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Riceviamo e pubblichiamo: cancelliamo il Porcellum!

9 settembre 2011 visto 550 volte Un Commento Scritto da

Il comitato referendario per i collegi uninominali l’11 luglio 2011 ha presentato in Corte di
Cassazione due richieste di referendum abrogativo, aventi ad oggetto la disciplina vigente per
l’elezione dei due rami del Parlamento, come modificata dalla legge 21 dicembre 2005, n. 270, recante “Modifiche alle norme per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della
Repubblica”. In breve: tendono ad abrogare la “legge Calderoli”, dal nome del Ministro
proponente, conosciuta universalmente col nome di “porcellum” o di “legge porcata”, come la
definì lo stesso Roberto Calderoli poco dopo l’approvazione parlamentare.

Saremo quindi in piazza G. Galilei ad Artena nei fine settimana(10,11, 17,18,24,25 dalle 10 alle 20) per raccogliere le firme contro Il porcellum. Invitiamo tutti i cittadini a venire a firmare e chi vuole e chi può a darci una mano perché abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti.

Mino Massimei
Circolo Arci
Artena (RM)

E’ necessario modificare al più presto l’attuale legge elettorale per portare rimedio ai
gravi danni che essa provoca al nostro sistema politico.
I suoi principali difetti: le liste bloccate, il premio di maggioranza, le deroghe
alla soglia di sbarramento e l’obbligo di indicazione del candidato premier.
1. Liste bloccate. Le liste bloccate privano gli elettori del diritto di scegliere i
propri rappresentanti e ledono irrimediabilmente l’equilibrio tra i poteri. Un
Parlamento di “nominati” non ha infatti alcun reale potere nei confronti del
Governo e del Presidente del Consiglio.
2. Il premio di maggioranza. Così esiste solo in Italia e ha effetti opposti a
quelli auspicati. Attribuendo il 55% dei seggi alla lista che ottiene un voto più
delle altre (anche se ha il 35% dei voti), questo meccanismo obbliga anche i
partiti maggiori alla ricerche di qualsiasi voto utile. La conseguenza sono
coalizioni sempre più ampie e inevitabilmente eterogenee. Nessuna stabilità del
governo, anzi: frammentazione della maggioranza di governo e paralisi della
sua attività.
3. Soglia di sbarramento. L’attuale soglia di sbarramento al 2% per le liste
collegate in coalizione è un ulteriore incentivo alla frammentazione. Mantenere
una soglia unica al 4% garantisce la presenza alla Camera dei partiti più
rappresentativi, “costringendo” le forze minori ad unioni reali (un unico simbolo,
un’unica lista) senza scorciatoie come le coalizioni elettorali. Al Senato il
sistema dei collegi consentirà nelle Regioni più grandi la rappresentanza anche
di forze decisamente minori
4. Indicazione del candidato premier. L’obbligo di indicare il candidato Capo
del governo interferisce con le prerogative del Presidente della Repubblica che
può e deve scegliere in assoluta autonomia. Inoltre tale meccanismo tende a
trasformare il nostro sistema da parlamentare in semi-presidenziale senza i
contrappesi dei sistemi presidenziali.
Un positivo risultato dei referendum che proponiamo vedrebbe la Camera eletta con
metodo proporzionale, senza premio di maggioranza e con una soglia di sbarramento
al 4%. Gli eletti non sarebbero più nominati dai segretari partito ma scelti tra i
candidati attraverso la preferenza unica.
Il Senato verrebbe eletto su base regionale con metodo proporzionale, senza premio
di maggiorana in collegi uninominali, con una soglia di sbarramento determinata
dall’ampiezza delle Circoscrizioni.
Il referendum abrogativo è per sua natura uno strumento imperfetto, ma spesso è
necessario per superare la paralisi dei partiti ed aprire la via a decisioni del
Parlamento, che resta ovviamente libero di integrare o modificare l’assetto risultante
dal referendum (sui collegi uninominali, sul voto di preferenza, etc.).
L’attuale legge elettorale rappresenta la peggiore di tutte le possibili soluzioni: ha
aumentato la frammentazione; ha reintrodotto il trasformismo parlamentare; ha
massimizzato il potere negoziale di piccole formazioni e notabili locali; grazie ad un
abnorme premio di maggioranza mette a rischio tutte le istituzioni di garanzia che
possono essere elette e controllate da maggioranze del 35%-40%.
La via parlamentare resta la via maestra.
Ma, poiché il Parlamento non ha saputo riformare la legge la legge elettorale, né è
presumibile possa farlo nell’attuale situazione politica, il Comitato promotore ha deciso
di depositare i quesiti in Cassazione dando concreto inizio all’iter referendario.
Abrogare l’attuale legge è dunque non un ritorno al passato, ma un passo necessario
a garantire l’equilibrio tra poteri e a preparare un più corretto funzionamento del
nostro sistema politico-istituzionale.

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Un Commento »

  • n. 1 - MINO MASSIMEI ha detto:

    La quota nazionale raggiunta per il momento è 380.000 firme . Qui Ad Artena siamo sulle 150 al primo banchetto. Sabato 17 dalle ore 10 alle 13 chi vuole passi in Piazza G. Galilei per firmare.

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