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Il dott.Valenti sulla questione “museo civico”

Nell’articolo ” Le interviste di Artenaonline.it: Alberto Riccitelli “
viene più volte citato il Dott.Valenti, il quale ha giustamente voluto intervenire in prima persona chiarendo alcuni aspetti della vicenda “museo” della quale è stato proagonista. Vista l’importanza del tema trattato ci è sembrato giusto riportare integralmente il commento in un articolo così da rendere visibile a tutti la sua visione.
Ringraziamo ancora il Sig. Valenti per la partecipazione e la chiarezza.

Visito, per nostalgia di Artena, questo sito e trovo un serrato dibattito sul Museo. Che gioia per le mie orecchie! E’ importantissimo che se ne parli e se ne discuta. Ho deciso di inserirmi in questa discussione perchè ho visto utilizzato il mio nome ed è bene che io dica quello che penso senza che si possa immaginare che il sottoscritto sia dietro a questo serrato confronto o che mi si attribuiscano pensieri non miei (purtroppo è già successo nel 2009, quando fui accusato dal Sindaco Pecorari di fare combutta con l’opposizione per ritardare l’apertura del Museo! Io, che non sapevo nemmeno di che colore fosse la coalizione che governava Artena e che non aspettavo altro che l’inaugurazione del Museo! Lasciamo perdere… Personalmente ho avuto sempre ben chiaro il ruolo tecnico che deve avere un direttore di Museo, a servizio dell’amministrazione che governa. A tale proposito ricordo che l’amministrazione di Monte Porzio, che nel 2009 ha cambiato completamente colore – da sinistra a centro-destra, mi ha confermato per le qualità dimostrate).
Per quel che mi riguarda, per quasi 14 anni (1996-2010)a contratto con l’amministrazione di Artena (un commissario prefettizio, il sindaco Latini e poi la Pecorari), con la sola passione per il mio mestiere, sotto pagato, costretto ad accettare sedi di lavoro inqualificabili, posso dire che si tratta della mia più grande delusione professionale (e non solo), in una carriera e un curriculum che non sono certo tra le più scadenti (per i curiosi è on-line, sito di Monte Porzio Catone, aggiornato al 2008).
Nell’ultimo anno (2009) ho accettato di lavorare come un negro, da solo, senza stipendio (pagati 5 mesi su 12), in mezzo al gelo prima e al caldo insopportabile poi (non funzionavano i termosifoni!), aiutato dal gruppo archeologico, perorando presso gli organi competenti (Regione e Provincia), grazie alla stima professionale di cui godo, la causa del Museo di Artena, più volte a rischio di definanziamento, mettendomi anche in gioco e litigando con i progettisti per le non troppo illuminate scelte progettuali che avrebbero danneggiato la futura gestione quotidiana del Museo, cercando di mantenere la parola presa con la “sindachessa” riguardo all’apertura del Museo. Io la mia promessa, lavorando in quelle condizioni, l’ho mantenuta, Lei no. Mi ritrovo a non aver potuto gioire nemmeno un giorno del ruolo di direttore del Museo (cioè non sono stato nemmeno un giorno nella stanza del direttore della nuova sede con questo ruolo).
Quante domande mi sono fatto. Che delusione. Che difficoltà nel far capire agli amministratori e ai funzionari di Artena come funziona un museo. Tempo e anni buttati via? Forse si. Nel senso che mi sono sentito anche tradito, soprattutto dalle persone con le quali avevo un rapporto oramai pluriennale, franco e sincero (almeno da parte mia). L’ass.re Riccitelli, trascinato in questa discussione e che forse non ha specifiche colpe, mi dispiace dirlo, non si è degnato nemmeno di farmi una telefonata per dirmi: gaurda, questa è la situazione, non so cosa fare, qui dobbiamo chiudere tutto. Oltre che di rispetto si sarebbe trattato di educazione (non voglio dire di amicizia). Io ho perso un lavoro, cioè un’entrata economica con la quale mantenevo una famiglia, di punto in bianco, e la cosa mi ha danneggiato molto, a 47 anni mi sono trovato con la metà dello stipendio (perché il sottoscritto guadagnava ad Artena ben 800 Euro al mese)!
Mi sembra di capire che il concorso è stato annullato, nemmeno lo sapevo. So però che, con il mio lavoro precario e sottopagato, sono stato costretto a pagare una tassa d’iscrizione allo stesso e a pagare le copie dei titoli (tanti) da inviare. Al di là del danno personale, è una occasione persa, poiché effettivamente la legge Brunetta impedisce per i prossimi tre anni di assumere personale. Andava fatto prima il concorso, visto che è stato bandito nel 2009. Si tratta quindi di una precisa scelta politica, che non discuto (nel senso che chi amministra deve badare all’insieme del comune e magari reputa più giusto raggiungere la quota massima delle spese del personale assumendo altre figure o persone più utili per altri rami dell’amministrazione), bisogna che però se ne assuma la responsabilità politica, perchè è una scelta precisa fatta al termine di un percorso che ha visto impegnate per anni risorse umane e, soprattutto, economiche. Come giustificare tutti i soldi spesi per il Parco Archeologico e il Museo, se questi restano chiusi?
Mi permetto ora di entrare nel dettaglio tecnico delle affermazioni visionate nella discussione.
Non è obbligatorio che un Comune abbia un Museo. Non è obbligatorio che un Comune che ha un Museo Archeologico abbia un direttore archeologo (se la collezione è di sua proprietà). Ma se il Comune vuole beneficiare dei fondi regionali con i quali funzionano tutti i Musei di Ente locale DEVE rispettare alcune regole. In primo luogo deve essere inserito in OMR (organizzazione museale regionale), cioè deve essere riconosciuto dalla Regione Lazio. Per essere inseriti in OMR bisogna rispettare alcune regole: 1) direttore in pianta organica nella materia della collezione (è obbligatorio, a differenza di quello che dice l’assessore, forse per confusione con il Bando del Concorso – oggetto di contestazione, nel senso che, se pure per legge il bando deve essere aperto a determinate lauree, bisogna strutturarlo poi in maniera tale che debba necessariamente essere favorito un archeologo, altrimenti ci si ritrova fuori dai finanziamenti; chiarisco meglio. se si mette un laureato in filosofia a dirigere il Museo Archeologico di Artena non si riceve un euro di finanziamento attraverso la LR 42/97, il direttore deve essere un laureato in archeologia); 2) bisogna avere personale (operatori museali)addetto al Museo (operatori museali, che non sono i custodi, ma si può cercare di farli coincidere); 3) il Museo deve essere aperto almeno 12 ore nei fine settimana delle 24 ore totali. Se si rispettano questi (e altri parametri che non sto ad elencare) si può afferire alla Legge Regionale 42/97 e successive modifiche, attraverso la quale, presentando progetti a cura del direttore entro il 30 giugno di ogni anno, si possono riceve finanziamenti per la realizzazione di manifestazioni e per il funzionamento del Museo. Non va infine dimenticato che l’intera collezione del Museo di Artena è di proprietà dello Stato, concessa in deposito a determinate condizioni, che non sono certo quelle attuali. Se il Comune si dimostra incapace di gestire un Museo, il deposito in concessione viene annullato e il materiale riportato via. Le visite guidate che, saltuariamente, vengono fatte nella struttura museale, sono illegali e la Soprintendenza non le ha mai autorizzate.
Al di là delle miei ovvie e, credo, ragionevoli e condivisibili rimostranze e aspirazioni, io mi auguro che Artena, superate le attuali difficoltà economiche in seno a tutte le amministrazioni comunali, sappia fare delle scelte illuminate e non trascuri, come ha fatto fino ad ora, una potenzialità finora sottosviluppata e incompresa.
Ci sono delle prospettive di sviluppo per il turismo culturale di Artena, se ben indirizzato, ma non va dimenticato che la conservazione dei propri monumenti, lo studio, la valorizzazione e la divulgazione della propria storia, sono atti che vanno al di là del mero ritorno economico. La scuola non è una spesa a perdere; anche il Museo dovrebbe far parte della nostra “formazione scolastica”, per renderci più colti e più cosapevoli e orgogliosi delle nostre origini e affermarci nella vita. Lo dice una persona che non è di Artena, che si è innamorato della sua storia e che sperava di dare un contributo alla sua rinascita culturale.
Per l’immediato futuro spero di essere messo nelle condizioni di portare a termine alcuni impegni non ancora conclusi, ma in avanzatissimo stato di lavoro: la guida e il catalogo del Museo e la carta archeologica del territorio comunale.
Con affetto (per tutti, colpevoli e innocenti).
Massimiliano Valenti

N.D.R.
linkiamo l’indirizzo per i curiosi: cv dott.Valenti

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