Don’t clean up this blood-diaz
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=KVysTs75mBI[/youtube]
Questo post lo voglio infilare di forza tra le pagine di questo sito.
Deve essere come il film che lo riguarda: una zeppa odiosa che lascia aperta la porta della memoria, così che tutti possano guardarci attraverso, per non dimenticare mai che una volta, undici anni fà abbiamo viaggiato nel tempo tenuti in braccio dalla violenza, tornando al macabro gioco del dolore e della paura.
Paura, si.
Perchè quando l’uomo in divisa che dovrebbe proteggerci, diventa colui da cui proteggersi, il piano della logica si ribalta.
Quando il piano della logica si ribalta non serve pensare, perchè ad ogni azione corrispondono reazioni non prevedibili.
Questo film andrebbe vissuto, andrebbe fatto guardare ai bambini, perchè traccia il limite dal quale tutti, dovremmo sempre tenerci alla lontana. Da quì dovremmo allontanarci, per crescere. Tutti dovremmo toccare il pavimento putrido di quella tomba in cui per pura casualità non fù seppellito nessuno, se non l’essenza pura della democrazia di cui deliberatamente ci si liberò per una notte.
I movimenti, le forze dell’ordine, i partiti ed i governi, dovrebbero farne un quadro tetro da appendere ai muri delle proprie sedi, come i dipinti dell’inferno nelle chiese…così che se ne abbia paura e se ne stia alla larga.
Ripartire da quì, dando risposte certe a chi non ne ha avute mentre implorava perdono per una colpa mai avuta, allo stato che gli fracassava la testa.
Ognuno se ne farà un’idea propria, ma nessuno dovrebbe sentirsi in diritto di togliere la zeppa e chiudere la porta.
Oltre quella porta ci sono situazioni che si possono vivere anche a casa nostra, e se ne sono vissute di scene simili. Se avessimo le prove, i nomi e le immagini le metteremmo in prima…ma non abbiamo che racconti di amici e quindi non possiamo far altro che tentare di capire, aprire il confronto, sperando che serva ad evitare che queste sorie si debbano raccontare ancora.
Buona visione
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fabio
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Lorenzo Valeri
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la Brebis noire
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elhombrito
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federica puddinu