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Saviano: Per Un Voto Onesto Servirebbe l’ONU

24 marzo 2010 visto 420 volte 6 Commenti Scritto da tupakka

Fonte: Roberto Saviano per Repubblica.it

Per un voto onesto servirebbe l’Onu
di ROBERTO SAVIANO


Quello che in altri Stati sarebbe considerato veleno, in Italia è pasto quotidiano: dai più piccoli Comuni sino alla gestione delle province e delle regioni, non c’è luogo in cui la corruzione non sia ritenuta cosa ovvia. L’ingiustizia ha ormai un sapore che non ci disgusta, non ci schifa, non ci stravolge lo stomaco, né l’orgoglio. Ma come è potuto accadere?
Il solo dubbio che ogni sforzo sia inutile, che esprimere il proprio voto e quindi la propria opinione sia vano, toglie forza agli onesti. Annega, strozza e seppellisce il diritto. Il diritto che fonda le regole del vivere civile, ma anche il diritto che lo trascende: il diritto alla felicità.

Il senso del “è tutto inutile” toglie speranza nel futuro, e ormai sono sempre di più coloro che abbandonano la propria terra per andare a vivere al Nord o in un altro paese. Lontano da questa vergogna.
Io non voglio arrendermi a un’Italia così, a un’Italia che costringe i propri giovani ad andar via per vergogna e mancanza di speranza. Non voglio vivere in un paese che dovrebbe chiedere all’Osce, all’Onu, alla Comunità europea di inviare osservatori nei territori più difficili, durante le fasi ultime della campagna elettorale per garantire la regolarità di tutte le fasi del voto. Ci vorrebbe un controllo che qui non si riesce più a esercitare.

Ciò che riusciamo a valutare, a occhio nudo, sono i ribaltoni, i voltafaccia, i casi eclatanti in cui per ridare dignità alla cosa pubblica un politico, magari, si dovrebbe fare da parte anche se per legge può rimanere dov’è. Ma non riusciamo a esercitare un controllo che costringa la politica italiana a guardarsi allo specchio veramente, perché lo specchio che usiamo riesce a riflettere solo gli strati più superficiali della realtà. Ci indigniamo per politici come l’imputata Sandra Lonardo Mastella che dall’esilio si ricicla per sostenere, questa volta, non più il Pd ma il candidato a governatore in Campania del Pdl, Stefano Caldoro. Per Fiorella Bilancio, che aveva tappezzato Napoli di manifesti del Pdl ma all’ultimo momento è stata cancellata dalla lista del partito e ha accettato la candidatura nell’Udc. Così sui manifesti c’è il simbolo di un partito ma lei si candida per un altro.

Ci indigniamo per la vicenda dell’ex consigliere regionale dei Verdi e della Margherita, Roberto Conte, candidatosi nuovamente nonostante una condanna in primo grado a due anni e otto mesi per associazione camorristica e per giunta questa volta nel Pdl. Ci indigniamo perché il sottosegretario all’economia Nicola Cosentino, su cui pende un mandato d’arresto, mantiene la propria posizione senza pensare di lasciare il suo incarico di sottosegretario e di coordinatore regionale del Pdl.

Ci indigniamo perché è possibile che un senatore possa essere eletto nella circoscrizione Estero con i voti della ‘ndrangheta, com’è accaduto a Nicola Di Girolamo, coinvolto anche, secondo l’accusa, nella mega-truffa di Fastweb. Ci indigniamo, infine, perché alla criminalità organizzata è consentito gestire locali di lusso nel cuore della nostra capitale, come il Café de Paris a via Vittorio Veneto.
Ascoltiamo allibiti la commissione parlamentare antimafia che dichiara, riguardo queste ultime elezioni, che ci sono alcuni politici da attenzionare nelle liste del centrosinistra.

E ad oggi il centrosinistra non ha dato risposte. Si tratta di Ottavio Bruni candidato nel Pd a Vibo Valentia. Sua figlia fu trovata in casa con un latitante di ‘ndrangheta. Si tratta di Nicola Adamo candidato Pd nel Cosentino, rinviato a giudizio nell’inchiesta Why not. Di Diego Tommasi candidato Pd anche lui nel Cosentino e coinvolto nell’inchiesta sulle pale eoliche. Luciano Racco candidato Pd nel Reggino, che non è indagato, ma il cui nome spunta fuori nell’ambito delle intercettazioni sui boss Costa di Siderno. Il boss Tommaso Costa ha fornito, per gli inquirenti, il proprio sostegno elettorale a Luciano Racco in occasione delle Europee del 2004 che vedevano Racco candidato nella lista “Socialisti Uniti” della circoscrizione meridionale. Tutte le intercettazioni sono depositate nel processo “Lettera Morta” contro il clan Costa ed in quelle per l’uccisione del giovane commerciante di Siderno Gianluca Congiusta.

A tutto questo non possiamo rimanere indifferenti e ci indigniamo perché facciamo delle valutazioni che vanno oltre il – o vengono prima del – diritto, valutazioni in merito all’opportunità politica e alla possibilità di votare per professionisti che non cambino bandiera a seconda di chi sta alla maggioranza e all’opposizione. Trasformarsi, riciclarsi, mantenere il proprio posto, l’antica prassi della politica italiana non è semplicemente una aberrazione. È ormai considerata un’abitudine, una specie di vizio, di eventualità che ogni elettore deve suo malgrado mettere in conto sperando di sbagliarsi. Sperando che questa volta non succeda. È un tradimento che quasi si perdona con un’alzata di spalle come quello d’un marito troppo spensierato che scivola nelle lenzuola di un’altra donna.

Ma si possono barattare le proprie attese e i propri sogni per la leggerezza e per il cinismo di qualcun altro?
Oramai si parte dal presupposto che la politica non abbia un percorso, non abbia idee e progetti. Eppure la gente continua ad aspettarsi altro, continua a chiedere altro.

Dov’è finito l’orgoglio della missione politica? La responsabilità di parlare a nome di un elettorato? Dov’è finita la consapevolezza che le parole e le promesse sono responsabilità che ci si assume? E la consapevolezza che un partito, un gruppo politico, senza una linea precisa, non è niente? Eppure proprio questo è diventata, nella maggioranza dei casi, la politica italiana: niente, spillette colorate da appuntarsi al bavero del doppiopetto. Senza più credibilità. Contenitori vuoti da riempire con parole e a volte nemmeno più con quelle. A volte si è divenuti addirittura incapaci si servirsi delle parole.

Quando la politica diviene questo, le mafie hanno già vinto. Poiché nessuno più di loro riesce a dare certezze – certezza di un lavoro, di uno stipendio, di una sistemazione. Certezze che si pagano, è ovvio, con l’obbedienza al clan. È terribile, ma si tratta di avere a che fare con chi una risposta la fornisce. Con chi ti paga la mesata, l’avvocato. Non è questo il tempo per moralismi, poco importa se ci si deve sporcare le mani.

Solo quando la politica smetterà di somigliare al potere mafioso – meno crudele, certo, ma meno forte e solido – solo quando cesserà di essere identificato con favori, scambi, acquisti di voti, baratto di morale, solo allora sarà possibile dare un’alternativa vera e vincente.
Anche nei paesi dominati dalle mafie è possibile essere un’alternativa.
Lo sono già i commercianti che non si piegano, lo sono già quelli che resistono, ogni giorno.

Del resto, quello che più d’ogni altra cosa dobbiamo comprendere è che le mafie sono un problema internazionale e internazionalmente vanno contrastate.
L’Italia non può farcela da sola. Le organizzazioni criminali stanno modificando le strutture politiche dei paesi di mezzo mondo. Negli Usa considerano i cartelli criminali italiani tra le prime cause di inquinamento del libero mercato mondiale. Sapendo che il Messico oramai è divenuto una narcodemocrazia la nostra rischia di essere, se non lo è già diventata una democrazia a capitale camorrista e ndranghetista.

Qui, invece, ancora si crede che la crisi sia esclusivamente un problema legato al lavoro, a un rallentamento della domanda e dell’offerta. Qui ancora non si è compreso davvero che uscire dalla crisi significa cercare alternative all’economia criminale. E non basta la militarizzazione del territorio. Non bastano le confische dei beni. Bisogna arginare la corruzione, le collusioni, gli accordi sottobanco. Bisogna porre un freno alla ricattabilità della politica, e come per un cancro cercare ovunque le sue proliferazioni.

Sarebbe triste che i cittadini, gli elettori italiani, dovessero rivolgersi all’Onu, all’Unione Europea, all’Osce per vedere garantito un diritto che ogni democrazia occidentale deve considerare normale : la pulizia e la regolarità delle elezioni.
Dovrebbe essere normale sapere, in questo Paese, che votare non è inutile, che il voto non si regala per 50 euro, per un corso di formazione o per delle bollette pagate. Che la politica non è solo uno scambio di favori, una strada furba per ottenere qualcosa che senza pagare il potere sarebbe impossibile raggiungere. Che restare in Italia, vivere e partecipare è necessario. Che la felicità non è un sogno da bambini ma un orizzonte di diritto.

©2010 Roberto Saviano/Agenzia Santachiara

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6 Commenti »

  • n. 1 - Pietro ha detto:

    Ultime notizie ci indicano che ci sono infiltrazioni camorristiche a Lariano e sul litorale, ciò è segno di debolezza, decadenza.
    Le persone sono sfiduciate, rassegnate, chiuse nel loro piccolo guscio, attente solo a ciò che accade nel raggio di 2 mt.Ho vissuto in una città dove uscire con un orologio costoso equivaleva a tornare senza, dove appartarsi con la propria ragazza voleva dire essere bersaglio di rapina e violenze.
    La degenerazione dei diritti si verifica solo perchè lo permettiamo.Il controllo si perde e la rete che unisce politica e deliquenza, perchè di questo si tratta, divente sempre più flebile.
    La politica ci culla ci coccola e poi ci lascia soli e inermi. Forse la campagna elettorale di un piccolo comune come Artena non interessa a nessuno o quasi, a me interessa e ciò che ho visto e sentito non mi piace. Viviamo in una finta libertà, cerchiamo di dare un voto vero, libero dalle costrizioni. Si può?

    • n. 2 - zorro ha detto:

      Grazie Roberto per queste parole sacrosante! La condizione in cui si trova il nostro paese permeato in ogni ambito dalla corruzione, dall’illegalità, dalla degenerazione dei valori, dalla disinformazione dilagante dei media, rende veramente tragica la situazione in cui si trova il nostro paese. Un esempio ne è la piazza di sabato scorso dove, ancora una volta, si è venduta per un piatto di lenticchie….per carità altro che invidia quello che mi assale è un forte sentimento di vergognoso oblìo ancor più pesante alla vista di un tricolore così platealmente esposto infangato e sommerso fra lazzi ipocriti di coloro che lo glorificano con tasse non pagate, mazzette per corrompere e sottomettere, sfeffeggiare la giustizia, stracciare la costituzione, comprare le amministrazioni, azzittire l’informazione, chiudere l’istruzione ai tanti e aprirla ai pochi privilegiati….assolutamente no invidia ma al contrario disagio, incredulità, vergogna, paura del domani….Per quelli che pensano che questa sia un’esagerazione sappiano che l’Italia ormai è un Paese sotto assedio. Il fondo è raggiunto e di m…a siamo coperti fin sopra i capelli ma, noi ci siamo, respiriamo, amiamo la nostra Italia democratica nata dal sangue delle tante vittime per la Libertà. Perchè essere liberi non significa esseri liberi di farsi i c…i propri ma non soccombere alle ideologie di questo o di quel leader, assumersi le responsabilità delle proprie scelte. Ogni cittadino onesto e consapevole, DEVE, con il proprio Voto Libero far valere e rivendicare, l’onore per la giustizia, il suo diritto di libertà, la difesa dello Stato di diritto.
      Grazie ancora Roberto per averci, di nuovo, illuminato la strada.

      • n. 3 - martina ha detto:

        Stamattina mi è capitata tra le mani una copia di un giornale che si chiama “Il resto”. Titolava: Artena come il Pakistan.
        L’articolo conteneva un’intervista a Domenico Pecorari.
        Se qualcuno trova una copia e la può scansionare, la mandi pure a qualcuno di noi. La pubblichiamo.

        • n. 4 - massimo ha detto:

          Ma come può accadere? Si domanda incredulo Saviano e io con lui e fortunatamente, ancora tanti altri assistendo a eventi che ricordano filmati in bianco e nero di folle oceaniche. Dover assistere ad un uomo di governo ( o un dittatore) che fomenta le masse ossequiose osannanti in delirio che indirizza malumori e congiunture negative a cui non riesce a dare risposte verso gli avversari politici, che non ha rispetto della costituzione che stravolge ogni regola democratica e piega alle necessità le leggi a cui tutti noi invece dobbiamo rispetto, sbeffeggiando avversari e rendendo ridicolo un sentimento importate come l’amore. Come può accadere? Accade, e fa scuola anche nel nostro paese, non suscita sdegno,disgusto, indignazione che si conduca una campagna elettorale con metodi ricattatori, coercitivi, picoli favori in cambio di voti, pretendere il rispetto presentarsi con un sorriso bonariamente intimidatorio “meglio temuti che rispettati diceva Caligola”. Accade, tutto sotto i nostri occhi con una normalità disarmante,in questa Nazione , in un piccolo Paese come il nostro che spero non ci laurei asini al paese dei balocchi domattina, o non serve neanche aspettare domani mattina??

          • n. 5 - massimo scacchi ha detto:

            Sono allibito

            Non è un caso o un errore se inserisco un post (Davide non posso farne a meno nonostante ti avessi anticipato che non avrei inserito commenti fino a lunedi) che, a prima vista, potrebbe sembrare non abbia nulla a che vedere con l’argomento in questione. In realtà, a parte il fatto fine a se stesso (si tratta solo di manifesti elettorali) ho avuto un senso di indignazione per la miserrima gestione della legalità (e qui entra in gioco l’accostamento con il Saviano promotore) e del tentativo di usurpazione della lista “Crescere Insieme” nei confronti, semplicemente, di “tutti gli altri”. Vi racconto quanto successo. Verso le 23.20, terminata la cena elettorale della lista “Impegno Civico per Artena” alla quale hanno presenziato i soli candidati della stessa più il simpatico fidanzato della nostra Emilia Tesini, abbiamo deciso di fare un giro in paese memori delle esperienze di questo mese di campagna elettorale nel quale, ciclicamente e con premurosa puntualità, i nostri regolari manifesti sono stati oscurati abusivamente ed equamente dalle altre liste in gioco. Abbiamo riscontrato nei pressi della pensilina, accanto al bar del passeggero, al posto dei legittimi manifesti con il faccino di Armando Conti, una parete tappezzata di manifesti (senza alcun riscontro dei registri preposti) della lista capitanata dal signor Latini. Valutato il decoro ambientale e visivo (i manifesti sovrapposti avevano raggiunto circa 3 cm. di spessore e sbordavano abbondantemente il perimetro della bacheca) abbiamo ritenuto opportuno, prima di incollarne di nuovi, rimuovere i manifesti in esubero con deposito degli stessi nell’aria dedicata al riciclaggio di carta e cartone. Tanto per farvi una idea dello scempio che abbiamo trovato, la bacheca che è localizzata 30 metri più a monte è rimasta nello stesso stato così come risultava ai nostri occhi in modo che i cittadini possano confrontarne lo stato di fatto. In seguito abbiamo tentato il ripristino delle regolari affissioni dell’angolo opposto all’ex granaio, seppur con qualche difficoltà, osteggiati da sedicenti tutori della pluralità d’informazione che ci facevano gentilmente notare che sarebbe stato corretto (corretto?!?!) lasciare qualche spazio anche alle loro comunicazioni. Comunicazioni che abusivamente avevano coperto le altre senza permesso e senza nessun riguardo degli spazi agli altri che loro invocavano come il diritto naturale. Il meglio lo si è raggiunto spostandosi verso la contrada Macere. Io vorrei conoscere il pensiero di chi, domattina, si sveglierà, si preparerà una tazza di caffè fumante, si attingerà ad inzupparci un paio di biscotti ai cereali (si avvicina la prova costume per le signore) o un bel paio di savoiardi per gli uomini, poi, guardando fuori dalla finestra di casa per scrutare il tempo… si ritroverà con buona parte dei muri che costeggiano le strade e la totalità delle bacheche per le affissioni elettorali completamente sature di manifesti dei signori finti sinistroidi (non è un insulto… io sono idealmente di sinistra e mai mi comporterei così… e la maggior parte come me). Ah… un’ultima cosa… se sono ancora nei pressi delle bacheche causa colpo di sonno sopraggiunto nottetempo, portate anche un caffè e un paio di savoiardi ai signori che, rispettivamente su una panda di nuova serie (vicina alla chiesetta) e una panda del modello precedente, si sono appostati per verificare che i manifesti abusivi non venissero a loro volta abusivamente abusati.

            Sono troppo stanco e non riesco a rileggere prima di postare. Perdonatemi eventuali errori e buona notte a tutti.

            • n. 6 - glevil ha detto:

              a savia’ ma va….

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