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Testimonianza diretta della nostra Protezione Civile

15 aprile 2009 visto 195 volte 7 Commenti Scritto da jozmile

dsc_0422-copyAllertata alle 10 del mattino del 6 Aprile, la Protezione Civile di Artena ha raggiunto l’area del terremoto intorno alle 14. L’unico strumento che hanno portato con sè è il Life Detector, una sonda dotata di sensori capaci di individuare persone sotto le macerie. Nella fretta di partire, non c’è stato neanche il tempo di prendere le tende da campo così la prima notte l’hanno passata in macchina. Al telefono, Augusto Candela, il rappresentante della sezione di Artena, ci racconta la propria esperienza di questi due giorni.


“Appena arrivati sul posto ci hanno smistato su Onna. Giunti nella frazione ci siamo trovati di fronte ad un paese fantasma, che continuava a venire giù ad ogni scossa. Le immagini in tv sono scioccanti, immaginate cosa significhi osservarle in diretta. Purtroppo la speranza di trovare persone vive sotto le macerie grazie anche alla nostra strumentazione è stata presto delusa. Nelle prime ore della notte i dispersi erano stati tutti trovati morti, purtroppo.”

Augusto ci dice che i centri cittadini sono stati irrimediabilmente danneggiati: stabili che sembrano quasi intatti si rivelano pericolanti ad una superficiale analisi tecnica. Ben poco si salverà, la maggior parte delle costruzioni dovrà essere abbattuta.

dsc_0423-copy“Le difficoltà maggiori non si registrano a L’Aquila: in realtà la zona interessata dal territorio è immensa e ricca di insediamenti formati da venti, trenta case con una popolazione di un centinaio di persone. Parliamo di agglomerati urbani più piccoli delle frazioni di Artena, che sono stati completamente rasi al suolo e sono rimasti per ore isolati, senza luce o acqua. Fortunatamente la conta delle vittime non è stata particolarmente rivelante, perchè la maggior parte di questi centri non sono popolati in questo periodo, molti sono centri di villeggiatura.
Siamo di fronte ad un vero e proprio disastro: qui è tutto da rifare, il governo promette… ma siamo in Italia, chi può dire che le promesse verrano mantenute?

dsc_0413-copyNon manca di riportare le polemiche che sempre e comunque accompagnano queste operazioni umanitarie:
“Comprendiamo chi si lamenta e vorrebbe avere i soccorsi lampo: ma la vastità del territorio e la complessità dell’organizzazione delle varie unità umanitarie e militari implica un sintomatico ritardo nell’intervento. Comunque si sta facendo il possibile e chiunque dà il proprio sostegno a volte anche al limite delle proprie capacità fisiche.”

Tornato ad Artena, Augusto sta ripartendo alla volta dell’Abruzzo. Con lui due furgoni pieni di uova di cioccolato e giocattoli raccolti dai nostri concittadini presso la Gioielleria Oro Più e la Ditta di Autotrasporti Donnini, entrambe di Artena.
“Dobbiamo essere grati a queste persone che si impegnano per aiutare il prossimo e sicuramente questa raccolta è un segnale positivo che la nostra cittadinanza lancia. Ho il timore però che una volta spenta la macchina mediatica e l’attenzione su questo pezzo d’Italia si attenui, la popolazione si ritroverà ad affrontare i problemi di tutti i giorni senza alcun aiuto. C’è poi il problema della conservazione delle derrate alimentari e dell’organizzazione degli aiuti in genere. In futuro sarebbe meglio raccogliere fondi e donarli alle associazioni competenti che poi possono impiegare questi fondi per quello di cui c’è realmente bisogno, piuttosto che inviare grandi quantità di derrate alimentari o beni materiali che poi non riescono a essere utilizzate al meglio.”

dsc_0419-copyNel riportare queste parole non possiamo non considerare anche l’appello diramato dalla sede nazionale della Protezione Civile:
In questo momento non servono aiuti materiali per le popolazioni colpite dal terremoto, ma piuttosto donazioni in denaro. In questa fase si invitano le persone che vogliono aiutare i terremotati a non inviare, come sta già succedendo, abiti, giocattoli o altri oggetti, ma piuttosto a fare una donazione. L’invio di oggetti nei primi giorni di intervento non servono, anzi l’arrivo di materiali può creare solo confusione nella gestione e distribuzione dei beni stessi.

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