Riceviamo e Pubblichiamo: Seppellita da una colata di cemento la storia di un’antica strada di Artena
Impegno Civico per Artena ci invia questa nota. Ancora una volta dobbiamo constatare lo scarso rispetto degli artenesi per il loro patrimonio archeologico. Più volte si è parlato di recupero di aree archeologiche, a noi pare che cemento e pecore non siano esattamente i metodi migliori per preservare le nostre antiche vestigia.
Ad Artena definito “comune turistico e città d’arte”, recentemente su un cantiere voluto da tutte le Amministrazioni comunali degli ultimi 10 anni, che con una variante generale hanno preferito palazzi e negozi al posto di una scuola e di un auditorium è stata ritrovata un strada d’epoca romana risalente al 320 A.C. ma per l’avidità del palazzinaro la strada è stata sotterrata da una fondazione di cemento. (vedi foto). Dove sta la tutela del patrimonio archeologico di Artena promessa dal Sindaco durante la campagna elettorale?
Tale scempio si poteva evitare e la strada lastricata con basoli di calcare bianco è simile a quella riportata alla luce negli anni ’50 che costeggia esternamente le mura sud-orientali della città di Cassino,come si rileva dal
link a cura del liceo artistico di Cassino
http://www.musei-lazio.it/bragaglia-cassino/la-strada-lastricata
E’ un vero peccato, ma certo la strada era difficile che diventasse un percorso “storico da museo” con visite organizzate che magari ricollegasse il tutto al museo che è ora il Granaio Borghese.
Strada nuova per la vecchia……….
Io non mi riesco a spiegare perchè le cose ad Artena vanno sempre così… Non me ne capacito proprio… e qui di artenesi si tratta, mica di gente venuta da chissà dove.
Che vergogna!!!! Proprio agli artenesi non importa niente del loro antico e splendido paese… Ma si avanti tutta con la cementificazione tanto della nostra storia chi se ne frega!
In Italia la riforma del Titolo V prevede l’ obbligo per lo Stato,la regione e altri enti minori di salvaguardare, valorizzare e gestire il territorio in cui sono presenti BENI CULTURALI e AMBIENTALI.
Inoltre vanno salvaguardati i beni così detti paesaggistici, ossia, gli immobili con valore storico, culturale, naturale, morfologico ed estetico e tutto ciò che abbia valore di testimonianza di civiltà.
Un ulteriore elemento di monitoraggio sono i piani paesaggistici con i quali si sottopone il territorio a tutela, normative e soprattutto SANZIONI.
Questo è un classico esempio di inciviltà e di deficienza etica che ancora una volta mette in risalto la fede verso il Dio denaro, sottolineando l’ elevato tasso di corruzione morale.
Spero vivamente in una sanzione esemplare e soprattutto in un opera di valorizzazione della strada,magari messa a vista e protetta in modo da poter essere ammirata e salvaguardata nel tempo. Storicità e modernità possono convivere benissimo, basta volerlo.
Uno dei nostri compiti fondamentali credo sia quello di tramandare alle generazioni future tutto il nostro patrimonio, accrescendolo e non deturpandolo bruscamente come solo in Italia accade.
Appare evidente in primis quanto un argomento come questo che meriterebbe un’attenzione particolare, tanto da poterne aprire un’inchiesta, stia passando nella più generale disattenzione. Il motivo di quest’esito mi sembra piuttosto chiaro, se si parte dall’assunto che per comprendere occorre conoscere. Per capire la gravità di quanto stia avvenendo, ossia la trasformazione dell’ambiente e del territorio da parte di molti nuovi “barbari” analfabeti comprendenti imprenditori, progettisti e maestranze che non hanno alcun riguardo verso il nostro passato, e ne cancellano improvvisamente e irrimediabilmente le tracce, bisogna avere piena consapevolezza dell’importanza di una testimonianza storica come quella di un’antica strada romana. Le responsabilità dei politici e degli amministratori che manifestano la solita confusa, ottusa e affaristica attività di governo, proponendo modelli di sviluppo in cui non si rispettano minimamente valori e memorie storiche che dovrebbero invece essere recuperate e valorizzate, poi sono sotto lo sguardo di tutti. Nel leggere così pochi post di commento viene facilmente da pensare che i meccanismi d’interesse che muovono i destini urbanistico territoriali, con le solite prospettive speculative, siano condivisi da molti e questo non fa altro che manifestare ancora una volta la completa e diffusa ignoranza che caratterizza questo momento storico e soprattutto il nostro paese.
Questi sono errori fatali, non si può ridurre tutto a mero interesse economico, legato alla furbizia di pochi, che pensano che un’antica strada sia “l’avanzo“ di un passato che non ha più senso. Come pensa questa gente di voler bene ai propri figli se gli riempie le tasche di soldi ma fa svanire loro la possibilità di conoscere e studiare le proprie radici, di cui possono vantarsi con un certo orgoglio e li deruba delle occasioni di studio? Occorre una presa di posizione chiara e cosciente. E voglio concludere con una citazione del grande psichiatra Vittorino Andreoli, tratta dal suo ultimo interessantissimo libro “Il denaro in testa”:
“La società del denaro non coglie la bellezza del mondo e neanche il suo affanno, riduce l’uomo a un salvadanaio che si può rompere troppo facilmente, lasciando solo dei cocci. L’uomo non merita di diventare un contenitore di monete. Questa è la follia, oggi talmente diffusa da sembrare normale. Ma non lo è.”
non ho capito dove sta questo pezzo di strada e qual’è il cantiere che l’ha seppellita sotto il cemento. Si può andare a vederla? Il gruppo archeologico di Artena potrebbe fare qualcosa?
Ho letto su Cinque “che Artena è tra i trenta borghi monitorati dalla Provincia di Roma per rilanciare i tesori del territorio. Un progetto di ricerca, quello di Palazzo Valentini, che mira a proteggere i borghi della provincia per trasformarli in musei.” E noi cementiamo una strada romana del 320 a.c…….
@Adriana
Il cantiere in questione è della Lari s.r.l. e la strada romana si trova in via Velletri ed è visibile da una stradina che si trova dietro il negozio di Mattia agricola.
Tutti dovrebbero vedere questo scempio per rendersi conto di persona di quanto è stato commesso. E’ positivo che qualcuno inizi a interessarsi ed ogni cittadino di Artena dovrebbe indignarsi di fronte a questo sopruso.
Nel sito di Palazzo Valentini alla pagina dedicata a “La Provincia tutela i borghi” si legge che
“C’è una ricchezza sotto i nostri piedi che non sempre ha lo spazio che merita”, pensando alla nostra strada meritava uno sfregio simile?
Sicuramente no, e come scrive Arcadia, gli artefici ed i complici di questa storia vanno ricercati tra chi ha fatto dell’ignoranza la sua bandiera e del dio profitto il suo idolo, ma se Artena si sveglia queste cose non accadranno più, e rendiamo un servizio a noi stessi e a chi verrà dopo di noi.
Il nostro obiettivo civico è che la strada sia recuperata nella sua interezza anche quella parte sepolta dal muro, visibile nella foto, e occultata da altre costruzioni in corso d’opera.
Tempo fa, si parlava di un altro pezzo di strada romana trovata nel bosco di Tagliente, sempre nel territorio di Artena e pure quella distrutta. Potrebbero essere pezzi di uno stesso percorso?
Lode, lode ad Impegno civico che davvero si “impegna in modo civico” nel far sapere cosa succede sotto sotto in questo nostro povero paese.
L’antica via Latina attraversava Tagliente, 3 are, S.Egidio, S. Nicola ecc e per vedere il suo percorso originale è possibile scaricare la planimetria del tracciato ricostruita dal prof. Quilici
http://www.macere.it/index.php?/il-medioevo-attraversava-macere.html
per approfondire la conoscenza della storia potete collegarivi al link
Salvate l’antica via Latina dal cemento
http://www.macere.it/index.php?/salvate-lantica-via-latina-dal-cemento.html
si ringrazia
Arcadia e Cherno per i preziosi contributi alla discussione sull’antica strada che speriamo non rimanga sotto una colata di cemento ma riemerga alla luce con un ordine di servizio del Comune (titolo V della Costituzione italiana).
@impegnocivicoperartena: grazie a voi e a tutto il vostro impegno che giorno dopo giorno risulta essere sempre più prezioso, complimenti davvero.
Salve a tutti. Ho saputo della scoperta di questo nuovo tratto della via Latina già da qualche mese fà, e ne ho parlato con l’assessore Riccitelli. So che sono stati bloccati i lavori di costruzione, ed è intervenuta la sovrindendenza. Sono stati fatti dei rilievi, delle fotografie e sono stati recuperati anche alcuni reperti archeologici, depositati poi nel museo archeologico R.Lambrechts.Da altre ” voci” ho saputo che il costruttore si sarebbe impegnato a riportare alla luce un altro tratto di strada subito dopo i palazzi in costruzione e lasciarlo visibile. Ma sarà verò? L’unica certezza ora è che il tratto venuto alla luce e stato coperto dal cemento.
Caro Augusto,
a questo punto credo che l’imprenditore possa prendere tutti gli impegni che vuole; non sarà certo lui a decidere sul da farsi. Ci mancherebbe pure se a tal proposta bisognasse anche ringraziare e riverire…
Artena, il paese dei briganti del cemento
Postato il aprile 19, 2011 da Archeologia in rovina
http://archeologiainrovina.wordpress.com/2011/04/19/artena-il-paese-dei-briganti-del-cemento/
Che il percorso della via Latina corresse interrato davanti ad Artena era stato segnalato dall’Ing. Conti sul giornale l’altraartena del marzo 2008, e sul sito http://www.macere.it
dal titolo “Salvate l’antica via Latina dal cemento”
Era stato proposto agli Amministratori di tutelate con un adeguato vincolo urbanistico, tutto il tracciato dell’antica strada che era minacciata da incombenti interventi di trasformazioni urbanistiche e alterazioni territoriali.
Dopo 3 anni dall’articolo la storia millenaria di una strada che doveva essere il biglietto da visita di un Comune che si definisce “turistico e d’arte” è stata cancellata dal cemento.
Con un’ altra Amministrazione queste cose non sarebbero accadute e purtroppo viviamo nell’epoca dell’ignoranza e della superficialità dove gli interessi, l’avidità e la furbizia di pochi prevalgono sulle ragioni della cultura e della storia che sono di tutti.
Abbiamo chiesto al Soprintendente di riportare alla luce tutto il percorso della strada che attraversa il lotto di terreno, dove non si costruito e dove si costruito in malafede, e questa richiesta potrebbe essere fatta propria dagli attuali Amministratori Comunali.
Se all’ufficio urbanistico del Comune di Artena dettano legge i responsabili dello scempio dell’antica via Latina, verranno sepolte dal cemento altri tratti dell’antica strada romana, a cui si può risalire leggendo la mappa del Prof. Quilici, e inibendo i permessi di costruire lungo il tracciato della strada che ancora risulta intatta e sotterrata nelle zone dove non si è costruito (3Are,Maiorana, Colle San Nicola ecc).
Lo storico rinvenimento sta avendo rilevanza nazionale che dovrebbe richiamare ad una maggiore imparzialità ed ai propri doveri istituzionali i funzionari pubblici e gli Amministratori del Comune di Artena.
Spero che qualcuno prima o poi si renderà conto che specialmente un piccolo centro come Artena ha bisogno di sfruttare al massimo la sua storia,la sua cultura,la sua gastronomia e tutto ciò che riguarda le tradizioni,soprattutto con la crisi che c’è il turismo che interesserà la nostra zona sarà indispensabile per creare lavoro e futuro…Abbiamo un paese stupendo,da valorizzare però…
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