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Una Dura Ricerca di Antropologia sulla Città di Artena.

25 marzo 2009 visto 350 volte 13 Commenti Scritto da tupakka
Piazza Valle fini

Piazza Valle fini

Sono felice di postare una ricerca fatta da una giovane studentessa di Antropologia presso La Sapienza, Martina Germani. Il lavoro fatto è molto interessante, invito pertanto tutti a leggerla. Inoltre, per chi fosse interessato e per avere una visione completa della ricerca, vi invito a scaricare la ricerca completa a questo link: ricerca antropologica artena (pdf)

Salve, sono Martina Germani, ho 21 anni e studio antropologia.
Quest’anno la terza parte di un corso prevedeva una ricerca sul non-urbano, allora ho scelto di scrivere su Artena soffermandomi sulla mia generazione. Riporterò un sunto in questa sede.
Inizio col dire, intanto, che Artena è effettivamente “città” dal luglio del 2008, ma non lo è nella mente delle persone che la abitano. Andiamo al punto: Artena è il «paese dei bar con fuori i tavolini», ne conta trenta in totale; ora, il problema non sta tanto nel n dei bar, quanto nel fatto che ci sono solo bar: MANCANO LE STRUTTURE PUBBLICHE. Per due ragioni: “per l’ incapacità delle amministrazioni, e perchè non c’è mai stata un’effettiva richiesta pressante da parte della popolazione”, mi dice Fabrizio De Castris, amministratore delegato Asp (agenzia sviluppo provincia).
Volevo sapere se i cittadini fossero coscienti della loro inefficienza (oltre a quella delle amministrazioni che si sono succedute). Mi sono recata all’ufficio relazioni col pubblico del comune e ho parlato con Vittorio Aimati, chiedendogli anche di illustrarmi la situazione dell’associazionismo artenese. Lui mi dice che ci sono circa 40 associazioni, e aggiunge “vuol dire che c’è bisogno di mettersi insieme per sopperire alle mancanze dei governi”.
Gli artenesi rispondo, allora. Ma come rendere omogenee le richieste della popolazione? Chi pensa a coordinarle? Ci pensa un sito: ArtenaOnline.it.
I ragazzi di ArtenaOnline si mettono insieme «spinti dall’assenza di luoghi di aggregazione. Abbiamo pensato che il sito potesse diventare un luogo in cui ci si possa ritrovare ed avere quelle opportunità che invece nella vita reale non ci sono». Il sito esiste dal 16 luglio, e Artena risponde bene, partecipa.
Parlo con Davide, Sara e Stefano. Chiedo pareri personali riguardo al paese (anche io faccio fatica a chiamarla città, è come un paese che noi tutti la percepiamo), conveniamo sul fatto che la società artenese è statica, ma sta avvenendo qualcosa. Mi dicono: “ i cambiamenti endogeni non sono mai drastici [...], il nostro è un tentativo. Non si possono buttare tutte le colpe sull’amministrazione. Se non si muove nulla la colpa è di tutti”. Si parla anche di droga. Scopro che la cocaina è molto diffusa; i giovani artenesi si divertono in modi poco consoni (vedi la bomba carta sul presepe, la serie di gomme squarciate in piazza, l’incendio delle scuole elementari) : “questo succede quando non hai strutture per divertirti, poi è normale che cerchi un’alternativa -dice Davide, e aggiunge: è la logica conseguenza di quello che il paese offre: solo bar”.
Volevo assolutamente anche il parere dei giovani, di chi vive Artena. Ho chiesto ad alcuni ragazzi di consegnarmi la loro mappa mentale del paese, ovvero di scrivermi su un foglio i loro punti di riferimento qui.
A parte i commenti divertentissimi, è uscito fuori che Artena è sicuramente il luogo degli affetti, uno solo ha inserito la chiesa, molti la fermata del bus, ma si vede chiaramente qual è il luogo di ritrovo per eccellenza: un parcheggio. Mi riferisco al parcheggio di Piazza Valle Fini : “ I pesci”.
La maggior parte di loro si incontra lì, d’estate e d’inverno.
Per i più grandi, per chi si può spostare Artena è una città dormitorio, la vita è un’altra cosa e si vive altrove. Anche perchè così si è abituati da sempre : “se vuoi andare al cinema devi spostarti da qui, se vuoi acquistare dischi devi muoverti… etc..”
A questo punto volevo il parere dell’istuzione scuola (scuola media inferiore in questo caso), perchè è un’istituzione nella quale credo, e che, se interrogata bene, dice molto sulle logiche di potere radicate in un paese, e dice anche molto su chi lo abita. Ho avuto modo di interrogare la professoressa Alvara Giungarelli. Lascio parlare lei, iniziamo con le considerazioni sui ragazzi:
“Certamente i ragazzi di oggi sono diversi rispetto ad allora: più svegli e veloci, ma soprattutto per quanto riguarda le novità tecnologiche e la realtà che li circonda; non si può dire altrettanto per quanto riguarda gli apprendimenti scolastici tradizionali. Credo che ci sia poco stimolo anche da parte delle famiglie allo studio e alla cultura in generale. I ragazzi fanno sempre più difficoltà ad elaborare loro pensieri, non sanno articolare discorsi, né formulare giudizi; tendono alla sintesi estrema e all’analisi superficiale. Ovvio che la responsaibilità sta proprio nell’uso smodato di cellulari e messaggini in genere, ovvero dell’over-dose di giochi multimediali, che non abituano all’autonomia di pensiero. Se da una parte è fantastico vedere come sanno avviare sistemi al computer senza averne avuto istruzioni, dall’altra si resta altrettanto esterrefatti quando evidenziano difficoltà nell’analizzare un semplice testo, o nell’esposizione personale dello stesso, dotati di un poverissimo bagaglio lessicale.
La riforma scolastica dovrebbe mirare proprio a risolvere l’impotenza di metodologie e contenuti di fronte ad un’utenza mutata che richiede strumenti e mezzi diversi, altro che grembiulinoo maestro unico! È molto triste osservare che i loro modelli sono i calciatori e le veline e che i loro obiettivi sono il successo e la ricchezza e, soprattutto, non sanno cosa dire se si parla di valori e di ideali.
Certamente, mi riferisco ad una situazione che non riguarda tutti, ma di sicuro un numero crescente di alunni”.
Che opinione ha dei genitori? Hanno, secondo lei, dei ruoli forti, ben definiti?
Dietro questa realtà credo ci sia molta responsabilità delle famiglie. Spesso i genitori non conoscono i propri figli: non li osservano, non li seguono, ma, soprattutto non li ascoltano. Eppure i ragazzi lanciano messaggi più o meno evidenti. I genitori si preoccupano esclusivamente del risultato finale, non chiedono mai se hanno comportamenti educati, se sono sereni, se sono socievoli, se crescono. Perlopiù, di fronte a giudizi negativi si risentono, difendono sempre e comunque i loro figli, sono diventati i loro sindacalisti, e questo va a scapito del rapporto di fiducia e collaborazione tra genitori e docenti, indispensabile nella corretta formazione dell’adolescente.
Le famiglie demandano alla scuola la soluzione di tutto ciò che riguarda l’educazione e non si preoccupano però, di far sentire ai propri figli che è nella scuola che debbono dare il meglio di sé, di sollecitarli allo studio, al rispetto dei propri doveri e degli altri. Di conseguenza, si viene a scuola perché è necessario, anzi obbligatorio nel nostro caso, ma , una volta a casa i libri vengono messi da parte, e si può fare tutto meno che studiare (sport, playstation, televisione non controllata, gameboy, cellulare…) insomma, tutto purchè non si disturbi o non si creino problemi al quieto vivere famigliare, salvo scoprire poi che, proprio a scuola, c’è qualcosa che non va.
[La professoressa fa una considerazione]
La scuola, soprattutto in una realtà come la nostra, dovrebbe poter fare molto di più. È l’unica struttura che potrebbe offrire la possibilità ai ragazzi di svolgere attività formative e insieme ai propri coetanei. Qui non ci sono strutture sportive o ricreative pubbliche, i ragazzi o sono incollati alla tv a seguire trasmissioni demenziali o sono per strada incapaci di organizzarsi; il livello culturale, mediamente, è basso, le risorse economiche scarse. In realtà con queste caratteristiche, soprattutto in questo momento, solo la scuola potrebbe attivarsi per compensare questi gravi vuoti, al contrario, proprio ora essa viene privata di risorse e mezzi.
Sono convinta che se si sviluppassero più iniziative culturali e associative ci potrebbe essere una crescita più consistente sul nostro territorio, ci sarebbe una presa di coscienza anche da parte dei cittadini, ci sarebbero iniziative e proposte che ridurrebbero l’ignoranza, l’indifferenza, e soprattutto la rassegnazione.

Si torna sempre allo stesso punto. Avendo presente “Lettere Luterane” di Pier Paolo Pasolini, devo dire che fare parallelismi viene abbastanza naturale. Nella prima parte del testo in questione, Pasolini parla al suo lettore immaginario, Gennariello (quindici anni), gli dice che nel periodo dell’adolescenza i suoi coetanei sono i suoi educatori: « essi sono i depositari e i portatori di quei valori che sono gli unici che ti interessano», e ancora «essi esautorano ai tuoi occhi sia la famiglia che la scuola, ed è sufficiente per loro esserci così come sono». Lui vedeva ragazzi consumati dalla “crisi dei valori, dalla borghesizzazione totale e totalizzante”. Ci troviamo tra macerie di valori, dice Pasolini.
Questo sostanzialmente è quello che ho sentito parlando con l’istituzione scuola nella persona di Alvara Giungarelli, questo mi è arrivato durante le conversazioni al bar, questo ho sentito vivendo ad Artena.
Sono ragazzi che mettono al centro altro, e cos’altro mettono al centro dipende da tante cose, certo, ma dipende anche e soprattutto dalle possibilità. Molti viaggiano, molti altri non posono farlo. Molti di loro leggono, hanno la passione per lo studio, che da una parte non si insegna dall’altra però si deve poter coltivare. Mancano le strutture. La professoressa Giungarelli mi dice che la scuola potrebbe colmarlo questo vuoto, in modo più salutare per esempio rispetto alla droga, e qui cito ancora Pasolini : « La droga è desiderio di morte, essa viene a riempire il vuoto causato appunto da questo desiderio di morte e che è un vuoto di cultura, perchè per amare la cultura occorre una forte vitalità. La cultura è un possesso: niente necessita di una più accanita e matta energia che il desiderio di possesso. Chi non ha neanche in minima dose questa energia, rinuncia»

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13 Commenti »

  • n. 1 - primula rossa ha detto:

    Il commento non è stato approvato dagli amministratori in quanto lancia delle accuse non comprovabili. Preghiamo per tanto primula rossa di fornire delle prove prima di accusare direttamente delle persone.

    • n. 2 - matteo ha detto:

      quoto

      • n. 3 - primula rossa ha detto:

        In merito al commento n. 1
        Ecco le prove:
        a)Delibera di Consiglio Comunale n.275 del 4/12/1988 Sindaco Dr Angelini, approvazione della scuola di liuteria con la scuola di musica,auditorium, parcheggio su una particella di proprieta’ eredi De Castris, oggi Pezzopane.
        Dal sito del Comune ecco le dlibere che permettono la costruzione di 9 edifici al posto della liuteria, della scuola di musica,dell’auditorium etc
        sindaci Latini cognato De Castris e Pecorari

        Venerdì , 28-11-2008 (Identificativo n.: n.73)
        Parere territoriale delle Coline Romane-Società LARI srl (Pezzopane)- progetto infrastrutturale “Valle Fini” -
        Venerdì , 06-03-2009 (Identificativo n.: n.2)
        Approvazione schema di convenzione progetto infrastutturale Valle Fini Codice ASP 827, società proponente LARI srl

        ad Artena da 30 anni, sono sempre le stesse persone che piegano le istituzioni ai loro interessi,come nel caso dell progetto Asp della soc.ta’ Lari anche a discapito dello sviluppo e della crescita culturale del paese con la collaborazione determinante del Delegato Asp De Castris. Approfondite l’argomento e chiedete al Sindaco che revochi la delibera per la costruzione dei palazzi a prevalente destinazione commerciale e residenziale, e favorisca invece la realizzazione dell’auditorium, con parcheggio e del verde pubblico al centro di Artena altrimenti anche ad Artena ci sara’la fuga di cervelli. Se riucite a impedire questo scriteriato intervento edilizio privato a favore della cultura e dell’interesse pubblico, saremo tutti orgogliosi di voi e vi ringrazieranno le generazioni future che avranno un luogo ad Artena per fare teatro,musica, e artigianato.

        • n. 4 - jozmile ha detto:

          @primula rossa: non vorrei dire baggianate, ma questo progetto è stato oggetto di discussione nell’ultimo consiglio comunale, perchè era già stato discusso dall’amministrazione Latini, quindi si cerca da tempo di risolvere quella… questione.
          In effetti io ricordo l’euforia che ad inizio anni ‘90 c’era per la Scuola di Liuteria, la terza in tutta Italia. Era un progetto ambizioso e anche bello dal punto di vista architettonico (il modello in scala “giace” nell’ufficio di uno dei compaesani architetti). Il quadro che ci descrivi tu (o almeno, una versione…) collega alcuni punti di un disegno che sembra indecifrabile.

          Sicuramente… stimola la nostra curiosità.

          • n. 5 - primula rossa ha detto:

            caro jozmile
            se dovessi scegliera tra un anno tra il partito dei palazzinari e dei progetti Asp e quello che garantisce la tutela e la valorizzazione dell’interesse pubblico, non avrei dubbi su chi votare, poi ognuno e’ libero di fare le sue scelte politiche e votare anche secondo convenienza economica, ma poi non lamentatevi……

            • n. 6 - The Red Ken ha detto:

              Welcome to 2010 Politics Campaign

              • n. 7 - elhombrito ha detto:

                @primula rossa:le notizie (accuse)che riporti sono di grande interesse per noi e per la comunità, proprio per questo, anche se per ora il commento rimane in approvazione, abbiamo deciso di andare a fondo con la questione e ben presto usciremo con un articolo che faccia un pò di chiarezza. Ti invitiamo a mandarci notizie o approfondimenti in tuo possesso alla nostra casella mail.

                • n. 8 - primula rossa ha detto:

                  elhombrito
                  l’iter amministrativo della vicenda si rileva chiedendo al Comune le 3 Delibere di Consiglio Comunale originali, riportate nel commento n.3. Mi sono informato, l’area doveva costituire un polmone verde per bambini ed anziani di Artena, per compensare le volumetrie dei palazzi di Valentini, inoltre sull’area c’e’ l’approvazione del progetto della liuteria pagato dai contribuenti. Pezzopane&soci hanno fatto, con il progetto Asp, un castello di carte per costruire i 9 palazzi al posto della liuteria e del parco per bambini ed anziani. I politici si dovrebbero occupare di difendere le ragioni dei piu’ deboli e non agevolare i potenti nei loro progetti.
                  Spero di essere stato chiaro, questa e’ una lotta che serve allo sviluppo culturale del paese, per non trasformarlo in un alveare di edifici come gia’ e’ avvenuto negli anni ‘70 senza rispettare i parametri urbanistici e con risultati che si commentano da soli.

                  • n. 9 - Luigi Biagi ha detto:

                    Salve, ho letto con interesse la “ricerca di antropologia”. Come “trapiantato” ad Artena, e quindi con un costume mentale diverso, vorrei dare qualche suggerimento per integrarla perché ritengo che legger-si possa essere un buon modo per capire potenzialità, limiti e pregi.

                    Intanto qualche dato.
                    Nel Comune di Artena i sequestri per abusivismo edilizio effettuati dalla Polizia Locale sono stati: nel 2006, 87 a fronte di 288 sopralluoghi; nel 2007, 93 a fronte di 270 sopralluoghi; nel 2008 il dato è stato stabile (ad ogni anno vanno aggiunti quelli eseguiti da altre forze di polizia). A fronte di ciò si può dire che in un Comune come Velletri (di 50 mila abitanti) i sequestri annuali eseguiti dalla Polizia Locale si aggirano intorno ai 20-30; il dato è pressoché analogo a Lariano e Valmontone.
                    La popolazione residente (vado a memoria) è di circa 14 mila persone. Di queste (sempre a memoria) circa 2000 sono residenti a Macere, un po’ meno, circa 1500 a Colubro. Queste due contrade costituiscono i due centri alternativi a quello urbano, distanti tra i quattro e i tre km dal centro). Da non sottovalutare l’importanza dell’orografia: si va dai campi incolti, ai pascoli, al bosco; dalla relativa pianura delle Valli e di Maiotini all’inizio dei Monti Lepini con Colle Illirio, fino al paesaggio lacustre.
                    Abbastanza interessante anche: il numero delle scuole (dovrebbero essere sei o sette elementari più una media), il numero delle parrocchie (tre - che gestiscono almeno otto tra chiese e chiesette), il numero dei campi da calcio (quattro: Macere, Colubro, Artena e Convento), il numero di quelle che fino a qualche anno fa erano le società di calcio contemporaneamente attive, il numero delle feste organizzate da comitati di cittadini a proprie spese (praticamente tutte, che sono almeno cinque).
                    La comparazione con Valmontone ma anche con Lariano (ancorché questo Comune sia di poco più piccolo e molto più giovane) potrebbe portare a risultati interessanti (a Lariano c’è una sola parrocchia, un solo campo da calcio, due chiese, una sola squadra di calcio).

                    Alcune annotazioni.
                    I freddi dati diventano ancora più interessanti se si incrociano con alcune osservazioni: come accade per Giulianello, in alcuni casi alcuni bambini residenti ad esempio a Macere pensano di essere residenti in un altro comune rispetto ad Artena. Agli occhi degli “stranieri”, cioè dei residenti dei Comuni limitrofi, gli abitanti delle contrade sono “non artenesi”, nel senso che se abiti al Colubro sei del Colubro, non di Artena, e via dicendo. Ciò descrive bene la forte divisione della comunità, anzi, delle comunità, peraltro riportata anche dai bambini delle elementari - provate a chiedere loro cosa pensano degli scolari di altre contrade - e da alcune sfumature di accento nel dialetto parlato nei vari “centri alternativi”.
                    I dati sull’abusivismo (e analogamente quelli sull’evasione ed elusione dei tributi locali e sull’occupazione abusiva dei terreni demaniali - descritta dall’elevato numero delle alienazioni che passano per il Consiglio comunale), ma anche fenomeni nemmeno tanto antichi (parlo delle iniziative di privati cittadini per istallare pubblica illuminazione, aggiustare scuole pubbliche etc), denotano da una parte l’atavica sfiducia nelle istituzioni, dall’altra la volontà degli artenesi di fare da soli e “a modo proprio”, a volte passando sopra a regolamenti e normative comunali, provinciali, regionale e statale. D’altra parte è evidente la grande “voglia di fare” per organizzare eventi e feste che diano lustro - più lustro - alle contrade e ad Artena, oltre (in alcuni casi) a qualche apporto economico.
                    C’è poi da dire che esiste un “buco” nella percezione che gli artenesi hanno del proprio territorio: dal punto di vista amministrativo Artena ha un territorio enorme - basti pensare quanto ci vuole per spostarsi da Casal di Mondo a Macere - a volte fatto di campi incolti; tutti però dimenticano sempre che fa parte del Comune anche un’isola amministrativa di diversi ettari (confinante con Cori, Velletri e Lariano), che ingloba un’avio-superficie ed anche il lago che sintomaticamente è detto “di Giulianello” (si pensi che il “buco percettivo” è tale che a richiedere la decretazione del lago quale “monumento naturale” al Presidente della Regione è stato un movimento costituito da residenti di Giulianello di Cori e ambientalisti di Velletri, che l’hanno fatto senza richiedere il parere del Comune di Artena).

                    Sperando di aver apportato un contributo costruttivo, mando a tutti un saluto.