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Riceviamo e Pubblichiamo: Seppellita da una colata di cemento la storia di un’antica strada di Artena

4 aprile 2011 visto 1.209 volte 17 Commenti Scritto da jozmile

Impegno Civico per Artena ci invia questa nota. Ancora una volta dobbiamo constatare lo scarso rispetto degli artenesi per il loro patrimonio archeologico. Più volte si è parlato di recupero di aree archeologiche, a noi pare che cemento e pecore non siano esattamente i metodi migliori per preservare le nostre antiche vestigia.

Ad Artena definito “comune turistico e città d’arte”, recentemente su un cantiere voluto da tutte le Amministrazioni comunali degli ultimi 10 anni, che con una variante generale hanno preferito palazzi e negozi al posto di una scuola e di un auditorium è stata ritrovata un strada d’epoca romana risalente al 320 A.C. ma per l’avidità del palazzinaro la strada è stata sotterrata da una fondazione di cemento. (vedi foto). Dove sta la tutela del patrimonio archeologico di Artena promessa dal Sindaco durante la campagna elettorale?

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17 Commenti »

  • n. 1 - impegnocivicoperartena ha detto:

    Tale scempio si poteva evitare e la strada lastricata con basoli di calcare bianco è simile a quella riportata alla luce negli anni ’50 che costeggia esternamente le mura sud-orientali della città di Cassino,come si rileva dal
    link a cura del liceo artistico di Cassino

    http://www.musei-lazio.it/bragaglia-cassino/la-strada-lastricata

    • n. 2 - Lorenzo Valeri ha detto:

      E’ un vero peccato, ma certo la strada era difficile che diventasse un percorso “storico da museo” con visite organizzate che magari ricollegasse il tutto al museo che è ora il Granaio Borghese.
      Strada nuova per la vecchia……….

      • n. 3 - jozmile (autore) ha detto:

        Io non mi riesco a spiegare perchè le cose ad Artena vanno sempre così… Non me ne capacito proprio… e qui di artenesi si tratta, mica di gente venuta da chissà dove.

        • n. 4 - Azzurra ha detto:

          Che vergogna!!!! Proprio agli artenesi non importa niente del loro antico e splendido paese… Ma si avanti tutta con la cementificazione tanto della nostra storia chi se ne frega!

          • n. 5 - cherno ha detto:

            In Italia la riforma del Titolo V prevede l’ obbligo per lo Stato,la regione e altri enti minori di salvaguardare, valorizzare e gestire il territorio in cui sono presenti BENI CULTURALI e AMBIENTALI.
            Inoltre vanno salvaguardati i beni così detti paesaggistici, ossia, gli immobili con valore storico, culturale, naturale, morfologico ed estetico e tutto ciò che abbia valore di testimonianza di civiltà.
            Un ulteriore elemento di monitoraggio sono i piani paesaggistici con i quali si sottopone il territorio a tutela, normative e soprattutto SANZIONI.
            Questo è un classico esempio di inciviltà e di deficienza etica che ancora una volta mette in risalto la fede verso il Dio denaro, sottolineando l’ elevato tasso di corruzione morale.
            Spero vivamente in una sanzione esemplare e soprattutto in un opera di valorizzazione della strada,magari messa a vista e protetta in modo da poter essere ammirata e salvaguardata nel tempo. Storicità e modernità possono convivere benissimo, basta volerlo.
            Uno dei nostri compiti fondamentali credo sia quello di tramandare alle generazioni future tutto il nostro patrimonio, accrescendolo e non deturpandolo bruscamente come solo in Italia accade.

            • n. 6 - Arcadia ha detto:

              Appare evidente in primis quanto un argomento come questo che meriterebbe un’attenzione particolare, tanto da poterne aprire un’inchiesta, stia passando nella più generale disattenzione. Il motivo di quest’esito mi sembra piuttosto chiaro, se si parte dall’assunto che per comprendere occorre conoscere. Per capire la gravità di quanto stia avvenendo, ossia la trasformazione dell’ambiente e del territorio da parte di molti nuovi “barbari” analfabeti comprendenti imprenditori, progettisti e maestranze che non hanno alcun riguardo verso il nostro passato, e ne cancellano improvvisamente e irrimediabilmente le tracce, bisogna avere piena consapevolezza dell’importanza di una testimonianza storica come quella di un’antica strada romana. Le responsabilità dei politici e degli amministratori che manifestano la solita confusa, ottusa e affaristica attività di governo, proponendo modelli di sviluppo in cui non si rispettano minimamente valori e memorie storiche che dovrebbero invece essere recuperate e valorizzate, poi sono sotto lo sguardo di tutti. Nel leggere così pochi post di commento viene facilmente da pensare che i meccanismi d’interesse che muovono i destini urbanistico territoriali, con le solite prospettive speculative, siano condivisi da molti e questo non fa altro che manifestare ancora una volta la completa e diffusa ignoranza che caratterizza questo momento storico e soprattutto il nostro paese.
              Questi sono errori fatali, non si può ridurre tutto a mero interesse economico, legato alla furbizia di pochi, che pensano che un’antica strada sia “l’avanzo“ di un passato che non ha più senso. Come pensa questa gente di voler bene ai propri figli se gli riempie le tasche di soldi ma fa svanire loro la possibilità di conoscere e studiare le proprie radici, di cui possono vantarsi con un certo orgoglio e li deruba delle occasioni di studio? Occorre una presa di posizione chiara e cosciente. E voglio concludere con una citazione del grande psichiatra Vittorino Andreoli, tratta dal suo ultimo interessantissimo libro “Il denaro in testa”:
              “La società del denaro non coglie la bellezza del mondo e neanche il suo affanno, riduce l’uomo a un salvadanaio che si può rompere troppo facilmente, lasciando solo dei cocci. L’uomo non merita di diventare un contenitore di monete. Questa è la follia, oggi talmente diffusa da sembrare normale. Ma non lo è.”

              • n. 7 - Adriana ha detto:

                non ho capito dove sta questo pezzo di strada e qual’è il cantiere che l’ha seppellita sotto il cemento. Si può andare a vederla? Il gruppo archeologico di Artena potrebbe fare qualcosa?

                • n. 8 - Adriana ha detto:

                  Ho letto su Cinque “che Artena è tra i trenta borghi monitorati dalla Provincia di Roma per rilanciare i tesori del territorio. Un progetto di ricerca, quello di Palazzo Valentini, che mira a proteggere i borghi della provincia per trasformarli in musei.” E noi cementiamo una strada romana del 320 a.c…….

                  • n. 9 - Impegnocivicoperartena ha detto:

                    @Adriana

                    Il cantiere in questione è della Lari s.r.l. e la strada romana si trova in via Velletri ed è visibile da una stradina che si trova dietro il negozio di Mattia agricola.
                    Tutti dovrebbero vedere questo scempio per rendersi conto di persona di quanto è stato commesso. E’ positivo che qualcuno inizi a interessarsi ed ogni cittadino di Artena dovrebbe indignarsi di fronte a questo sopruso.

                    Nel sito di Palazzo Valentini alla pagina dedicata a “La Provincia tutela i borghi” si legge che
                    “C’è una ricchezza sotto i nostri piedi che non sempre ha lo spazio che merita”, pensando alla nostra strada meritava uno sfregio simile?

                    Sicuramente no, e come scrive Arcadia, gli artefici ed i complici di questa storia vanno ricercati tra chi ha fatto dell’ignoranza la sua bandiera e del dio profitto il suo idolo, ma se Artena si sveglia queste cose non accadranno più, e rendiamo un servizio a noi stessi e a chi verrà dopo di noi.
                    Il nostro obiettivo civico è che la strada sia recuperata nella sua interezza anche quella parte sepolta dal muro, visibile nella foto, e occultata da altre costruzioni in corso d’opera.