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Roma, 15 ottobre.

17 ottobre 2011 visto 435 volte 3 Commenti Scritto da

É l’1:30 di notte e sono piuttosto stanca, ma se ho le forze di restare ancora sveglia è perché,oggi più che mai, sento la necessita’ di ricordare questo momento in maniera nitida.
E’ stata la mia prima manifestazione e a Roma come in altre parti del mondo centinaia di giovani sono scesi per le strade e nelle piazze come me, per la prima volta, con la stessa incoscienza con la quale ho affrontato questo corteo; con in tasca tanta curiosità e voglia di aprire gli occhi difronte a questa realtà e non deviarne il senso reale, di rendermi consapevole della situazione che vede l’Italia coinvolta.
Ancora una volta non è stato afferrato da tutti il significato della manifestazione, l’Italia non ha bisogno di violenza, la percentuale più alta di manifestanti in questa giornata, ha unito i propri interessi, percorso passi su passi credendo fermamente in un ideale, sperando.
Noi, siamo I piu’, non la minoranza, ancora una volta sono riusciti a sfumare con il disinteresse e l’ignoranza una delle più belle libertà del cittadino.
So’ che oggi, lontano dalla rivoluzione della demenza, si stava creando un grande cerchio, di giovani, uniti mano nella mano dall’armonia e l’ironia di saper manifestare il proprio pensiero sdrammatizzando, ho vissuto il vero corteo, non rendendomi conto di come potesse essere quella cosiddetta”guerriglia” ma tornando a casa e avendo visto determinate scene mi sono sentita terribilmente Delusa, delusa ancora una volta dall’incoerenza, dai Media, dal livello di disinteresse generale che sfocia in interesse solo di fronte a ragazzi feriti, è un utopia, viviamo in un utopia che va superata solo continuando a credere nel nostro paese e a ciò che ha da offrirci oltre i pregiudizi e le futilità.

Molto probabilmente,queste sono semplici parole di una diciasettenne, non del tutto informata, ma con tanta voglia di ricercare, di relazionersi di credere ed iniziare a costruire. Il futuro è qui, tra di noi.

Laura Russo

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3 Commenti »

  • n. 1 - Renato ha detto:

    Ho visto come tanti, le immagini di sabato pomeriggio e sera, mi sembrava assurdo e nello stesso tempo un rituale vecchio e stanco.
    Vecchio, anche se erano giovani quelli vestiti di nero. Stanco, perchè incapace di pensare e trovare altre modalità di contestazione se non la continua e ripetuta contrapposizione con la polizia.
    Modalità di confronto/scontro che ancora esalta in modo irrazionale e nichilista una sparuta formazione (transuente) che pensa alla rivoluzione come la si pensava agli inizi del secolo e con alti e bassi fino agli anni settanta. Questi contestatori violenti e “scassatori” organizzati che fanno della loro azione politica-violenta-iconioclastica, sono una rappresentazione grottesca e assolutamente scarsa, di quello che è il livello delle attuali potenzialità a cui la società mondiale può aspirare.
    Non vorrei parlare di questo “blocco nero” che ha scippato, sabato scorso, una moltitudine di persone di poter testimoniare un profondo dissenso di come vanno le cose attualmente; ma nondimeno è il caso di parlarne.
    Se li chiamiamo delinquenti, criminali, teppisti e altro, secondo me non riusciamo a cogliere il problema, di cui sono portatori questi del “blocco nero”.
    Questi sono portatori di un’idea malsana di rivoluzione! Non concepiscono la lotta politica, se non come scontro fisico. Hanno un paradigma della politica vecchio di un secolo! Ma ciò non significa, che questa vecchia concezione avanguardistica e violenta sia appannaggio solamente del “blocco nero”. Spesso si annida anche in comportamenti, che con facilità accettiamo e cerchiamo di giustificare. Questi eventi di Sabato ci dicono che non si può essere mai indulgenti con chi comprime la possibilità degli altri di esprimersi. Chi vuol tappare la bocca ad altri in nome di qualsiasi cosa non va mai appoggiato. Altrimenti avremo sempre qualche motivazione superiore per tappare la bocca a qualcuno. Chiunque abbia attraversato la stagione delle lotte politiche negli ultimi decenni deve aver capito che la più grande conquista, è l’aver maturato l’idea che la lotta politica non deve mai ricorrere alla violenza.

    Anche le posizioni più radicali hanno colto il valore assolutamente “intangibile della persona umana”. Questa è una conquista di valore ASSOLUTO, che porta come conseguenza un agire politico e sociale diverso da anni fa, e incomparabilmente migliore.

    Alla luce di queste considerazione, dico a Laura che le sue motivazioni di : ricerca, relazione, e voglia di costruire un presente e futuro migliore, deve coltivarle con amore, come si coltiva una pianta che fa fatica a germogliare. Le tue Aspirazioni sono “universali”, sono la sostanza degli uomini e delle donne, non lasciare che niente e nessuno possa rubartele.

    Un abbraccio a tutti quelli che sabato chiedevano e chiedono un cambio di rotta, politico sociale e culturale in Italia, In europa e nel Mondo.

    Renato

    • n. 2 - Alessandra ha detto:

      Mi ha colpito il tuo grido di dolore, fatto di desiderio di cambiamento mescolato con il gusto amaro della verità taciuta e violata, strumentalizzata. Grazie per averci raccontato quanto è stata bella ed emotivamente coinvolgente questa manifestazione per tutti quelli che hanno partecipato con il puro e autentico intento di voler iniziare a fare qualcosa per cominciare a risalire. Purtroppo, come spesso accade, invece, si racconta ciò che fa più discutere: fa più rumore una albero che cade che una foresta che cresce.

      • n. 3 - Lorenzo Valeri ha detto:

        Salve,
        ricordo ancora la Manifestazione del 12 ottobre 2008 : altri motivi, la Scuola , L’Istruzione, la Riforma Gelmini,
        il tiepido solo autunnale che scaldava la Sapienza Occupata…
        Purtroppo quest’anno a questa non ho partecipato. E non è da esser solo orgogliosi di poter dire “NOI C’ERAVAMO” , ma più che altro, oltre a far sentire la propria voce, reclamare i propri diritti, compatti, uniti per protestare, magari fra anni, decenni, o spero di meno, potremmo tutti dire di aver contribuito a cambiare quello che NON CI PIACE.

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