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Il termometro dell’economia artenese: l’edilizia

5 ottobre 2011 visto 1.814 volte 35 Commenti Scritto da

Non possiamo più negarcelo. Per quanto la nostra classe politica cerchi di buttare fuori acqua con ogni mezzo, il vecchio scarpone sta colando a picco, e sembra ormai solo una questione di tempo.
Un industria troppo debole ed una innovazione inesistente hanno fiaccato la struttura della nostra economia. Ora che il mare in burrasca dell’economia mondiale ci sbatte sul mascone, il capitano ha perso la ragione e grida dalla vedetta frasi senza senso.
Noi, equipaggio inerme, vomitiamo dal bordo rotto della nave Italia tentando di tenerci stretti i nostri beni più cari, sperando che la tempesta finisca e la bonaccia ci dia tempo di riorganizzarci di nuovo, in uno stato di perpetua emergenza che ci piace chiamare equilibrio.
In questo sfacelo nautico, in che condizioni versa la zattera Artenese? Riusciremo a far fronte al Mare? Siamo pronti a sfidare le onde o la nostra barca non ha speranze?
Cercheremo di affrontare i temi di questa crisi guardandoli dall’oblò del nostro paese, semplificando i termini e i concetti che ci fanno sembrare più spettatori che interpreti di questa crisi.
Naturalmente esamineremo questi fenomeni con la semplicità dell’uomo della strada e non con una vera preparazione in campo economico finanziario.

FOCUS ON ARTENA:

Artena ha una vocazione imprenditoriale. Il buona parte della popolazione attiva è impiegata in piccole e medie aziende che operano nel campo dell’edilizia. Per il resto è impiegata in aziende che operano fuori dal territorio comunale o lavora nei servizzi e nella pubblica amministrazione, nel commercio e nell’agricoltura, senza dimenticare quella parte di popolazione che lavora nel campo dell’illegalità che pure ad Artena sfama un buon numero di persone soprattutto grazie allo spaccio di stupefacenti.

EDILIZIA

L’edilizia abitativa artenese ha vissuto il suo periodo di vacche grasse dalla fine degli anni ’90 fino alla fine del primo decennio del 2000. C’erano tempi rosei in cui le banche rilasciavano mutui con pochissime garanzie e comprare casa risultava facile. I prezzi dei terreni erano contenuti, la legislazione meno stringente. Era possibile fare buoni investimenti con rendite interessanti, garantendo al costruttore un ottimo guadagno. La qualità del prodotto non era fondamentale perchè alla fine si vendeva tutto.
Dopo alcune grandi urbanizzazioni redditizie, la domanda di terreni edificabile subì un impennata, così come i prezzi al metro quadro, spinti in alto dalla riduzione dell’offerta.
In pratica in questa seconda fase i propietari terrieri hanno fatto la parte del leone.
Poi arrivò la bolla seguita dalla crisi finanziaria prima, ed economica poi.
Le banche si sono irrigidite e per ottenere un mutuo bisognava lasciare un rene allo sportello come garanzia, questo perchè è aumentata l’insolvenza di chi stipulava i mutui. I prezzi dei terreni non sono scesi, le case sono cresciute un pò ovunque come funghi prataioli.
Oltre ai palazzinari nostrani ne sono arrivati di nuovi da fuori, attratti dal fenomeno dei “Romani” che vendendo l’appartamento in città, se ne venivano a vivere in una villetta nella tranquilla periferia, incassando una cifra cospiqua dall’operazione.
Risultato, molti immobili rimangono invenduti e le vacche che un tempo erano grasse giaciono anoressiche aspettando che l’erba torni a crescere come ai bei tempi del cemento ruggente.
Intanto tutti i grandi “palazzinari” Artenesi hanno ridotto l’entità degli investimenti. E’ cresciuto comunque il numero delle abitazioni disponibili, erodendo la cubatura disponibile e falsando un mercato che fino a poco prima viveva di equilibri di cristallo. Se nel ’96 si poteva acquistare un appartamento di 100 mq per poco più di cento milioni di lire, ora non si canta messa per meno di 185 mila euro. I costruttori si assicurano un guadagno, seppur ridotto, di tutto rispetto. Chi ha iniziato a soffrire sono le piccole imprese locali che con questi imprenditori lavoravano. La conoscienza diretta ed i rapporti stretti che legano i compaesani garantivano una certa regolarità nei pagamenti ed una continuità lavorativa fondamentale. Venuta meno questa garanzia, il settore che più si è sviluppato è stato quello dell’edilizia pubblica.

L’edilizia pubblica copre una sezione più ampia dell’impresa Artenese. Una miriade di piccole imprese, unipersonali, regolari o meno.
Una galassia di microimprese che operano a livello territoriale sotto la guida di gruppi più grandi che dettano le regole e producono benessere.
Nel passato queste imprese hanno fatto la parte del leone, aggiudicandosi centinaia di lavori, redistribuendo la ricchezza a piccoli subappaltatori.
Questa fitta rete ha permesso benessere e lavoro a centinaia di Artenesi.
I grandi gruppi sfondavano nei mercati capitolini e regionali e un folto nugulo di sub appaltatori garantivano la realizzazione dei lavori. I prezzi particolarmente bassi delle buste presentate alle gare d’appalto dovevano essere compensati dal numero delle gare aggiudicate.
Poi l’aria è cambiata. I lavori sono diminuiti e, soprattutto, gli enti pubblici hanno rallentato, se non addirittura fermato, i pagamenti.
Questo atteggiamento ha spezzato le gambe di tanti piccoli artigiani che, sovraccaricati da prestiti, materiali acquistati e operai in attesa di buste paga sempre più latitanti, hanno dovuto chiudere la baracca, tornando a lavorare “sotto padrone” come si dice da queste parti.
Intanto anche i grandi gruppi hanno iniziato a soffrire.L’effetto più immediato è stato una indispensabile riduzione del personale.Il disoccupato artenese stenta a ricollocarsi in un territorio che non presenta megapoli industriali o manifatturieri. Rimane il bar e la birra Peroni, alla ricerca di un posto di lavoro che sembra un miraggio.

Conclusioni e possibili soluzioni
L’eldorado dei lavori pubblici è svanita. Ciò che può continuare a pagare è la serietà e la capacita di lavorare con un rapporto qualità prezzo ottimale. Le piccole ditte che rimangono in piedi sono quelle caratterizzate da una struttura leggera (poco persoonale e poco capitale da sostenere)in cui l’amministratore è rimasto anche artigiano e ammortizza con il proprio lavoro manuale la scarsità del momento. E’ preferibile evitare i grandi lavori che impongono pesanti spese in materiali e mano d’opera, privilegiando i lavori con guadagni più modesti ma dai rischi contenuti.
Per i grandi Gruppi la strada si fà più impervia. Se lo stato e le p.a. risultano insolventi, sopportare il peso di una azienda con una struttura poco elastica (tanto personale tra segretarie/ragionieri/geometri etc etc) può diventare un impresa titanica. A questo punto esiste una sola via d’uscita.
Se la società ha saputo amministrare bene le proprie risorse, in questo momento di letargo economico riuscirà a sopravvivere grazie alle scorte di grasso accumulate con lungimiranza e responsabilità. Altrimenti non resta che abbassare la saracinesca. In questo caso però, centinaia di persone rimarranno senza lavoro. Se si calcola che molte famiglie artenesi sono monoreddito e che il tessuto sociale è sfibrato e disorganizzato, le conseguenze potrebbero essere disastrose per la nostra economia.

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35 Commenti »

  • n. 1 - impegnocivicoperartena ha detto:

    Quello che può contribuire alla crescita economica di Artena, non è costruire più appartamenti rispetto alla domanda, ma costruire edifici secondo i moderni criteri di efficienza energetica, antisismica ed innovazione tecnologica degli impianti. Le case costruttrici di automobili sono obbligate a fare ricerca per mettere sul mercato auto nuove con moderne soluzioni tecnologiche, come accade anche per i cellulari, e la lista è lunga.
    Il gap culturale quindi si paga in termini di crescita economica, poiché gli edifici ad Artena vengono costruiti con le stesse metodologie progettuali di 20-30 anni fa. Il regolamento edilizio è fermo al 1949, e con i progetti Asp si costruisce senza regole urbanistiche, e con la carenza di norme si tende ad esercitare il potere discrezionale sull’imprese e sui profitti.
    E’ importante reagire alle difficoltà che le imprese ed i lavoratori devono affrontare formulando proposte e richieste che meritano attenzione da parte dell’opinione pubblica, delle forze politiche e, soprattutto dell’ Amministrazione Comunale, alla quale spetta il dovere di fornire risposte ed interventi adeguati per il rilancio del settore. L’opportunità di sviluppo è data dal PRG, ma scarse sono le informazioni che si hanno sulla sua elaborazione. Se la crescita della futura città di Artena verrà prevista soltanto in determinati ambiti territoriali, e con le solite carenze infrastrutturali degli anni 90-2000-2010,(strade, parcheggi, istituti superiori, servizi, ecc),tranne che alcuni amici della maggioranza, nessuno verrà ad investire in un ambito di forte ingerenza politica.

    • n. 2 - denia ha detto:

      In un momento di grave crisi economica come questo, la soluzione per rilanciare un settore come quello dell’edilizia non può essere la cementificazione selvaggia con la continua erosione di terreno che potrebbe essere destinato all’agricoltura (di cui spero parleret in un prossimo approfondimento)
      Si dovrebbe invece lanciare una campagna di investimenti per opere di pubblica utilità, a livello locale e nazionale, per ristrutturazione delle abitazioni esistenti (soprattutto nel centro storico), ristrutturazione e messa in sicurezza delle scuole, strade ecc.
      Questa, per esempio, è la soluzione prospettata da Obama (non Fidel Castro) per rilanciare l’economia e l’occupazione.
      Tutto questo se vivessimo in un Paese normale con un governo normale. In Italia invece si punta sempre sui condoni, edilizio e fiscale, con buona pace di chi pensa che sia doveroso e civile, per il bene di tutti, rispettare le regole.
      Un saluto a tutta la redazione e grazie!

      • n. 3 - martina ha detto:

        Sono d’accordo con Denia.
        Davide che dice?

        • n. 4 - elhombrito (autore) ha detto:

          Io sono in totale accordo sia con impegno civico che con Denia.
          In un momento di difficoltà come questo l’edilizia può e deve ritrovare la sua funzione di volano del nostro territorio, ma attenzione…
          La contrazione della domanda dovrebbe far ragionare gli investitori. Occorre rispondere con un nuovo corso.
          Intendo dire che la qualità deve diventare il primo obiettivo di chi costruisce.
          Qualità e rispetto dell’ambiente. Qualità del prodotto nel rispetto dell’acquirente che, mai come in questo momento, deve andare incontro a sacrifici enormi per assicurarsi il proprio diritto alla casa.
          Come dice un palazzinaro di lungo corso che conosco moooolto bene, dare una casa alla gente è una missione prima ancora che un mestiere.
          Ritengo necessaria un’ attenta valutazione nel programmare investimenti futuri. Penso che sia dovere di un buon imprenditore anticipare i tempi. Questa volta abbiamo la possibilità di perseguire un obiettivo sociale più che economico. Il futuro dell’edilizia, secondo me, va ricercato nella ristrutturazione di fabbricati già esistenti o nella loro sostituzione.
          Questo modus operandi ci concede due obiettivi: prima di tutto non si và ad aggiungere cemento ad altro cemento ma si rimpiazza e si modernizza il patrimonio già esistente. Con più rispetto per gli spazi vivibili, che trovino al centro di tutto la persona, l’abitante e la sua relazione con l’ambiente circostante , si può creare una città più umana. In secondo luogo si guadagnerebbe molto in termini di efficienza energetica, comportando un risparmio in termini sia economici che ambientali.
          Perchè questo si realizzi però, devono concorrere una serie di variabili:
          -Le amministrazioni dovrebbero favorire il restauro e la ricostruzione piuttosto che la realizzazione ex-novo. Questo perchè al momento risulta ancora svantaggioso operare in tal senso.
          -Gli imprenditori dovrebbero investire in innovazione, sperimentando nuovi materiali e nuove tecniche costruttive (visitando il made ne ho trovate a migliaia). Dovrebbero accettare una certa erosione del proprio guadagno a favore della collettività e dell’efficienza.
          -gli acquirenti dovrebbero diventare più esigenti ed attenti al prodotto che viene loro venduto, prediligendo quelle imprese che garantiscono una migliore qualità e non basandosi solo ed unicamente su criteri economici.
          Il social housing dovrebbe rappresentare un modello per tutti, così come l’efficienza.
          Sò benissimo che questo cambiamento potrebbe sembrare impossibile.
          Credo però che questa crisi economica potrebbe darci lo slancio per puntare ad un mondo più giusto, equo e rispettoso. Riportare l’ambiente come valore assoluto ed il suo rispetto come precetto inderogabile ristabilirebbero l’uomo al posto che gli spetta: abitante, cittadino, utilizzatore ultimo, ma non padrone.
          In questo cambiamento io credo, ed è per questo che ogni giorno cerco di fare un passo in più nel mio piccolo, per raggiungere un obiettivo che ritengo fondamentale.

          • n. 5 - martina ha detto:

            Grazie Davide!

            • n. 6 - artenese doc ha detto:

              sono d’accordo con voi il settore dell’edilizia che qui ad artena vede interessate molte persone può avere ancora molte potenzialità e può essere rilanciato senza cementificare altre aree,con la sola ristrutturazione del centro storico.
              Naturalmente tutto deve essere accompagnato da adeguate infrastrutture e
              strade , purtroppo la famosa strada del crognaleto è stata bloccata da chi secondo me non vuole affatto che si rilanci l’economia e l’edilizia artenese ossia la quasi maggioranza della lista Decrescere Insieme…
              Pensate quanto poteva essere utile quest’opera, che può dar modo di rendere appetibili tali abitazioni e rendere più convenienti i costi di ristrutturazione.
              Ecco questo secondo me è un tema merita discussione

              • n. 7 - martina ha detto:

                Sulla strada di Via Crognaleto non si è mai fatta chiarezza.
                Qualche tempo fa volevamo parlarne col Sindaco, che però non ci ha ricevuti.

                • n. 8 - renato ha detto:

                  Caro Elhombrito, hai provato e cominciato a toccare un nervo molto delicato dell’economia Artenese: “L’Edilizia”
                  Il contributo che tu hai fornito alla discussione, mi sembra pertinente e abbastanza reale. Come si è arrivati a questa crisi dell’edilizia sul nostro territorio è simile e per un certo verso lo stesso meccanismo che ha portato alla crisi più in generale. Lo schema che sta portando all’impoverimento generale e ad Artena è: l’abitudine al minimo “sindacale nell’impegno e al massimo della resa nel risultato”.
                  E’ inutile che riassumo quello che tu hai ben fatto, e cioè che negli anni delle vacche grasse ( 1995/2007 circa) tutti gli imprenditori del settore delle costruzioni (a me piacerebbe chiamarli cosi), ma purtroppo spesso sono stati solamente dei semplici palazzinari (purtroppo, per tutti).
                  Non voglio gettare la croce su nessuno e su nessun attore economico di Artena. Non perchè non abbiano colpe, ma perchè le colpe sono generali e diffuse, quando cè una correità sociale cosi estesa diventa inutile concentrarsi sui singoli, ma bisogna allargare la visuale e cercare di individuare i perchè di tale fenomeni e degenerazioni.

                  Io mi sento di accusare (in senso economico e sociologico) quella parte di Artena che si potrebbe definire la borghesia – professionale e imprenditoriale – che è stata capace, nel corso di diversi decenni di avere uno sviluppo economico e professionale abbastanza importante.
                  Importante nelle dimensioni e nella considerazione sociale.
                  Ebbene questo soggetto sociale (fondamentale nel passato, adesso forse di meno) non è stato in grado di diversificare le sue attività, è rimasto vincolato a quello che “sapevano fare”: fare sempre la stessa cosa e farla rendere al meglio, sembra una gran cosa, ma è cieca e priva di futuro!
                  Mi spiego in relazione all’argomento edilizia, di Artena.
                  Abbiamo diversi costruttori, ognuno con la sua storia, ma tutti hanno ripetuto lo stesso schema, solo costruire appartamenti e venderli, guadagnare e reinvestire per guadagnare di più. Legittimo ma privo di spirito imprenditoriale, incapaci a cercare nuove sfide, nuovi mercati, nuove possibilità di investimento (per guadagnare s’intende).
                  La mia critica è: chi poteva e doveva investire, ha mancato di coraggio nel gettarsi in altri settori, questo ha reso l’intero sistema economico di Artena un “distretto” dell’edilizia abitativa locale (di livello basso) e un contenitore di maestranze e artigiani al seguito di poche “aziende di medio-livello” che prosperavano nel settore pubblico, con il sistema degli appalti.
                  Questo distretto “produttivo” era ed è fragile, anzi adesso si sta sfarinando, chi doveva avere un occhio più lungo non lo ha avuto, (la politica) chi doveva cercare nuovi modi di investire non li ha cercati (gli imprenditori), chi doveva fornire supporto e conoscenza, è mancato.

                  Una comunità per prosperare deve saper interagire tra vari soggetti:
                  politici, imprenditori, professionisti, artigiani e anche intellettuali tecnici e umanistici. Ecco secondo me tutti questi soggetti sono venuti meno a qualcosa che c’era da fare e c’è da fare!
                  Una cosa semplice, guardarsi intorno e vedere quello che mancava e manca per vivere bene. Intanto l’incapacità e la colpa di non aver lavorato a una “rivitalizzazione estetica architettonica ed economica del “borgo antico”.
                  nessun investimento privato e pubblico, nel settore della ricreazione, del divertimento, della memoria, del tempo libero, della cultura fisica, (per fare Jogging vado a Ontanese)ed altro che non sto ad elencare.
                  Faccio solo un esempio, la palestra polivalente che è stata realizzata a Lariano, l’hanno costruita e la gestiscono degli imprenditori privati; hanno “scelto di investire” in una palestra polivalente adeguata agli standard attuali, invece che fare appartamenti! E cosi ci sono altre cose….ma mi fermo.
                  Io sostengo fortemente l’iniziativa privata, ma purtroppo non tutti sono Olivetti o Jobs.
                  Ad Artena si può ancora fare molto, ci sono imprenditori che possono ancora svolgere un ruolo attivo e propulsivo, ma ci vuole una nuova classe dirigente capace di dare la carica, e con una visione aperta al mondo e non provinciale ed asfittica, come finora è stata.
                  Penso che tanti giovani di talento ad Artena ci siano, spero abbiano la forza per essere protagonisti del loro tempo.
                  Bisogna creare relazioni, rapporti, idee, progetti, l’economia si alimenta di questo. Ciao Renato

                  • n. 9 - elhombrito (autore) ha detto:

                    penso che Renato abbia colto in pieno il centro della questione.
                    Ravviso una certa miopia nel mondo dell’imprenditoria artenese (senza nascondere una buona dose di necessaria autocritica) che ha portato ad una situazione di stallo.
                    Certo alcune aziende continuano a produrre ricchezza e lavoro, ma la gran parte ha rallentato enormemente.
                    Per la diversificazione sono daccordo nella misura in cui ognuno rimanga nel campo in cui è competente e qualificato.
                    C’è bisogno di serietà e capacità, non è tempo di “appiccichini” e gente che si improvvisa in ambiti che non conosce e non riesce a gestire.
                    quoto in pieno Renato:
                    “ci vuole una nuova classe dirigente capace di dare la carica, e con una visione aperta al mondo e non provinciale ed asfittica”
                    In tutti gli ambiti!

                    • n. 10 - ponzio ha detto:

                      @Martina:
                      se per via crognaleto intendi la strada in costruzione da via del santuario al centro storico, vai a leggerti la Delibera di Giunta Comunale n° 139 del 11/10/2011 è divertentissima!!…in pratica la Ditta Vendetta contravvenendo a quanto era stato pattuito per contratto, cioè la sola pulizia del costone con l’eliminazione di tutta la vegetazione spontanea, abbia di sua volontà rimosso dei massi di pietra. Massi di pietra talmente grandi che hanno richiesto la costruzione di una strada per far arrivare i mezzi meccanici per prelevarli. L’amministrazione quindi si solleva da ogni responsabilità e chiede il dissequestro del cantiere…
                      Divertente?….drammatica?…..sta a te decidere ma fammi sapere se anche tu ne cogli la dirompente ilarità perchè così saremo in due a rotolarci per terra dalle risate.

                      • n. 11 - renato ha detto:

                        Caro helhombrito
                        “In tutti gli ambiti”, lo davo per scontato, ma hai fatto bene ad esplicitare.

                        Ciao

                        • n. 12 - martina ha detto:

                          @ponzio,
                          ho letto solo ora il tuo commento.
                          La trovo sul sito del comune di Artena?

                          • n. 13 - franco ha detto:

                            @Ponzio
                            Invece di criticare o farti le risate a crepapelle la smettessi,quella strada per chi ci abita è importantissima,poi se serve barare per averla ben venga

                            • n. 14 - martina ha detto:

                              @franco
                              mi dissocio da quello che hai scritto
                              e spero che tu ti renda conto della gravità della tua affermazione.

                              Barare.
                              Questo paese ha bisogno di gente onesta,
                              se vuoi barare gioca a poker online.

                              • n. 15 - franco ha detto:

                                @martina
                                trovami qualcuno che a fatto qualcosa di simile onestamente.
                                Poi barare era un modo di dire.

                                • n. 16 - martina ha detto:

                                  @franco
                                  non la seguo. Che intende per “qualcosa di simile”?

                                  Per favore,
                                  ci aiuta anche lei a vigilare e fare attenzione che la situazione non peggiori?
                                  Ci aiuta a capire qual è il modo migliore di crescere, passando per l’onestà, la legalità, l’informazione, lo studio delle situazioni?

                                  Davvero,
                                  altrimenti da questa parte, da questa che “con una certa, sana, spavalderia” chiamiamo parte Buona della vita, siamo meno forti.
                                  Abbiamo bisogno di tutti,
                                  anche di Lei.

                                  martina

                                  • n. 17 - Ponzio ha detto:

                                    @martina:
                                    si, è sul sito, ecco il link:
                                    http://www.comune.artena.rm.it/mc/mc_p_dettaglio.php#

                                    ps: se dopo questo ancora hai voglia di chicche di ilarità irresistibile vatti a rileggere le delibere e determine che hanno sancito la riorganizzazione degli uffici comunali, credimi ne sarai soddisfatta. C’è un film con Totò e Anna Magnani che si intitola “Risate di Gioia” che contrariamente al titolo è un film amarissimo, purtroppo.

                                    @franco:
                                    dove nel mio commento hai letto che non ritengo necessaria quella strada?…..ritieni che non debba esercitare il mio diritto di critica e controllo, in quanto cittadino e contribuente, sull’attività dell’Amministrazione e degli uffici Comunali?….se si, perchè?

                                    • n. 18 - martina ha detto:

                                      @ponzio

                                      ho letto..
                                      e’ nostra intenzione arrivare a costruire una MAPPA delle imprese implicate nei lavori pubblici artenesi.
                                      Bisognerà protocollare in settimana una richiesta indirizzata a Paolo Mattozzi e all’Ufficio lavori pubblici. Poi intervisteremo Paolo Mattozzi.

                                      grazie per l’indicazione

                                      • n. 19 - Ponzio ha detto:

                                        @martina:
                                        non posso che augurarti tanta buona fortuna.La vicenda mi sembra molto più articolata e grave di quanto una probabile risposta di circostanza in politiche se possa chiarire, a meno che tu non faccia domande dirette del tipo:
                                        -Assessore non crede che quella delibera sia un insulto all’intelligenza degli artenesi, davvero crede che un ditta privata possa di sua spontanea volontà spendere soldi e tempo per lavori non previsti nel contratto?

                                        -Assessore come mai a capo dell’Ufficio Lavori Pubblici non c’è un tecnico laureato, un Architetto o un Ingegnere, ma un P.I. (perito industriale)?……non crede che forse questa ed altre situazioni potevano essere evitate mettendo personale meglio preparato( con titoli soprattutto ed esperienza poi) a capo degli uffici comunali?….perchè non è stata fatta questa scelta in occasione della recente riorganizzazione degli uffici comunali?

                                        Di nuovo i miei migliori auguri Martina.

                                        • n. 20 - martina ha detto:

                                          @Ponzio

                                          faremo del nostro meglio!
                                          Ci dai una mano?

                                          • n. 21 - belbo ha detto:

                                            Dopo la casa di Scajola (ministro della repubblica), pagata da altri, a sua insaputa;
                                            Dopo che, una intera “maggioranza politica in parlamento” (circa 320 capoccioni), di un paese di 60 milioni di abitanti, ha creduto, con “fede certosina”, che Ruby-rubacuori fosse la nipote di Mubarak.
                                            Noi Cittadini artenesi, perchè non dovremmo credere che una ditta chiamata a “scampare i repi”, si sia data da fare e abbia spostato e divelto massi calcarei di grosse proporzioni? Ma si che ci crediamo!
                                            Mica siamo più intelligenti dei “capoccioni parlamentari”. Eppure….qualcosa non quadra. Ci vorrebbe una Gabanelli Artenese per chiarire un pò di cose. Ciao

                                            PS
                                            la “trasparenza” è un pre-requisito della politica, ad Artena se ne vede poca, poca.
                                            Ciao

                                            • n. 22 - perplesso ha detto:

                                              mah… leggendo la delibera di giunta mi viene da ridere (o da piangere, fate un pò voi…).
                                              Allora chiedo al munificentissimo assessore ai lavori pubblici, che si degni di darci una risdposta:
                                              L’appalto iniziale che cosa prevedeva?
                                              L’oggetto dell’appalto qual era?
                                              Il committente chi è? Il Comune o la Regione?
                                              La D.L. da chi è svolta? E il RUP chi è?
                                              Loro (il Direttore Lavori o il RUP) hanno autorizzato tali operazioni, altrimenti hanno scritto l’ordine di servizio con cui non autorizzavano tali lavorazioni?
                                              Si può anche lontanamente pensare che un’impresa faccia del lavoro in più non retribuito e non commissionato?

                                              Seguo un appalto da 220 e rotti mln di euro, quindi ho una qualche esperienza in genere, e non mi è mai accaduto di vedere una csa del genere e oltretutto il Comune comportarsi così. Che ci sia lo zampino di qualcos’altro sotto?

                                              Salut.

                                              • n. 23 - impegnocivicoperartena ha detto:

                                                post 19
                                                Infatti le prescrizioni relative agli elaborati grafici dei lavori pubblici necessarie per ritenere i progetti adeguatamente sviluppati sono contenute nell’art. 93 del D.Lgs. n. 163/2006 ed il soggetto che ha il potere d’intervento sui lavori da progettare, ritenendo le prescrizioni insufficienti o eccessive, e di provvedere ad integrarle o modificarle è il responsabile del procedimento.
                                                In mancanza di adeguate competenze il Sindaco prima di mandare a gara un progetto, potrebbe nominare una commissione d’esperti per la validazione dei progetti ed evitare gli sprechi di preziose risorse pubbliche.

                                                E’ dovere di un amministratore reperire i finanziamenti pubblici ma senza barare con gli eventi calamitosi e naturali, ma come dice Martina “passando per l’onestà e la legalità” che ha il vantaggio di far risparmiare il costo dei lavori pubblici, cioè con i margini di guadagno riconosciuti dalla libera concorrenza di mercato e non da una procedura agevolata.

                                                • n. 24 - MOVIMENTO 5 STELLE -ARTENA- ha detto:

                                                  UNA PETIZIONE SU FACEBOOK PER SALVARE SABAUDIA DALLE MANI DELLA MAFIA

                                                  Era la città “a misura d’uomo” di Pasolini e Moravia. Ora è al centro di un territorio slabbrato e coperto di cemento abusivo. E tira una brutta aria di infiltrazione criminale.

                                                  Secondo le indagini comandano i soldi dei clan camorristi. Commercio, edilizia, turismo in gran parte controllati dagli emissari della camorra. Proposto lo scioglimento del Consiglio comunale.

                                                  Il link del dossier

                                                  http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/07/07/news/il_sacco_di_sabaudia-18687400/?inchiesta=/it/repubblica/rep-it/2011/10/21/news/il_parco_e_cosa_nostra-23623655/&ref=HREC1-12

                                                  Quante ville e palazzi a 4000-5000 €/mq in violazione all’art. 9 della Costituzione.

                                                  • n. 25 - MOVIMENTO 5 STELLE -ARTENA- ha detto:

                                                    https://www.facebook.com/impegnocivicicoperartena

                                                    • n. 26 - Ponzio ha detto:

                                                      @martina:
                                                      mandami una mail e fammi sapere come vi posso essere utile.

                                                      • n. 27 - elhombrito (autore) ha detto:

                                                        @ponzio: potresti ad esempio stilare una serie di domande che vorresti fossero fatte a Mattozzi, puoi postarle direttamente sul sito in un commento o mandarcele via mail, naturalmente invitiamo tutti a fare altrettanto, come sempre.
                                                        Grazie in anticipo

                                                        • n. 28 - adelelashekkia ha detto:

                                                          x martina
                                                          visto che vai in comune potresti vedere qual’ è la ditta IMPLICATA (termine a te caro) nella costruzione del muro di valle fini che è crollato l’ altro giorno? Sai sono passati 7-8 anni e la memoria potrebbe tradirmi.
                                                          Vista la grande preoccupazione per gli imprenditori-politici, non è che dovremmo iniziare a preoccuparci anche dei politici-imprenditori?
                                                          A proposito di muri, l’ altra sera sono stata a cena da ciacitto ed ho visto che il comune sta realizzando un muro di contenimento su un terreno di un privato, chissà cosa ci potrà essere sotto?
                                                          un abbraccio circolare

                                                          • n. 29 - MOVIM 5 STELLE ARTENA ha detto:

                                                            http://www.grilliartena.it/ muro crollato

                                                            • n. 30 - elhombrito (autore) ha detto:

                                                              @adelelashekkia: va bene alludere, ma dopo un pò diventa un rebus…comunque, il muro è crollato perchè è fatto male…non si può fare un muro di contenimento tutto a blocchetti e senza bocchettoni di scolo, non ci vuole un genio a capirlo.
                                                              Io ho notato una cosa più preoccupante però.
                                                              Sotto il muro di piazza ginepro cocchi c’è un bocchettone che scarica le acque chiare. L’acqua però sembra uscire da sopra il tubo e non dal tubo. Questo potrebbe significare che l’acqua si sia infiltrata nel muro ed ora stia uscendo dall’unica strada aperta che trova, ovvero l’alloggiamento del tubo…spero si sia capita