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La BCC (Banca del Credito Cooperativo di Roma) incontra la cittadinanza di Artena.

  • LA BCC: STORIA DI UNA FORMICA TRA LE CICALE.

Nel pomeriggio di oggi si è tenuto un importante incontro tra la Banca di Credito Cooperativo di Roma e la città di Artena. La copiosa presenza di cittadini, imprenditori, commercianti, giovani e pensionati ha dimostrato come attualmente il tema del credito sia vivo ed acceso nella riflessione collettiva.

Apre l’incontro con la cittadinanza, dopo aver ringraziato il sindaco Mario Petrichella per aver dato loro la possibilità di tenere questo evento, il dottor Alessandro Ciocia, consigliere della BCC di Roma, nonché Presidente del Comitato Locale della banca.

L’incontro, sottolinea il dottor Ciocia, è avvenuto perché la BCC essendo presente ad Artena da ben cinque anni, e nonostante abbia avviato già numerosi rapporti con la cittadinanza, sentiva tuttavia il bisogno di fare in modo che i cittadini conoscessero meglio l’attività di questa banca di credito cooperativo e il suo modus operandi.

La Banca di Credito Cooperativo di Roma è una banca ormai solida, attiva dal 1954, e presente nella Regione Lazio e nella provincia de L’Aquila. Attraverso il suo modo di operare, la cooperazione del credito, la banca si è sempre prefissata di raggiungere obiettivi mutualistici e di cooperazione sociale. Mai troppo avventata nelle sue decisioni, sempre molto cauta e parsimoniosa, ha collezionato anni di gestione parsimoniosa ed attenta, rendendo solide le riserve del Patrimonio netto, per fronteggiare eventuali crisi sistemiche del mercato, come quelle che oggi ci troviamo ad affrontare. Come una Vestale, non ha mai permesso che il fuoco sacro si spegnesse. Con occhio vigile e scrupoloso ha sempre (e da sempre) permesso ai suoi soci e ai suoi clienti di sentirsi protetti e sicuri, e con essi, anche i loro risparmi. Come la vecchia favola della formica parsimoniosa e della cicala canterina.

Grazie alla fiducia conquistata nel corso degli anni, la BCC ha potuto raggiungere valori molto elevati, risultando la seconda medio-banca più solida d’Italia, in un momento in cui le altre banche trovano difficoltà a continuare serenamente la loro attività di erogazione del credito. Al contrario, la BCC di Roma ha potuto incrementare negli ultimi anni i volumi dei crediti.

Sui numeri c’è poco da dire: all’incirca 22 mila soci e 1300 dipendenti a cui si aggiungono i numerosi collaboratori che consentono alla Banca di Credito Cooperativo di Roma di intensificare la presenza nel territorio ed intensificare la risonanza del sistema banca nel contesto sociale.

Per implementare maggiormente l’impegno sul territorio, la BCC di Roma conta sulla presenza e sulla partecipazione della collettività. D’altronde questa è l’unica banca che non persegue scopi di lucro, bensì ridistribuisce una parte degli utili sul territorio attraverso i comitati locali che hanno già fatto confluire risorse direttamente sui territori per circa 2 milioni di euro. Contributi che sono poi andati a finanziare le attività di associazioni culturali, sportive e religiose, nell’ottica mutualistica tipica di una banca che persegue l’interesse della cooperazione e non quello della speculazione.

La banca ha dato quest’anno la possibilità ai loro soci di poter acquistare azioni per la prima volta remunerative. A fine anno, cioè, in base al risultato conseguito dalla banca, si assegna alle suddette azioni un certo dividendo. Un’iniziativa questa, che cerca di incentivare la crescita economica della banca ma sopratutto di aumentare i depositi per far fronte alle richieste dei soci.

  • IL CONTESTO ECONOMICO E SOCIALE

Il direttore di rete della BCC di Roma, Francesco Petitto, ha fornito una lucida e chiara interpretazione dell’attuale contesto sociale ed economico ricordando come, dopo la crisi del 1929, questo sia il periodo più buio della nostra storia. In questa triste pagine della storia economica e sociale del Paese, il direttore ricorda come, in controtendenza, la BCC sia stata e sia tuttora presente nel tessuto sociale e sul territorio. In questa stagnante fase di crisi e recessione, i protagonisti della storia e al contempo i risolutori della crisi siamo noi cittadini. Noi che vivendo la crisi, dovremmo anche individuarne le possibili vie d’uscita.

Fino a qualche tempo fa, il debito pubblico italiano era detenuto da investitori stranieri; dal 2011 in poi qualcosa è cambiato: molti di questi investitori hanno immesso i loro titoli del debito pubblico italiano sul mercato, generando così una situazione di instabilità e mancanza di fiducia nei confronti del nostro Paese, innescando, per converso, maggiore fiducia verso i Paesi ritenuti più virtuosi come ad esempio la Germania. Da qui nasce il tormentone dello SPREAD, il differenziale tra il tasso di rendimento dei titoli del debito pubblico italiani rispetto a quelli tedeschi. Nella caotica situazione di sfiducia verso il nostro Paese da parte degli investitori internazionali, lo spread ha raggiunto livelli elevatissimi contribuendo ad alimentare la sfiducia da parte dei creditori e a far lievitare il rischio connesso ai titoli del nostro debito.

  • LA CRISI DEL CREDITO

La crisi del credito è stata una crisi importata dagli Stati Uniti d’America con i mutui subprime e il conseguente scoppio della bolla immobiliare che ha praticamente bruciato il valore degli immobili, tanto da ridurre molti cittadini americani sul lastrico. In Europa contestualmente si sono irrobustite le regole per il settore creditizio e finanziario. Regole ritenute necessarie per evitare che saltando le banche potessero saltare di conseguenza tutti i depositi dei risparmiatori. Da ciò nascono le cosiddette regole di Basilea.

Alcune banche europee, tuttavia, hanno continuato ad esercitare una politica del credito alquanto avventata e poco parsimoniosa, in vista dei guadagni che avrebbero potuto ottenere attraverso l’attività speculativa. In questa situazione, molti investitori stranieri che prestavano soldi alle banche, hanno ritirato i loro fondi, ma nonostante questo, le banche hanno continuato a prestare cifre molto elevate, superiori alle loro effettive capacità. Lasciatemi fare un esempio: se le banche prestavano 100 (costituiti per 70 da fondi domestici e per 30 da fondi stranieri) una volta ritirati i fondi stranieri per 30, la banca ha comunque continuato a prestare per 100, pur avendo disponibilità solo per 70. Ecco che, prestando ciò che non si ha, le banche hanno dovuto richiedere i soldi indietro. Qualcuno diceva che i banchieri ti prestano l’ombrello quando c’è il sole e te lo richiedono indietro quando piove. Ecco questo detto non descrive la situazione tipica e normale dell’attività di concessione di credito. Quel detto rappresenta il modus operandi di alcune grandi banche di speculazione che in questi ultimi anni hanno utilizzato i fondi disponibili per accrescere i loro profitti e le loro ricchezze, trascurando i temi di cooperazione e solidarietà sociale di cui invece la Banca di Credito Cooperativo di Roma si fa carico. In questo drastico quadro di crisi finanziaria e crisi del credito, i primi a subire le terribili conseguenze dello sfrenato liberismo e capitalismo finanziario, sono stati i piccoli imprenditori, i commercianti, gli artigiani, provocando una catena consequenziale di piccoli fallimenti imprenditoriali che hanno contribuito a lacerare e disgregare il tessuto economico e sociale del Paese.

Impressionante è il dato della Guardia di Finanza su alcuni tassi usurai arrivati addirittura al 1800%. All’usura purtroppo si ricorre per evitare di chiudere la propria attività o di perdere il lavoro, pur sapendo che prima o poi si perderà tutto.

Il contesto immobiliare è assolutamente morto. Le case non si vendono più perché non si acquistano più. A malapena conviene affittare. E di conseguenza le banche sono ferme sui mutui. Difficilmente in questo periodo si finanziano immobili per paura di una bolla speculativa che possa far perdere il 20-30% del valore dell’immobile che ridurrebbe la garanzia per le banche. Oggi difficilmente si presta a lungo termine; si sceglie la strada del finanziamento a breve termine con un tasso più elevato.

In questo contesto difficile, bisogna saper scegliere anche la banca con cui lavorare. Ed in questo contesto la Banca di Credito Cooperativo di Roma è una banca sana, in un ambiente alquanto malato. Tuttavia non è a rischio contagio, poiché negli anni ha rafforzato le sue difese immunitarie.

La BCC, sottolinea il direttore di rete Petitto, ha già prestato 5,4 miliardi di euro e potrebbe prestarne altri 3, perché è dotata di una consistente liquidità e di un importante patrimonio; una parte piccolissima, è vero, andrà restituita alla Banca Centrale Europea, ma esclusa questa porzione di liquidità, la BCC è in grado comunque di poter svolgere serenamente la sua attività creditizia. È una banca che ha continuato ad erogare prestiti e mutui, che sono addirittura aumentati nel 2012 di circa il 9%. A questo si aggiunge il fatto che la BCC di Roma non ha mai dovuto fare a meno di nessun dipendente, nonostante il settore bancario ne avesse già fatti fuori più di 50 mila. E mentre le altre banche chiudono i loro sportelli (come Monte dei Paschi di Siena), la BCC di Roma aumenta la sua presenza sui territori, ridistribuendo risorse e aumentando la loro offerta di credito.

  • IL RUOLO DEL SOCIO NELLA BANCA DI CREDITO COOPERATIVO

Una banca di credito cooperativo ha bisogno dei suoi soci per poter intensificare la sua attività creditizia e mutualistica. Se non avesse un numero sufficiente di soci perderebbe la sua natura cooperativistica. Il socio, nella BCC, rende evidente la differenza tra questa e le altre banche. La differenza consiste nel fatto che in BCC esiste un modo di “essere socio” che è differente.

Il socio è infatti il collante tra la banca ed il territorio. È il socio che guida in BCC il modo di fare banca. Essere soci BCC vuol dire creare valore aggiunto per la banca; valore aggiunto che si traduce in risonanza sistemica tra il sistema banca e il sistema società (cittadini, famiglie, imprese, giovani, pensionati, associazioni).

“La forza della BCC sta nel fatto che questa banca non persegue interessi economici, ma finalità mutualistiche e di solidarietà sociale. E si può essere fieri di questa banca perché nessuno mai dovrà vergognarsi di essere socio o cliente della Banca di Credito Cooperativo di Roma” ha concluso il direttore di rete Francesco Petitto, rinnovando il suo saluto al Presidente della Banca Francesco Liberati, al direttore generale MauroPastore, al Consigliere e Presidente del Comitato Locale Alessandro Ciocia, al capo area Walter Pellegrini, al direttore dell’Agenzia di Artena Fabio Tomei, al direttore dell’agenzia di Cori Pino Corbi, al sindaco di Artena Mario Petrichella e a tutti i cittadini intervenuti all’incontro.

 

  • http://artenaonline.it GianMatto

    ERRATA CORRIGE:

    Per un errore materiale, al posto di “La BCC, [...] ha già prestato 9 miliardi di euro e potrebbe prestarne altri 3″, si legga anzichè 9 miliardi, 5,4 mld.

  • http://jozmile.info jozmile

    @GianMatto: l’articolo è stato modificato!
    Alla prossima riunione AOL corso di gestione articoli!!!

    :)

  • http://artenaonline.it GianMatto

    @jozmile: è vero, non ci avevo pensato! :)