_attesa_intervista_terranullius.pdf

Barbara Balzerani nei primi anni Settanta milita in Potere operaio, poi nelle Brigate rosse, con incarichi nella sua direzione strategica. Al termine di una lunga latitanza viene arrestata e sconta venticinque anni di carcere. La sua pena
sta per scadere e questo libro registra quel momento. È anche autrice di La sirena delle cinque (Jaca Book, 2003) e Compagna luna (Feltrinelli, 1998).

MINO MASSIMEI
CIRCOLO ARCI
ARTENA(RM)

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14 Commenti »

  • n. 1 - march ha detto:

    Immagino sia il consueto “pesce d’aprile” !!!

    • n. 2 - elhombrito ha detto:

      No no, stavolta è vero, in genere smentiamo il pesce d’aprile già dal 2…stavolta è vero e dietro c’è tutto l’impegno reale di Mino, quindi non mancate

      • n. 3 - march ha detto:

        Anche ai familiari delle vittime delle BRIGATE ROSSE il mondo appare SFIGURATO,TRISTE,INFELICE,SENZA BELLEZZA.Che dovremmo fare,oltre al dolcetto,accoglierla con la banda e il tappeto rosso?

        • n. 4 - Mino ha detto:

          Due questioni. La prima: l’incontro è spostato in via Del Convento alla sala parrocchiale Padre Ginepro Cocchi. Quindi vi prego di venire in tanti perchè sarà un confronto ( umano quanto meno) molto interessante. Per il sig. March, che solleva un problema importante io potrei risponderle che le vittime dei quegli anni a cui il mondo appare sfigurato, triste, infelice sono tante. Ai familiari delle vittime di tanti studenti, operai uccisi in manifestazioni di piazza di quegli anni le assicuro che il mondo appare proprio brutto. Ma ora è il momento in cui da persone adulte possiamo confrontarci con un minimo di serenità. Tutto qui. Non è chiedere molto.Senza tappeti rossi.

          con stima,

          mino massimei
          ARCI

          • n. 5 - martina ha detto:

            Mino, mi fai avere il su testo?

            • n. 6 - elhombrito ha detto:

              Non penso che il centro del discorso debba essere il “chi ha sofferto di più” o le ragioni più o meno comprensibili che hanno spinto un paese intero sull’orlo della guerra civile. Un essere umano che si arroga il diritto di togliere la vita ad un suo simile si macchia comunque di una colpa, e non è attenuante ne la bandiera ne la divisa. Penso invece che dovremmo affrontare quel periodo con la maturità di una democrazia consolidata, che ha trovato la sua legittimazione anche nella forza di superare il buio di quegli anni. Penso che in questa ottica dovremo presentarci al convento. Scevri di spirito vendicativo nei confronti di una persona che comunque ha saldato il suo conto con la giustizia, è giusto cogliere questa possibilità nel migliore dei modi.
              Potremo sentire la storia, raccontata da chi ne è stato artefice, abbandonando per un paio d’ore il pregiudizio, in tutte le sue accezioni, in virtù di quella sete di conoscenza e di verità che sole possono fare grande un paese.
              Io penso che questa sia una grande occasione, e ringrazio mino per questo.

              • n. 7 - march ha detto:

                Purtoppo nessuno potrà ascoltare la storia raccontata da chi ne è stata vittima…è bene tenerlo presente ascoltando le “ragioni”della signora Balzerani.Comunque non sto criticando la vostra iniziativa,temo solo che ancora una volta avvenga quello che negli ultimi anni è già avvenuto troppo spesso:i terroristi(non si può essere ex terroristi come non si può essere ex assassini)ascoltati e mai criticati mentre le vittime continuano a restare senza una voce che li rappresenti e per di piu’al cimitero. Ricambio la stima espressa da Mino Massimei e la estendo a tutti voi.Buona pasqua a tutti..

                • n. 8 - elhombrito ha detto:

                  @march:l’affermazione “ascoltati e mai criticati” e legata anche alla sua presenza. Cerchiamo di creare questo tipo di dialogo!
                  venga all’incontro e critichi, faccia domande, metta in discussione.
                  Questo è lo spirito giusto per incontri di questo tipo…o no?