Intervista ad Alessandra Tibaldi
Alessandra Tibaldi, Assessora al Lavoro, Pari Opportunità e Politiche Giovanili della Regione Lazio, alle prossime elezioni regionali si presenta con Sinistra Ecologia e Libertà nelle circoscrizioni di Roma e provincia, Frosinone e Viterbo. Abbiamo voluto con lei fare il punto di questi cinque anni molto caldi nella nostra Regione sui temi del lavoro, del welfare e del reddito.
1) La Regione Lazio, grazie alla legge sul reddito minimo garantito di cui lei è la prima firmataria, dà un contributo finanziario fino a 7000 euro l’anno in favore di inoccupati, disoccupati o precariamente occupati che abbiano avuto nell’anno precedente un reddito non superiore ad 8000 euro. Uno strumento sicuramente innovativo e che merita di essere implementato. In caso di vittoria la Bonino ha già detto che il fondo sarà incrementato. Ad oggi a che punto siamo?
E’ stata appena pubblicata la graduatoria provvisoria dei primi 1000 ammessi al reddito minimo garantito nella Provincia di Roma, sui circa 7000 aventi diritto. Tutte le informazioni in merito sono consultabili sui portali del lavoro provinciale e regionale . Nei prossimi giorni saranno disponibili le graduatorie anche per le altre Province. Con l’avvio di questa prima sperimentazione abbiamo raggiunto un traguardo davvero importante, ponendo il Lazio al livello dei Paesi europei che, con la sola esclusione dell’Italia e della Grecia, prevedono tutti forme di sostegno al reddito di base. Il mio impegno, che Emma Bonino ha già raccolto, è quello di rendere questa legge centrale nelle politiche di welfare della Regione Lazio, incrementando il fondo regionale, che attualmente è di 135 milioni di euro per il triennio 2009-2011, per estendere ulteriormente la platea dei beneficiari.
2) La stabilizzazione di 4700 lavoratori socialmente utili, il reddito minimo garantito, l’estensione degli ammortizzatori sociali in deroga anche alle categorie finora escluse, la forte presenza in ogni vertenza fanno di questo uno degli assessorati più caldi e presenti. Possiamo cercare di definire la linea di intervento seguita in questi cinque anni?
In assenza di una politica industriale nazionale, in quest’ultima legislatura ho fatto uno sforzo straordinario con tutte le parti sociali per contrastare i licenziamenti, tutelare il reddito dei lavoratori con gli ammortizzatori sociali, sperimentare politiche attive innovative, investire sui servizi per l’impiego provinciali e sui sistemi informativi. Ho scelto, insomma, di coniugare misure tradizionali di intervento con nuovi strumenti di welfare, adottando alcune azioni di sistema, a partire dallo stanziamento di 145 milioni di euro per il programma regionale “Oltre la Crisi”, che prevede un’ampia griglia di interventi volti a sostenere i soggetti più deboli del mercato del lavoro, mantenere i livelli occupazionali e ridurre l’impatto dei processi di espulsione dai siti produttivi. Ho rivolto, poi, un’attenzione particolare a sostegno dell’occupazione femminile, la più colpita nei momenti di crisi, elaborando un Piano di oltre 45 milioni di euro finalizzato all’inserimento lavorativo e alla stabilizzazione delle donne. Sempre nell’ambito della promozione delle pari opportunità ho predisposto un piano per sostenere l’inserimento al lavoro delle persone con disabilità e qualificare le loro condizioni lavorative.
3) La Valle del Sacco, ed in particolare Colleferro, vivono una crisi ormai da molti anni. Quale futuro immagina per questo territorio?
La grave crisi ambientale ed occupazionale della Valle del Sacco deve farci riflettere sulla necessità di far convivere la vocazione industriale di quel territorio – attraverso un’operazione intelligente di politica industriale che scongiuri i tentativi di delocalizzazione di vitali siti produttivi, come sto cercando di fare con la proposta di costituzione di un polo manutentivo nazionale per l’Alstom di Colleferro – con un ruolo centrale delle istituzioni a garanzia del rispetto del principio di responsabilità sociale e ambientale da parte delle imprese, proprio per evitare il ripetersi dei disastri ambientali degli ultimi decenni. L’Incubatore BIC Lazio di Colleferro è un luogo simbolico da cui far partire questo messaggio. Sono convinta che la strada intrapresa con la recente inaugurazione del primo impianto a microturbina multi-fuel alimentato da biomasse esistente in Italia, realizzato con il supporto economico della Regione, vada nella direzione da tutti auspicata di uno sviluppo ecosostenibile. Il rispetto dell’ambiente è uno dei tasselli principali nella costruzione di un nuovo welfare.
MINO MASSIMEI
Mino Massimei glielo hai detto all’assessora che ti sei schierato con quelli che hanno votato a favore dell’inceneritore di Artena ?
Bravo Mino,predichi bene ma poi ti schieri con chi hai criticato.
Ricordati che la dignità non ha prezzo e tu questa dignità l’hai persa.
Riconquistala con coraggio.
Più che serio tu mi sembri un gran furbetto, qualcuno che assomiglia ad un falso moralista cosa molto diffusa ad Artena. Ci si potrebbe scrivere un saggio di politica fra il nazionale e il locale. Sai qual’è il punto caro serio che io ad Artena non ho terreni, non ho interessi di natura economica. Le mie scelte sono frutto di riflessione di natura politica. Giuste o sbagliate e le pago in prima persona mettendoci il corpo ( Come di diceva P.P.Pasolini in suo verso ” Buttare il proprio corpo nella lotta”) e la faccia. Non devo andare da qualche assessore a dire ” ti prego toglimi i vincoli al mio terreno, ti prego gli oneri di urbanizzazione no non così tanti”. Io mi schiero solo a favore delle idee, i personalismi li lascio a voi. Non sono mai stato una persona seria, non sarò mai serio come voi. Viva la mia anarchia abbasso la vostra serietà!.
grande mino sono con te
La scelta di appoggiare chi ha votato contro l’ambiente è frutto di riflessione politica?
O c’è qualcosaltro?
Voglia di protagonismo?
Se avessi avuto voglia di protagonismo mi sarei candidato nella lista che ritenevo più utile per lo sviluppo delle mie idee e della collettività. Invece io continuo la mia traversata nella società. Sempre contro chi vuole distruggere l’ambiente comunque si chiami ma sempre pronto ad entrare in ogni falla del sistema per cambiarlo e per non farsi mai cambiare dal sistema. Io ci sarò pure dopo il 31 marzo, lei serio non lo so. Devotamente il compagno Mino.
Caro Mino,
Il tuo impegno nel sociale è apprezzabile, ma in tutta onestà intellettuale, occorre riconoscere che la “frecciata” del sig. Serio sulle posizioni espresse dall’assessore Regionale non sono andate lontano dal fare centro. Simili ammissioni, che individuano nella combustione delle biomasse l’auspicabile strada da seguire, sono semplicemente improponibili. Nessun distinguo tra politica nazionale e locale, ai quali ti richiami, può miticarne gli effetti devastanti. Non mi riferisco solo agli effetti sanitari ed ambientali in qualche modo misurabili, ma a quelli impalpabili che finiscono per fare cultura. La stessa che ci ha portati alla mercificazione dei beni e servizi comuni e che ci porterà dritti al nucleare se non adeguatamente arginata. Dopo le banche armate ritengo onesto ammettere l’esistenza, ormai non più procrastinabile, di una nuova categoria: i “partiti cancerogeni” e smascherarli indipendentemente dal colore della loro bandiera.
Per non piegare la schiena
Bruno Ghigi
La frecciata di serio semplicemente non esiste perchè lui fà riferimento ad alcuni uomini dell’ attuale maggioranza in consiglio comunale a cui io sarei vicino. Cioè prima gli faccio la guerra poi vado ad accoradrmi con loro. Quindi Bruno non confondiamo i piani. Serio che più che serio è solo un gran furbetto dei contenuti dell’intervista alla Tibali non ha fatto riferimento. Non gliene frega niente. Lui pensa ad Artena. Lei invece sign. Ghigi pone questioni più serie e rilevanti. E io le domando ma secondo lei nel momento in cui pubblico questa intervista qui con queste posizioni sulle biomasse, e su quella precisa della Bic, non avrò forse l’obiettivo magari di aprire un dibattito serio su queste questioni? Una onesta operzione di pulizia intellettuale? Il voler sempre stare alla luce del sole con le diffrenze e le sfumature che sono proprio della politica? A lei ghigi l’ardua sentenza
Chi non ha mai piegato la schiena Mino
Ciao Mino,
Non conosco le reali intenzioni dell’intervento del sig. Serio e non escludo, pertanto, di essere incappato in un equivoco. Rimane però immutata la sostanza del mio intervento, tutto rivolto alla posizione dell’assessore. Non contesto il coraggio di pubblicare l’intervista che mette a nudo la posizione, bensì la posizione stessa. Un dibattito su queste questioni, poi, è sempre possibile oltre che auspicabile, ciò che non è auspicabile è la diffusione istituzionale di una simile “cultura”. I territori vanno rispettati, le popolazioni ascoltate, coinvolte, altrimenti si finisce per emettere sentenze di condanna con un atti d’imperio che in politica non dovrebbero mai trovare diritto di cittadinanza e meno che mai in certi schieramenti. Come tu stesso hai potuto constatare, invece, anche la “sinistra” o presunta tale, si lascia andare a ragionamenti sinistri. E’ questa deriva culturale a preoccuparmi ma non a sorprendermi e che nell’intervista, traspare in tutta la sua arrogante dannosità. L’esistenza di partiti cancerogeni è ormai solo una presa d’atto.
Nella speranza non ti abbia infastidito l’uso confidenziale del “tu”, in tal caso sono pronto ad adeguarmi, ti saluto cordialmente.
Per non piegare la schiena
Bruno Ghigi
Scusate a tutti, devo essere molto telegrafico in quanto sono impegnatissimo in trasferta a milano ma volevo dare il mio contributo alla discussione in essere.
Sono a dir poco attonito in merito a quanto dichiarato dalla signora Tibaldi.
Credo che il primo incontro pubblico, con un poco di sarcasmo ma non troppo, dovrebbe essere dedicato alla semantica del termine ecologia (ultimamente sinistra e libertà sono termini abusati e privati di valore e, quindi, quasi irrecuperabili).
Quotidianamente leggo di personaggi più o meno illustri che confezionano strumenti di produzione di energia, chiaramente a livelli di produzione diversi, dai materiali più disparati ma con un unico comune denominatore: l’impatto zero.
E’ possibile che la rappresentante di un movimento politico che si vuole fregiare di cotanto impegno ambientale non vada oltre una centrale turbogas. Mi chiedo se la signora ritenga il cubotto di cemento obrobrioso e maleodorante la soluzione meno peggio o l’unica e la migliore disponibile in commercio.
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