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Il pacco della differenziata

9 maggio 2012 visto 972 volte 29 Commenti Scritto da

La lettera di un cittadino sulla raccolta differenziata

E’ in distribuzione in questi giorni l’opuscolo a firma del Sindaco nel quale, all’intera cittadinanza, è chiesto impegno e collaborazione nell’attuare la raccolta differenziata; nella breve esposizione si legge di: rispetto ambientale e sanitario, sensibilità sociale, attuazione d’importanti punti programmatici e di coscienza civica. Il pacco della differenziata non poteva sperare confezione migliore salvo, aprendolo, rimanere delusi dal contenuto. Artena, infatti, ha scelto di adottare la raccolta differenziata stradale disattendendo le reiterate richieste degli ambientalisti e dei cittadini favorevoli, invece, a quella domiciliare. La delusione parte da qui con la responsabilità da distribuire tra Gaia ed Amministrazione. L’impiantistica di smaltimento già presente sul territorio, ad esempio, ha sicuramente reso subalterna la tipologia di raccolta da scegliere. Quando la fase della raccolta e di smaltimento dei rifiuti è eseguita da un unico soggetto, come nel caso della Gaia, il conflitto d’interessi si palesa. Il servizio della sola raccolta, infatti, può trovare vantaggioso ridurre la quantità complessiva di rifiuti per velocizzare il servizio riducendone, così, i costi e l’avvio di percorsi d’educazione ambientale nelle scuole, ma non solo, è uno degli strumenti dai costi contenuti e dai risultati economici duraturi a disposizione del gestore. Un altro elemento è la purezza del rifiuto differenziato, qualità che il mercato premia in termini economici e che il gestore avrebbe interesse a tutelare segnalando, senza indugi, alle autorità competenti eventuali comportamenti sanzionabili. La commistione dei ruoli, invece, sposta le priorità. La presenza dell’inceneritore, come tecnica di smaltimento, impone una differenziata moderata, che non faccia mai mancare la razione di rifiuti al “mostro”. L’applicazione di una raccolta differenziata compatibile con l’incenerimento è possibile anche quando alcuni Comuni, serviti dalla Gaia, applicano il porta a porta, basta non diffonderla troppo. L’accanimento per tenere acceso il “mostro” ha ragioni economiche, dopo aver bruciato denaro pubblico con i CIP 6 ora sembra arrivato il turno dei certificati verdi che garantiranno, per altri 15 anni, nuovi sussidi pubblici per loro e nocività per la collettività. Per quanto non condivisibile la logica aziendale è chiara. Meno, invece, il comportamento dell’Amministrazione deputata a prendere scelte politiche; in primo luogo una decisione importante come questa avrebbe meritato una condivisione dei cittadini attraverso un percorso di democrazia partecipativa. Rispettare l’ambiente e tutelare la salute, inoltre, non possono essere solo esercizio di buone intenzioni, questi nobili obiettivi non si perseguono dando sostegno ad un impianto insalubre di prima classe come l’inceneritore è definito dalla vigente normativa. Sul tema della legalità si può aggiungere che il 20 aprile scorso il Parlamento Europeo approvando il rapporto sulle linee guida del prossimo programma ambientale della UE con una schiacciante maggioranza, (414 favorevoli, 55 contrari e 64 astenuti) ha dettato alla Commissione le nuove priorità da applicare che dovranno prevedere obiettivi più ambiziosi di riduzione, riuso, riciclaggio e, soprattutto, vietare l’incenerimento dei rifiuti riciclabili e compostabili. Favorire questa pratica equivale ad allontanarsi dalla legalità e dall’Europa e spenderci la firma appare un azzardo. Preoccupa, infine, il futuro dei lavoratori costretti a seguire, loro malgrado, un progetto aziendale, anche alla luce delle decisioni del Parlamento Europeo, dichiaratamente fallimentare sul piano operativo.

Per Rifiuti Zero
Bruno Ghigi

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29 Commenti »

  • n. 1 - martina ha detto:

    Bruno, grazie per la chiarezza.

    • n. 2 - lavoratore gaia ha detto:

      Caro signor Gufi tante belle parole……..ma le elezioni le hai perde….quando le vincerai potrai fare la raccolta che tu ritieni più’giusta.stai sempre a criticare su qualsiasi cosa.Facciamoli lavorare.e poi basta di mettere sempre di mezzo noi lavoratori.hai stufato!

      • n. 3 - lavoratore gaia ha detto:

        Poi mi domando…..ma il signor ghigi non era lo stratega dei voti signor conti?…ora capisco……perche’ rifiuti zero!!!voti zero…..rifiuti zero!giusto no?

        • n. 4 - giamatti ha detto:

          @lavoratore gaia: ma a te te pare di aver fatto un intervento inteligente? Ma che vord’ che allora chi vince le elezioni deve comandare da solo senza che nessuno proferisce verbo?
          Ma da dove vieni scusa?
          e poi…rifiuti zero…voti zero…ma che vordì?
          ma famme il piacere va!si lavoratore gaia? e allora va a lavorà va!

          • n. 5 - adelelashekkia ha detto:

            finalmente qualche altra voce fuori dal coro che con dovizia di particolari legislativi e con maggior chiarezza esplicativa ha riassunto quanto avevo scritto nei vari precedenti post, con un assoluta coincidenza di idee sul mostro da alimentare.
            quando però “cittadino” pensa che un servizio di sola raccolta possa essere più vantaggioso per gli utenti non mi trova d’accordo, perchè quello della raccolta è la parte economicamente più remunerativa del servizio e venendo pagata a quintale chiunque la gestisca ha interesse diametralmente opposti a quelli degli utenti. La raccolta è un servizio molto appetibile. Qualche giorno fa ho fatto uno strano incontro per le strade di artena.
            un abbraccio circolare

            • n. 6 - Bruno Ghigi ha detto:

              adelelashekkia,

              Sul motivo di disaccordo, da quanto scrivi, i fattori sembrano invertiti. Provo a spiegarmi meglio, mettiamola così, nella fase della raccolta porta a porta, che il gestore trasporti 100 o 80 non fa differenza, l’unica incidenza è nel diverso consumo di carburante, in tal caso il gestore avrebbe comunque interesse a trasportare un quantitativo minore. Il gestore, piuttosto, già in fase di preventivo valuterà attentamente, tra gli altri, i costi del personale, degli automezzi ed il tempo necessario per espletare il servizio. Ritirare meno rifiuto equivale a velocizzare il servizio ed ottimizzare sia l’uso dei mezzi, sia l’impiego del personale. La riduzione del rifiuto da raccogliere, dunque, è direttamente proporzionale alla riduzione dei costi, che al prezzo del servizio già concordato, determina maggiore utile per il gestore. Analogo ragionamento vale per il Comune che chiede il servizio, sottoscrivere un contratto a “peso”, tra l’altro non verificabile, sarebbe una follia. Nel momento in cui pesiamo il rifiuto siamo già in fase di smaltimento. In assoluto, parlare di rifiuti in termini di peso può essere fuorviante, gli amanti dell’incenerimento e delle discariche spesso hanno usato questo argomento, con molta disonestà intellettuale, per dimostrare la convenienza economica nel conferire in discarica una maggiore quantità di rifiuti rispetto a chi, a parità di abitanti, virtuosamente ne conferisce meno.
              Incredibile ma vero.
              Per Rifiuti Zero
              Bruno Ghigi

              • n. 7 - la Brebis noire ha detto:

                Ringraziando Bruno Ghigi per il post chiarificatore, non mi resta che concordare in pieno con Giamatti: curioso notare che GAIA, oltre a ritirarla dalle strade, la monnezza la impieghi pure!!

                • n. 8 - Destinatario dell'opuscolo ha detto:

                  Rileggendo con attenzione l’opuscolo inviato dall’amministrazione, ho notato una piccola, ma importante, inesattezza. Sembra che la raccolta differenziata sia un obbligo per i cittadini e un impegno dell’amministrazione. A prescindere che l’impegno dei cittadini è la cosa fondamentale e necessaria, ma a parer mio, l’obbligatorietà della legge riguarda più l’amministrazione comunale che i cittadini stessi ! … e le parole del Sindaco che si autoelogia per l’attuazione di un altro punto del suo programma, sembrano alquanto inadeguate. A veder i cassonetti colmi e utilizzati in modo improprio dai cittadini non sembra proprio che questo punto sia favorevole alla sua politica, anzi, a distanza di diversi mesi, mettere in piedi un sistema che non riesce a decollare, è segno che la sua amministrazione non è stata in grado di organizzare la raccolta. Forse ci si è mossi con troppa superficialità e scarsa incisività, non credendo nei propri mezzi a disposizione, contribuendo pertanto negativamente sul processo avviato con forte ritardo.

                  • n. 9 - Bruno Ghigi ha detto:

                    Post numero 8

                    …infatti la Legge prevede per tutti i Comuni italiani una raccolta differenziata al 65% al 31 dicembre 2012.
                    Bruno Ghigi

                    • n. 10 - la Brebis noire ha detto:

                      @Bruno: gentilmente potrebbe indicare i riferimenti della legge citata? Che ci sia l’obbligatorietà del 65% di differenziata entro il 31/12/2012 è cosa nota..quello che vorrei capire è se/come tale legge sanziona i comuni inadempienti. Il problema serio cari concittadini è che il sindaco e il suo valido entourage si fanno belli vendendo aria fritta, ma poi sarà il Comune di Artena ad essere sanzionato e noi tutti a pagare!
                      Tra l’altro vorrei capire cosa dice la legge a proposito dello smaltimento dei rifiuti perchè qui abbiamo due grandi problemi:
                      1. La raccolta di fatto NON è differenziata
                      2. Lo smaltimento men che meno!
                      Grazie

                      • n. 11 - Bruno Ghigi ha detto:

                        per post numero 10

                        Il Decreto 152/2006 stabilisce sia la percentuale da raggiungere, sia la sanzione, pari ad una maggiorazione del 20% del prezzo di conferimento in discarica del rifiuto eccedente. Come giustamente riportato già nel post a pagare la sanzione saranno i cittadini. Mi auguro, comunque, che la molla economica riferita alla tassa di smaltimento, che pur ha una sua importanza, non sia l’unica ad animare il dibattito sulla gestione dei rifiuti. Il danno ambientale e sanitario, per rispondere ai punti uno e due, oltre ad essere di gran lunga più pericoloso e costoso (per bonifiche e spese sanitarie entrambe pagate con le nostre tasche) ha effetti nel tempo persistenti che saranno scaricati inevitabilmente sulle generazioni future, dunque un modello insostenibile anche sul piano etico. Mi sorprende, anzi, che la chiesa locale, nel merito, non avverta la necessità di prendere posizione. Come cittadini, invece, abbiamo il dovere di assumerci le nostre responsabilità, senza cadere in strumentalizzazioni politiche, adoperandoci fattivamente per un vero cambiamento.
                        Saluti
                        Bruno Ghigi

                        • n. 12 - la Brebis noire ha detto:

                          @Bruno: certamente la conservazione dell’ambiente in cui viviamo a beneficio nostro e delle generazioni future ha un valore enormemente più alto(e lo dico seppur con grande rammarico il giorno dopo la divulgazione della notizia relativa alla scoperta di un deposito di amianto illegale presso il territorio del nostro comune – che amarezza)rispetto a quella che sarà la maggiorazione su TARSU o TIA che sia.
                          Sono pienamente d’accordo con lei in merito alla necessità di una maggiore coscienza sociale e all’inutilità della strumentalizzaione politica,tuttavia in un paese in cui la maggior parte della popolazione non si indigna di fronte ad una notizia come quella sopra e continua a gettare indiscriminatamente rifiuti indifferenziati anche in mezzo alla strada, temo che la leva sul “portafoglio” sia quella più diretta a far passare il concetto!
                          Grazie ancora.

                          • n. 13 - Bruno Ghigi ha detto:

                            post n.12

                            I suoi timori sono ciò che occorre rimuove e per farlo c’è bisogno d’impegno e tenacia. Non ci sono rifiuti, acqua o territori inquinati che tengano, sull’altro piatto della bilancia ci stanno proponendo la mercificazione della democrazia. I nostri beni comuni ridotti ad un banale listino prezzi.

                            Bruno Ghigi

                            • n. 14 - Pietro ha detto:

                              Salve,

                              noto con rammarico che le offese non mancano, spesso sembriamo dei bambini che provano a divertirsi offendendo, ma i bambini possono…

                              Sulla questione della differenziata, effettivamente la situazione non la vedo molto chiara, credo però che l’importante sia partire ma con l’impegno di aggiustare il tiro prima possibile.
                              Una domanda invece sulla questione Tetra Pak, ovvero i contenirtori del latte e di altre bevande:”Quando si prevede che ad Artena si possa procedere al corretto smaltimento dei contenitori?” Questi risultano riutilizzabili anche se non per contenere latte,la loro riutilizzazione passa attraverso un processo ben definito e non tutti i comuni riescono a provvedere al recupero di questo materiale.
                              Sul sito http://www.tiriciclo.it sono indicati i comuni in cui è attiva la raccolta dei contenitori Tetra Pak, Artena non è presente, per cui immagino che vadano a finire in discarica anche se al telefono, l’operatore GAIA mi ha detto che possono essere inseriti assieme alla carta. La raccolata è però attiva ad Anagni, oppure ad Anzio, ho però paura che se vado a inserire questi contenitori in una di queste cittadine rischio anche di essere multato…
                              Buona differenziata a tutti.

                              • n. 15 - massimo scacchi ha detto:

                                Buonasera,
                                vorrei ricordare a tutti che già dal 1° Maggio sono riciclabili piatti e bicchieri di plastica monouso che devono essere privi di qualsiasi residuo solido o liquido. Vanno quindi adeguatamente svuotati prima del conferimento, fatte salve le normali tracce di quanto hanno contenuto.

                                Si stima un quantitativo ora recuperabile di circa 140.000 tonnellate annue, ovverosia più di quanto potrebbe incenerire un impianto di dimesione pari, ad esempio, a quello previsto di Parma che, in virtù dell’elezione di Federico Pizzarotti a sindaco, non sarà più costruito.

                                • n. 16 - Mariolino ha detto:

                                  E la società che ha investito a Parma, se ha investito, chi la ripaga Grillo?

                                  • n. 17 - jozmile ha detto:

                                    @Mariolino a rigor di logica, dovrebbe essere più importante la salute dei cittadini e lo studio di una gestione più intelligente del ciclo dei rifiuti. Le società che investiscono in inceneritori hanno scelto un investimento sbagliato. Che paghino loro stesse lo sbaglio.

                                    • n. 18 - Bruno Ghigi ha detto:

                                      Potendo, inviterei la Brebis noire a rileggere il suo commento 12 e di seguito il 16 invitandola ad interrogarsi sul rischio degli effetti distorsivi della leva del “portafoglio” e di come la “democrazia ridotta a listino” non siamo parole in libertà. Certo, poi c’è il post 17 al quale mi associo ma il 16 rimane emblematico. Al sig. Mariolino ricordo che un inceneritore richiede un investimento di centinaia di milioni di euro spesso sostenibile grazie ai contributi pubblici pagati dai cittadini (Cip6 oggi certificati verdi)ai quali l’imprenditore è sempre particolarmente interessato. Tra l’ingordigia del Dio denaro contrapposta agli interessi collettivi tentennamenti non dovrebbero esserci eppure il Suo post sembra prendere la direzione opposta. La riflessione economica da Lei proposta si sostanzia fondamentalmente nell’escludere la possibilità che gli investitori possano perdere denaro al punto, da domandarsi da chi saranno risarciti. Salto tutte le considerazioni ambientali e sanitarie per soffermarmi solo sul versante economico. Mi chiedo se la Sua riflessione valga anche per i piccoli risparmiatori che hanno subito perdite economiche per i titoli tossici a loro venduti, oppure se trova equo il benevolo aiuto delle banche verso questi impianti (vale anche per la turbogas realizzata ai confini di Artena) per modificarsi, poi, quando l’aiuto è chiesto dalla società reale (mutui, prestiti, finanziamenti alle piccole imprese, ecc.). Potrei chiederLe chi, a Suo avviso, risarcirà i costi delle bonifiche ambientali o dei danni sanitari, perchè vede, privatizzare gli utili e socializzare le perdite non è vantaggioso per tutti. Trovo la Sua difesa d’ufficio a favore del denaro, specie quando speso in progetti non condivisi con i residenti, eccessivo; anche il Dio denaro è tenuto al rispetto della regole democratiche.
                                      Saluti
                                      Bruno Ghigi

                                      • n. 19 - ilbriganteartenese ha detto:

                                        n.17
                                        più che investiscono si scrive “investono”
                                        un errato investimento deriva da un errato studio di fattibilità che genera un errato progetto che genera un’errata offerta al mercato che non genera un acquisto da parte del probabile utilizzatore.
                                        Su queste basi i vari responsabili/dirigenti avendo fatto sprecare soldi e risorse a gogò vengono cacciati dall’azienda con pedate al sedere.
                                        A conti fatti dovrebbe essere anche il possibile committente a valutare la bontà/qualità del progetto ma se il committente fa delle valutazioni errate e commissiona il bene/servizio secondo te chi deve pagare è chi ha fatto l’investimento nella produzione oppure chi ha commissionato il lavoro ?
                                        Su quali basi si da per assunto che il progetto di un inceneritore è un investimento sbagliato?
                                        Se l’azienda committente cambia amministratore ( sindaco ) e costui decide di chiudere l’impianto pensi che non ci siano costi su questa operazione?
                                        Pensi che sia cosi facile dire ” finora abbiamo scherzato,da domani si chiude”
                                        Io penso che se cosi fosse la controparte inizia una causa per risarcimento danni.
                                        E alla fine chi paga?
                                        Quando si tratta di pagare ognuno guarda per aria e fischietta
                                        Non è cosi semplice,caro ingegnere,visto che c’è qui vicino l’esempio della turbogas che nonostante le innumerevoli proteste e levate di scudi sta già funzionando, o mi sbaglio?
                                        però non è questo l’argomento del post e si rischia di andare fuori tema.
                                        Stando sul tema mi sembra che ad Artena si differenzia si e no, forse, solo il vetro conferendolo anche in maniera errata.
                                        Ma quando arrivano ai cittadini gli opuscoli ?
                                        Quando si metteranno i cassonetti , degni di questo nome , per la carta e la plastica?
                                        Già questo sarebbe un successo.
                                        Fare un censimento di dove e quanti nuovi cassonetti sono stati posizionati sul territorio è facile,perchè i posti sono proprio pochi.
                                        Sono pochi ad indignarsi di questa cosa.
                                        Vi siete chiesti il perchè?
                                        Perchè non frega un c…o a nessuno.

                                        • n. 20 - Bruno Ghigi ha detto:

                                          @ briganteartenese
                                          Lei dice:
                                          Su quali basi si da per assunto che il progetto di un inceneritore è un investimento sbagliato?
                                          rispondo:
                                          L’investimento è ottimo potendo contare sui contributi pubblici. Pessimo è l’impianto per motivi energetici, ambientali, sanitari, gestionali e per la sua insostenibilità.

                                          poi conclude dicendo:
                                          Vi siete chiesti il perchè?
                                          Perchè non frega un c…o a nessuno.
                                          rispondo:
                                          Non è totalmente esatto, la Gaia ad esempio ha tutto l’interesse a fare una raccolta differenziata asservita al mostro.
                                          Saluti
                                          Bruno Ghigi

                                          • n. 21 - la Brebis noire ha detto:

                                            Bruno, rileggo i commenti 12 e 16, ma anche tutti gli altri. Onestamente vedo solo un gran conflitto di interessi.
                                            Siamo dallo stesso lato e non ci capiamo nemmeno tra di noi. Non dico che la “leva portafoglio” sia uno strumento GIUSTO; la sensibilità sociale, l’interesse comune, la sostenibilità ambientale per la nostra e per le future generazioni dovrebbero essere le leve che fanno muovere le scelte pubbliche in tema di differenziazione e smaltimento dei rifiuti. E le scelte pubbliche dovrebbero essere dettate dalla volontà e dalla compartecipazione dei cittadini tutti.
                                            Ora, siccome è ben evidente come a discutere di tutto ciò su questo post siamo poco più di quattro gatti, taluno inoltre mosso da interessi altri(e al di fuori del post non credo che i numeri subirebbero una grossa impennata), non mi sembra il caso di continuare a costruire altri castelli di sabbia che alla prima onda crollano. Dico semplicemente che forse, in una società in cui tutti (eccetto Gaia – ma non di certo nel senso in cui vorremmo noi) se ne sbattono altamente (perdonate lo stile)dei bei discorsi che noi stiamo facendo sopra, l’unica cosa che potrebbe turbare o infastidire le coscienze addormentate della popolazione è il famoso “prelievo” dalle tasche (purtroppo sempre quelle di chi effettivamente le tasse le paga). Tale conclusione non piace nemmeno a me, ma scaturisce semplicemente da un’osservazione della nostra realtà locale(eccezion fatta per qualche raro volenteroso): Bruno,le chiedo se non le capita spesso di vedere gente sui trenta/quarant’anni con figli piccoli che butta per strada sacchi e sacchi di immondizia di qualunque tipo. A me succede quotidianamente. Sono capitata male io?

                                            • n. 22 - Bruno Ghigi ha detto:

                                              @ Brebis noire
                                              … tranquilla, ci capiamo benissimo e poi non esiste un solo strumento “giusto”.

                                              Saluti
                                              Bruno Ghigi

                                              • n. 23 - la Brebis noire ha detto:

                                                ..tanto perchè se ne parlava..

                                                http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/23/rifiuti-lazio-crack-consorzio-gaia-vale-oltre-duecento-milioni-euro/239889/

                                                • n. 24 - la Brebis noire ha detto:

                                                  ..e tanto perchè si parlava anche di questo…

                                                  http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/23/raccolta-differenziata-piatti-getta-nella-plastica-finiscono-nellinceneritore/239858/

                                                  • n. 25 - Bruno Ghigi ha detto:

                                                    post 24

                                                    Le vicende economiche della Gaia m’interessano relativamente, spero solo si arrivi a rifondere il maltolto. A preoccuparmi seriamente, invece, è la loro dotazione impiantistica contro la quale, ormai, mi batto da anni. La possibilità che da maggio si è aperta per piatti e bicchieri monouso, invece, mi suscita delusione, la soluzione rimane quella di lasciarli sugli scaffali e se proprio occorre comprarli, almeno che siano biodegradabili. Anche i produttori di tetrapak, giocando in anticipo rispetto ai loro colleghi di piatti e bicchieri monouso, hanno deciso di pagare il contributo Conai ed anche in questo caso, tanto è bastato per considerare il prodotto riciclabile. Magia del denaro, il tetrapak poliaccoppiato era e poliaccoppiato rimane, di diverso c’è solo la destinazione finale. Queste magie, il cui costo è girato sul prodotto e dunque sul mercato, altro non sono che inganni. Tra l’altro il processo di riciclo del tetrapak è particolarmente complesso ed energivoro. Insomma, è un prodotto che volentieri metterei al bando sostituendolo con il più classico dei contenitori, il vetro. Ricercando comportamenti virtuosi e buone pratiche per una corretta gestione dei rifiuti non si può prescindere dall’obiettivo prioritario della sostenibilità.
                                                    Saluti
                                                    Bruno Ghigi