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I suoni dei lepini

20 agosto 2008 visto 404 volte 10 Commenti Scritto da elhombrito
La spettacolare volta del Catauso

La spettacolare volta del Catauso

Rovi, cardi, terra e sudore, un panorama da togliere il fiato ed un percorso impervio da affrontare, le macchine parcheggiate al vascone e poi giù a correre per i sentieri che tanti di noi divoravano nelle pasquette e ferragosto dei ricordi più belli. Il sentimento che penso abbia pervaso tutti i fortunati spettatori di questo spettacolo di fine estate, consisteva in un forte desiderio di riappropriazione. Riappropriazione dei nostri luoghi, dei nostri ricordi, che poi sono la nostra cultura e la nostra identità.

Noi del blog siamo arrivati presto giù al catauso, e mentre percorrevamo il sentiero sentivamo avvicinarsi le note dell’orchestra che provava la scaletta. Sembrava così strano sentire quella musica in un luogo così selvaggio, ma poi la melodia diveniva familiare. Metro dopo metro ci sembrava di sentirla da sempre, come se in questo connubio tra arte, musica e architettura naturale, il catauso trovasse il giusto elogio al suo fascino, una sorta di soddisfazione ai torti subiti negli anni, all’oblio nel quale è stato relegato da ingrati figli cresciuti nella sua valle. La sensazione iniziale è stata emozionante, la bocca della grotta vomitava Vivaldi e Mozart, con sonorità più contemporanee di Morricone, le note si arrampicavano sulle pareti scoscese della grotta. Ascoltarle seduti sul ciglio delle rocce millenarie rappresentava la perfetta sintesi del concetto che ha fatto nascere questo evento: la collaborazione tra XVIII Comunità Montana Monti Lepini e le associazioni La Miangola (Segni) – Ente Palio della Carriera (Carpineto Romano) – Sbandieratori e musici (Carpineto Romano) – Proloco (Artena) – Palio delle contrade di Montefortino (Artena) – Proloco (Gorga) – Proloco (Montelanico) – Terre Lepine (Gorga) – Gruppo escursionistico Volsco (Carpineto Romano) sotto la coordinazione scientifica del Prof. Enzo Scandurra e quella artistica del Maestro Mauro Salvatori, ha voluto sottolineare lo stretto rapporto tra sviluppo, globalizzazione e rispetto dell’ambiente, sotto l’egida di una ecocompatibilità necessaria all’esistenza stessa del nostro pianeta.

Questo concetto è stato perfettamente rappresentato dalla presenza della giornalista Carla Ravaglioli che ha introdotto una riflessione dal titolo “ambiente e pace una sola rivoluzione“. Su questo punto vorrei proporre una riflessione: l’evento è iniziato all 17.30 e dopo una breve introduzione del progetto da parte di un sempre impegnatissimo Vittorio Frosi (al quale va il nostro plauso più sincero) e di Quirino Briganti in rappresentanza della comunità montana dei monti lepini la parola è passata alla professoressa. Carla Ravaglioli non è l’ultima arrivata, nel suo curriculum si trovano cattedre in molte Università italiane, collaborazioni con gente del calibro di Moravia e temi trattati che spaziano dal femminismo all’ambiente, senza dimenticare la sua esperienza da senatrice. Detto questo era scontato che il suo intervento non si sarebbe limitato alle due parole di rito, perché è scritto nel suo dna, e il suo ruolo, ha fatto della divulgazione la sua vita, il suo scopo nella vita. Era da immaginare che avrebbe parlato per un tempo razionalmente necessario ad esprimere il suo pensiero. Il protrarsi della sua disquisizione ha innervosito gli spettatori, schiavi comunque del percorso del sole, che avrebbe concesso ancora non più di un’ora allo svolgersi del concerto, che poi era l’attrazione per cui tanta gente si era radunata in quel posto affascinante e mistico insieme. A questo punto gli organizzatori avrebbero dovuto rendersi conto dell’errore di valutazione fatto, e, chiedendo unilmente scusa alla Ravaglioli, avrebbero dovuto far presente la stringente necessità di terminare l’intervento. In poche parole le avrebbero dovuto cordialmente consigliare di “tagliare corto”. Nessuno ha avuto la delicatezza di intervenire in tal senso, e la becera natura artenese si è prodotta in tutta la sua ignoranza, facendo partire applausi che coprivano le parole della oratrice, e fischi accompagnati da espressioni di disappunto. Lo spettacolo è stato tutt’altro che dignitoso, solo in parte giustificato dalle necessità del programma. Apparte questo momento di “forte caduta di stile”, il comportamento delle persone è stato encomiabile per tutta la durata del concerto. Da ammirare è stata anche la dedizione di concittadini “non più nel fiore della giovinezza” che hanno affrontato il caldo e la fatica per prendere parte a questa festa stupenda. Ed in generale è stato bello vedere la cavità riempirsi di persone e musica, passione e calore.

Alla fine, la serata è stata un successo. Ed il corteo di persone si è avviato su per il sentiero che li avrebbe ricondotti alle auto…ma per tutti, un occhio è andato sulle splendide coste della nostra montagna, e l’altro sullo spettacolo offerto dalla cava sottostante. Ennesimo esempio della meraviglia della natura e dello scellerato utilizzo che di essa ne fa l’uomo.

La giornata si è chiusa con una “merenda” offerta dalla proloco e con alcune considerazione che rimetto ai vostri commenti:

-ancora una volta l’entusiasmo e la creatività della proloco non ha potuto contare su finanziamenti comunali, ne sull’appoggio logistico, se non nel ripulire il sentiero che porta alla grotta. Un elogio dovuto va ai ragazzi della protezione civile che erano presenti sul posto.

-la popolazione ha risposto in maniera soddisfaciente smentendo l’asserzione classica”ad Artena non se pò fa niente”

-per il prossimo anno si potrebbe pensare ad una ambientazione in notturna, con fiaccole lungo il percorso, personale comunale che funga da accoglienza e magari un sapiente gioco di luci nella grotta che arricchirebbe di suggestione un teatro naturale già di per se bellissimo

-dobbiamo delle sentite scuse per il comportamento poco ortodosso nei confronti della sig.ra Ravaglioli che comunque avrebbe dovuto avere più accortezza nel capire quando era il momeno di terminare l’intervento

-non dimentichiamoci dell’esistenza di questa bellezza naturale, come di tutte le altre del nostro territorio.

-complimenti ancora alla proloco e a Vittorio per il loro lavoro

-complimenti agli artenesi che non mancano mai di partecipare alle occasioni che gli vengono offerte

last but not least…non siamo poi così beceri, è nostro dovere offrire sempre possibilità del genere, di valorizzazione, condivisione e cultura

un saluto a tutti

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10 Commenti »

  • n. 1 - roberto ha detto:

    anche io ho molto apprezzato la scelta del luogo di questa manifestazione. Io stesso non mi ero riuscito a convincere della possibilità concreta di fare un concerto proprio lì nel pre antro della piccola grotta. complimenti.

    gli applausi che interrompevano la giornalista li ho percepiti come “naturali”, poco diplomatici, sicuramente, quanto poco accorte erano le parole di chi sparava concetti direi “presi in prestito con interessi a strozzo.

    l’uditorio “lì presente ed esistente” opposto a quello libresco immaginario. ambiente e pace… turismo ed economia.
    Heidi o la bella addormentata.
    Lei giornalista tanto accanita contro la crescita, non ha
    fatto tesoro della sostenibilità delle sue parole brulicanti.

    accumulazione di parole e verbo nel fiato dei pochi, accumulazione e crescita disarmonica del silenzio poco responsabilizzante dei tanti. pari pari quanto avviene
    in economia, di cui NOI siamo artefici, non il presunto frutto
    di cattivi padroni ed innocenti sfruttati, come vuole
    la logora e datata leggenda sinistrese.

    vogliamo parlare dell’energia del primo violino? di certo ha ingenerato la delizia attesa e quindi… che ben venga la letizia a suon di archi lepini, ma… i suoni DEI monti Lepini, dove erano? mozart, pachlebel, morricone, verdi?
    presto verrà la volta dei suoni, che sian dei lepini, o dei semplici cittadini.

    roberto
    paris

    • n. 2 - cherno ha detto:

      Complimenti per l’articolo ricco di tutti i particolari ed esaudiente in tutte le sue forme.Elhombrito ha già detto tutto perfettamente ma vado a rimarcare la netta caduta di stile che abbiamo mostrato nei confronti dell’eccelsa scrittrice, e aggiungo che la finta ovazione smorza-cultura assume maggior peso se aizzata dagli stessi componenti della Proloco con un misero conto alla rovescia…mancava soltanto la “ola” da stadio.Per finire concordo con elhombrito sul fatto di sviluppare l’evento anche in notturna, ma senza appoggi vari naturalmente sarà molto difficile per il superattivo Vittorio.

      • n. 3 - cherno ha detto:

        Caro Roberto scusa la mia ignoranza ma il tuo commento non lo capisco ed inoltre sembra svariare su argomenti poco consoni all’articolo…sia chiaro non è una critica, è solo che non l’ho capito:)

        • n. 4 - Matteo ha detto:

          Sicuramente un iniziativa bella e forte culturalmente, credo che sia il giusto metodo per riportare gli artenesi nei luoghi della nostra storia.
          Il catauso come altri luoghi di artena fa parte della memoria collettiva del nostro paese, basti pensare alle numerose leggende e storie che in questo luogo si intrecciano.
          Mentre ero li ad ascoltare musica pensavo ad un altro “Luogo della memoria” che da anni ormai è abbandonato a se stesso, parlo del cosidetto “Sprofondo della prece” che dal mio punto di vista rappresenta uno dei luoghi naturalistici piu belli di artena.
          Questo luogo forse piu del catauso perchè vicino alla citta potrebbe diventare centro nevralgico per passeggiate ed escursioni con partenza da quella Villa Borghese che Artena apprezza solo per il Palio.
          Inoltre non molti sanno che la vallata ai piedi dello sprofondo è una bellezza carsica veramente eccezzionale per non parlare poi delle nuemerose specie avicole che abitano gli anfratti del luogo.
          Concludo questo intervento lanciando uno scossone ai vostri pensieri..essendo studente di architettura e ingegneria ho studiato molto il rapporto che la città dovrebbe avere con la natura e quei pochi casi in cui si sia arrivati ad un equilibrio bellissimo.
          Faccio solo un esempio, Roma è l’unica città al mondo al centro della quale si puo arrivare a “piedi” attraverso il parco dell ‘Appia Antica ettari ed ettari di verde e archeologia che arrivano fino ai piedi del Colosseo…senza fare paragoni assurdi e facendo un ipotesi talmente azzardata da darvi il diritto di definirmi pazzo, si potrebbe idealmente (e ho visto le cartine) unire il parco archeologico di piana civita con le zone verdi coperte da vincolo paesistico della zona di Maiotini inglobando lo sprofondo e Villa Borghese…..si avrebbe un parco comunale di dimensioni immense ma di caratteristiche eccezionali….e si sarebbe arrivati al centro della città come a Roma….

          • n. 5 - elhombrito (autore) ha detto:

            roberto,ho molto apprezzato l’interpretazione che hai dato dell’intervento della dott.ssa Ravaglioli e mi trovi d’accordo per molti aspetti,come ad esempio (cito)”pari pari quanto avviene
            in economia di cui NOI siamo artefici, non il presunto frutto
            di cattivi padroni ed innocenti sfruttati, come vuole
            la logora e datata leggenda sinistrese”ma aldilà del mio apprezzamento ci tengo a riportare la discussione su un piano più pragmatico esulando dalle metafore edagli eufemismi per ricordare che negli eventi del genere la sequenza dei fatti segue una logica decisa apriori.Esisteva una scaletta che è stata rispettata,e l’evento non era tanto incentrato sul concerto,quanto sulla riflessione ambientalista.Poi la distorsione del passaparola ha generato il malinteso per cui l’evento topico sarebbe stato il concerto