Le strisce blu
Se ne parlava da tempo, e alla fine s’è fatto: da qualche giorno delle strisce blu hanno colorato le strade del centro città.
Secondo quanto recita l’articolo 7 del codice della strada, i comuni possono – con un’ordinanza del sindaco:
stabilire, previa deliberazione della giunta, aree destinate al parcheggio sulle quali la sosta dei veicoli è subordinata al pagamento di una somma da riscuotere mediante dispositivi di controllo di durata della sosta
A condizione che le aree destinate al parcheggio siano ubicate fuori dalla carreggiata, “in modo che i veicoli parcheggiati non ostacolino lo scorrimento del traffico”. Abbiamo scattato delle foto, per documentare il fatto che questo articolo nel nostro territorio non è stato rispettato.
Inoltre:
I proventi dei parcheggi a pagamento, in quanto spettanti agli enti proprietari della strada, sono destinati alla installazione, costruzione e gestione di parcheggi in superficie, sopraelevati o sotterranei, e al loro miglioramento e le somme eventualmente eccedenti ad interventi per migliorare la mobilità urbana.
Stiamo riflettendo, e lo facciamo anche qui, sui pro e i contro dei parcheggi a pagamento. Li troviamo anche nei paesi dei dintorni e certamente non sono la fine del mondo. È possibile che stimolino a muoversi a piedi, a lasciare la macchina a casa?
Però c’è anche da dire che se ci fossero più servizi inerenti il trasporto pubblico, siamo sicuri che pagheremmo le tasse con un altro spirito.
Pensiamo anche al fatto che
con sentenza 28 maggio 2008, n. 5218, la Seconda Sezione del TAR Lazio, ha affermato che, l’art. 7 del codice della strada (D.lgs. n. 285 del 1992) subordina il potere dell’Amministrazione comunale di realizzare parcheggi a pagamento a due condizioni alternative:
- la realizzazione di parcheggi gratuiti nelle immediate vicinanze
- la definizione di “zona di particolare rilevanza urbanistica” con esigenze e condizioni particolari di traffico dell’area di realizzazione del parcheggio a pagamento.
Tralasciamo momentaneamente il primo punto, poiché non si tratta di aver creato parcheggi a pagamento dal nulla per cui sarebbe stato d’obbligo lasciarne alcuni a titolo gratuito, bensì si tratta del processo inverso: aver praticamente trasformato, per ragioni ancora non propriamente chiare, parcheggi gratuiti in parcheggi a pagamento.
Ciò che ci interessa sottolineare particolarmente è il secondo aspetto sul quale focalizza l’attenzione la succitata sentenza del TAR, cioè la definizione di zona di particolare rilevanza urbanistica con esigenze e condizioni particolari di traffico dell’area di realizzazione del parcheggio a pagamento.
Bisognerebbe quindi capire la ragione per la quale l’amministrazione abbia ritenuto le zone, i cui parcheggi sono divenuti a pagamento, come zone di “particolare rilevanza urbanistica”; ma sopratutto quali sono le particolari esigenze e condizioni particolari di traffico così imponenti da spingere l’amministrazione a ricorrere al mezzo dei parcheggi a pagamento.
Per quanto volendo analizzare i possibili “vantaggi”, qualora vi fossero, che scaturirebbero dai parcheggi a pagamento, questi risulterebbero alquanto modesti, riteniamo che siano assolutamente inefficaci dal punto di vista economico. Ma non economico nel senso delle entrate nella cassa pubblica, bensì poco vantaggioso dal punto di vista del benessere sociale poiché un parcheggio a pagamento localizzato vicino ad attività commerciali (negozi, alimentari, bar, pizzerie, etc.) si traduce per i cittadini/consumatori come un costo aggiuntivo che influenzerebbe negativamente sulle tasche dei soliti cittadini.
Ma andando ancora più a fondo: perché ora questo provvedimento? Per quale ragione vi è la necessità di rastrellare così velocemente soldi pubblici dai cittadini? Dove sono destinati?
Ci siamo informati, abbiamo messo a disposizione la legislazione vigente in materia, ci abbiamo ragionato su, abbiamo ipotizzato, tirato le somme e come al solito, speriamo di aver semplicemente informato in modo chiaro e trasparente.
Gianmarco e Martina
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