Comunicato di Mino Massimei: venite a firmare.
Prima di tutto ci sembra opportuno dire ai cittadini il perché- le motivazioni più profonde- che hanno spinto ad indire un referendum per rimettere l’acqua nelle mani del pubblico. Non vogliamo che aziende quotate in borsa, oppure i famelici appetiti di potentati locali che hanno come unico obiettivo quello di fare business, possano gestire con i loro metodi quello che è per noi un bene di tutti. Vogliamo rimettere al centro l’azione del pubblico, e le tante associazioni e movimenti che hanno deciso di fare questa battaglia di civiltà, si impegnano a far si che dopo il referendum non cali l’attenzione sulla gestione di un bene che è della collettività e che deve essere gestito per la collettività. Non per le borse di nessun luogo,di nessun mercato. Di seguito i tre quesiti referendari che i cittadini sono chiamati a condividere. Anche ad Artena sarà possibile firmare nelle prossime settimane, vi comunicheremo a breve i luoghi e le date. Avremo voluto far prima ma abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti e quindi fatevi avanti.
Mino Massimei Circolo Arci “Montefortino 93” ( L’Arci è solo una delle associazioni che hanno indetto questo referendum chi vuole per tutte le informazioni può consultare il sito www. acquabenecomune.org).
PRIMO QUESITO: fermare la privatizzazione dell’acqua
Si propone l’abrogazione dell’art. 23 bis (dodici commi) della Legge n. 133/2008 , relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica. È l’ultima normativa approvata dal Governo Berlusconi. Stabilisce come modalità ordinarie di gestione del servizio idrico l’affidamento a soggetti privati attraverso gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, all’interno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara e detenga almeno il 40%. Con questa norma, si vogliono mettere definitivamente sul mercato le gestioni dei 64 ATO (su 92) che o non hanno ancora proceduto ad affidamento, o hanno affidato la gestione del servizio idrico a società a totale capitale pubblico. Queste ultime infatti cesseranno improrogabilmente entro il dicembre 2011, o potranno continuare alla sola condizione di trasformarsi in società miste, con capitale privato al 40%. La norma inoltre disciplina le società miste collocate in Borsa, le quali, per poter mantenere l’affidamento del servizio, dovranno diminuire la quota di capitale pubblico al 40% entro giugno 2013 e al 30% entro il dicembre 2015. Abrogare questa norma significa contrastare l’accelerazione sulle privatizzazioni imposta dal Governo e la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici in questo Paese. SECONDO QUESITO : aprire la strada della ripubblicizzazione Si propone l’abrogazione dell’art. 150 (quattro commi) del D. Lgs. n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), relativo ala scelta della forma di gestione e procedure di affidamento, segnatamente al servizio idrico integrato. L’articolo definisce come uniche modalità di affidamento del servizio idrico la gara o la gestione attraverso Società per Azioni a capitale misto pubblico privato o a capitale interamente pubblico. L’abrogazione di questo articolo non consentirebbe più il ricorso né alla gara, né all’affidamento della gestione a società di capitali, favorendo il percorso verso l’obiettivo della ripubblicizzazione del servizio idrico, ovvero la sua gestione attraverso enti di diritto pubblico con la partecipazione dei cittadini e delle comunità locali. Darebbe inoltre ancor più forza a tutte le rivendicazioni per la ripubblicizzazione in corso in quei territori che già da tempo hanno visto il proprio servizio idrico affidato a privati o a società a capitale misto. TERZO QUESITO : eliminare i profitti dal bene comune acqua Si propone l’abrogazione dell’’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell’ “adeguatezza della remunerazione del capitale investito”. Poche parole, ma di grande rilevanza simbolica e di immediata concretezza. Perché la parte di normativa che si chiede di abrogare è quella che consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio. Abrogando questa parte dell’articolo sulla norma tariffaria, si eliminerebbe il “cavallo di Troia” che ha aperto la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici, avviando l’espropriazione alle popolazioni di un bene comune e di un diritto umano universale. |
Saremo:
il 1 Maggio e il 2 maggio in Piazza Galileo Galilei dalle ore 8 alle 21, così anche il week end successivo;
il mercoledì troverete un banchetto nei pressi del mercato, dalle ore 8 alle ore 14.
Complimenti per l’iniziativa, mi rendo conto di essere antipatico ma prendendo spunto dall’articolo:
Le associazioni “si impegnano a far si che dopo il referendum non cali l’attenzione sulla gestione di un bene che è della collettività e che deve essere gestito per la collettività”
E’ quindi importante impegnarsi dopo l’esito del referendum, secondo me non si mette bene in evidenza il fatto che sicuramente decine di milioni persone votarenno per l’abrogazione (anche io) ma con tutta probabilità non si raggiungerà il quorum (vedere su internet la storia recente di referendum).
Il pericolo è che il famoso 10% della popolazione che detiene la maggioranza della ricchezza e intende speculare sulla vita dei cittadini canterà vittoria, alla faccia di noi milioni di persone che siamo contro la privatizzazione.
Quindi teniamo ben presente che il referendum deve essere uno strumento per mantenere viva l’attenzione sull’argomento ma non dobbiamo nasconderci la storia referendaria, non mettiamo la testa sotto la sabbia.
Si al referendum ma diciamolo che con la normativa attuale e uno scenario in cui vota solo il 70% è un gioco da ragazzi per chi si ppone convincere il restante 20% ad andare al mare
questa amministrazione che farà a tal proposito visto che sono quasi tutti imprenditori???
Correggo:
domani mattina vi aspettiamo a partire dalle 9.
Chiaramente io rappresento Artena Online, associazione culturale che sosterrà la raccolta firme (per tutto il tempo della sua durata) contro un vergognoso atto di questo governo.
martina sarà riconoscibile dalla fascetta rossa tra i capelli el l’ak 49 a tracollo!
Cercate di non provocarla per favore…potrebbe essere aggressiva
uaaaaaaaauauauauauauaaaaaaaaaa
Ancora un aggiornamento:
torneremo in piazza questo pomeriggio alle 17.
Promettiamo di dedicare una giornata intera al centro storico: comunicheremo presto la data.
p.s.
Davideeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee (lui capisce il tono)!
[...] aria, petizioni, Privatizzazione acqua, referendum, vita | Leave a Comment Anche ad Artena ci si mobilita contro la privatizzazione dell’acqua. Nell’articolo postato, cari artenesi, trovate tutte le info [...]
Ok bravissimi ragazzi, ci siamo lasciati da poco. Volevo solo dirvi che non state on-line per quanto riguarda i comuni locali a cui rivolgersi per la vostra iniziativa e questo vostro impegno, x quanto commovente x me, potrebbe avere un effetto insoddisfacente per tutti.Datevi da fare, voi cari figli del web.
Un pensiero per Mino: non lasciare mai che in nome di idee giuste tu non ti dedichi al tuo popolo, pensa a ciò che fa N. Vendola, che prima di tutto si è inserito a conoscere i problemi del popolo, poi li fatti suoi, poi è entrato in politica….
Per quel poco che faccio in Caritas ho capito che se non stai in mezzo agli ultimi, se non ti sporchi le mani, se non riesci a sfuggire le regole anche ferree(vado in carcere da 4 anni) per aiutare qualcuno, non sei un volontario.A parlare, anche con molta veemenza, ci vuole fegato, e tanto.Ma mai non entrare “direttamente” a contatto con persone che subiscono soprusi che tu vuoi difendere!!!
La Caritas Diocesena di cui faccio parte mi ha insegnato questo, caro Mino:essere a stretto contatto con gli ultimi e, soprattutto, farsi ultimi: si chiama “compassione” e non esiste altro termine in italiano.Ciao gigi
Compassione, sentire insieme, la pietas di origine pagana, questo immneso senso di umanità. Capisco quello che vuoi dire, e mai si smette di abbassare il proprio sguardo verso le proprie superbie. Verso una sbagliata pseudo-superiorità intellettuale. Ma con quello che tu dici io ci faccio i conti non da ieri, l’esser rimasto fedele ad una certa analisi della società è dovuto a quegli ultimi di cui sopra. Per molti altri anche a sinistra parafrasando il vangelo gli ultimi esistono pocho, valgono solo i salotti, i primi, gli arrivati, i benpensanti, i manager. Possiamo continuare questo discorso quando vuoi a me fa molto piacere, ciao da mino
Siete stati al mercato(visto il tempo)? e, se si, quale affluenza.La gente sta capendo di che si tratta?
Per Mino: come si fa a parlare di una certa analisi quando “subito” gli ultimi hanno bisogno di tutto?Come si fa a parlare politicamente di buone intenzioni e principi saldi quando un governo centrale se ne frega di tanti che stanno male e non intervenire “di petto”?Bisogna partire dal basso. Come si fa a cambiare la mente di una persona che davanti ad un povero risponde: perchè non vai a lavorare piuttosto?!
Io penso che, per una mantalità ormai instaurata, per una cultura di un popolo straccione che si sente ricco(?) che è stato già molti anni fa costretto ad emigrare ed è stato bistratto in altri paesi( e qualche volta avevano ragione), ben venga l’iniziativa che va contro, che cerca di diffondere la verità, che cerca di fare qualcosa di “socialmente utile”, ma continuo a pensare che bisogna partire o agire da sotto, contemporaneamente: parole e cibo, si dovrebbero dare. Ti e Vi lascio comunque i miei sinceri complimenti.
ciao gigi
oggi siamo stati al mercato, purtroppo non appena abbiamo iniziato a montare il gazebo ha iniziato a piovere e siamo dovuti correre ai ripari.
speriamo meglio per la prossima volta
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